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Ferrara, prego, si accomodi

Io sarò pure un tipo un po’ irascibile e viscerale, ma forse non ho sempre torto marcio.
L’iniziativa, falsa e strumentalizzante, di Ferrara contro l’aborto è stata criticata pure dall’Avvenire, il quotidiano della CEI.
Possiamo quindi dire che i vescovi non appoggiano Ferrara.

Il motivo del distinguo è ovvia.

(L’iniziativa non convince perché) al di là di nobili intenti finisce per portare in modo sbagliato in mezzo alla competizione elettorale un tema morale. Come una lista di puri. Di paladini. Di specialisti. Con un grave rischio di estremizzazione, e di ghettizzazione di una parte del mondo cattolico su un tema così delicato. L’iniziativa coincide con la vocazione moraleggiante di Ferrara e con il suo modo di cortocircuitare tutto con l’azione politica, come se ciò che non fosse rappresentabile politicamente non esistesse.

Io aggiungerei pure che l’iniziativa di Ferrara non convince perché lui stesso non è convinto della sua iniziativa.
Al contrario dell’editorialista, io i nobili intenti proprio non li vedo.
Ma io sono un dietrologo e non sono credibile.

Quando un paio di giorni fa ho sentito Ferrara parlare a Matrix di dottrina morale della Chiesa mi è venuta una incontenibile voglia di vomitare.

Luca

Se volete, l’articolo completo (“Incontro con scintille dei due grandi intellettuali”) si trova nell’orrendo sito dell’Avvenire.
Andate nell’archivio e cercate la parola “Aborto” in data 21/02/08.

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A Ferrara piace la vita

Ormai sappiamo tutti che Ferrara si è infatuato degli embrioni.
Dopo essere stato un sostenitore dell’aborto ora è diventato il primo anti-abortista d’Italia.
Niente di strano, in un paese in cui tutti cambiano continuamente idea.

Oggi però il direttore de Il Foglio si è spinto ancora un po’ più in là.
Sembra che sia intenzionato a creare una lista “Pro-Life” che si allerà con il centro-destra o che si presenterà addirittura da sola.

Che quello di Ferrara sia un trappolone è noto a tutti.
Qualcuno cadrà nel trappolone, ma saranno molti di più quelli che faranno finta di crederci per raggiungere il loro scopo.
Ferrara vuole difendere l’identità occidentale, altri vorranno cercare di cambiare la legge 194, altri useranno l’occasione per esercitarsi nei loro dettami integralisti.

I punti programmatici di Ferrara sono i seguenti:

  • Nessuna donna è obbligata a partorire.
  • Nessuna donna deve essere perseguita legalmente perché abortisce.
  • L’aborto è un male, va sradicato, non può essere utilizzato come strumento di controllo delle nascite, come avviene quando le donne sono obbligate ed incentivate ad abortire.

Giusto, sottoscrivo, ma c’era bisogno di fare una lista elettorale?
Su altra sciocchezzuole, tipo economia, lavoro, stato sociale, Ferrara cosa pensa di fare?
Se quello di Ferrara non fosse un trappolone, dovremmo pensare che sia uno sprovveduto od uno sciocco, ma non è così.

La cosa che però mi sconvolge di più della discesa in campo di Ferrara è racchiusa nell’ultima risposta dell’intervista al Corriere

Ferrara, chi ci sarà nelle sue liste?
«Ci saranno alcuni collaboratori del Foglio, esponenti del movimento della vita, lo proporrò a Susanna Tamaro e ad altre donne e uomini liberi.[…] »

Ecco.
Ci mancava la Tamaro in parlamento…
Ora siamo tutti.

Luca

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Piovono stronzate

Sul blog Piovono Rane, Alessandro Gilioli ha pubblicato ieri un post che è un’offesa all’intelligenza di laici e cattolici.

La si può pensare come si vuole, si può detestare la Binetti, compatire chi insegue l’opportunismo di Ferrara ed augurarsi che Ruini se ne vada presto in pensione, ma niente (o quasi niente) di quello che dice Gilioli è vero.

Non si possono banalizzare e falsificare le posizioni della Chiesa, oltretutto dicendo pure cose non vere.

Ma un po’ di equilibrio, da una parte e dall’altra, è proprio impossibile averlo?

Luca

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Vedi che non sono poi solo

A volte scopro con piacere di non essere l’unico cattolico a pensarla in un certo modo.
Quando poi a pensarla come me è addirittura un vescovo, beh diciamo pure che è un trionfo.

L’altro giorno avevo goduto nel leggere su La Stampa l’intervista a Monsignor Alessandro Plotti, arcivescovo di Pisa e vicepresidente uscente della Cei.
Non ero riuscito a trovare l’articolo online.
L’ho trovato oggi, grazie a Luca Sofri.

Ecco i passaggi secondo me più significativi:

Purtroppo sono i movimenti cattolici che hanno questa mania degli striscioni e delle bandiere. Ovunque vadano non sono capaci di stare normalmente in mezzo alla gente. Li abbiamo visti ai raduni di Loreto, al Family day, alle udienze papale del mercoledì. Purtroppo le associazioni e i movimenti ecclesiali hanno questa mania di presenzialismo e di visibilità e così si diventa più papalini del Papa. C’è il rischio di un effetto-boomerang che faccia rinascere umori anticlericali.

E’ possibile anche qui che tutta questa presenza cattolica nella vita pubblica ottenga il risultato opposto a quello sperato.. Di sicuro bisogna stare attenti a non esasperare le divisioni e a non alzare troppi steccati. Occorre piuttosto cercare di trovare punti di approccio, di riferimento e di dialogo.

Il grosso pericolo e l’errore è che la Chiesa si faccia dettare l’agenda dagli atei devoti e dai teocon. Tanto più che sulla cattolicità di queste persone si può sicuramente avere più di qualche dubbio. Guai se la Chiesa deve farsi difendere da loro. E’ un momento difficile. Dobbbiamo stare attenti che la fede non diventi “instrumentum regni” per chi invece di servire la Chiesa, se ne serve in logiche di potere. E’ un’operazione tanto più pericolosa perché avviene nel vuoto di una politica di alto livello.

Se dobbiamo andare dietro alle bandiere degli atei devoti e dei tecon, c’è di che temere. E’ sicuramente un errore che vengono avanti gli opportunisti che approfittano delle situazioni di crisi per consolidare questa difesa della Chiesa che poi è molto superficiale e molto formale. E che poi, in realtà, è una difesa di loro stessi.

Se non stiamo attenti la Chiesa rischia di essere tirata dentro in una guerra per bande e non c’è mai un momento in cui si possa fare una verifica seria e anche spietata su certi orientamenti. Ci risiamo sempre sui soliti problemi che poi di fatto sono insolubili, perché la difesa della famiglia è sacrosanta però sappiamo perfettamente che poi verranno fuori altre forme di unioni. La moratoria per l’aborto, per esempio, è un’altra invenzione estemporanea. Ma perché si è mai sentito un cattolico difendere l’aborto?


Sembra che Ferrara
non l’abbia presa bene.

Monsignor Plotti Santo Subito!

Luca

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Il trappolone di Ferrara

Giuliano Ferrara è una vecchia volpe.
Sa di avere una notevole influenza su una buona parte di cattolici, e se ne approfitta.
La sua richiesta di una moratoria per l’aborto è strumentale.
E vi spiego perché.
Ferrara è un ateo devoto.
Non crede in Dio, ma, per contrastare l’integralismo islamico e difendere l’identità occidentale, finge di seguire i dettami della Chiesa.
A Ferrara non importa niente degli embrioni.
Probabilmente se li mangerebbe volentieri a colazione, ma sa bene quanto i temi etici siano l’argomento che più sta a cuore alla Chiesa.
Da qui nasce la sua messinscena di digiunare per chiedere una moratoria per l’aborto.

La Chiesa, vivendo un periodo di scarso appeal sull’opinione pubblica italiana, prende la palla al balzo e ringrazia Ferrara per l’assist.
Fingendo di non sapere che a Ferrara di Gesù Cristo non frega proprio niente.
Lo stesso atteggiamento lo abbiamo già visto nei confronti della Fallaci e di Marcello Pera, che con l’allora cardinale Ratzinger ci scrisse addirittura un libro.
Meglio un ateo devoto di un credente meno devoto?
Pare di si.

Ladri, puttane e Ferrara vi passeranno avanti nel regno dei cieli.

Luca