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L'assedio ad Emergency

Alla fine ce l’hanno fatta.
E’ un classico.
Quando il potere si sente messo sotto accusa sceglie di contrattaccare cercando di denigrare gli oppositori.
Vedrete come nei prossimi giorni tutti contribuiranno a mettere in ridicolo Gino Strada.
I politici ed i giornalisti che sono loro servi.
Il potere non può permettersi di essere sputtanato da un volontario qualunque.

Si pretenderebbe che Gino Strada sottoscrivesse l’opzione militare in Afghanistan.
Da un medico che ha speso gli ultimi anni della sua vita a ricucire le vittime delle nostre guerre.

Oggi come ieri sono convinto della profonda verità che sta nelle parole del leader di Emergency.
I potenti tentano di far apparire la guerra come una cosa giusta e necessaria, mettendo in ridicolo chi osa ancora credere nel pacifismo.

Ci sono tanti italiani che continuano a credere nel pacifismo.
Quello che non porta armi con sé.
Ma nei giornali e nelle TV la nostra opinione non è mai contemplata.

Luca

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Per la liberazione di Rahmatullah e Adjmal

AppelloEmergency

Firmate l’appello di Emergency

Cosa ti ha lasciato questa storia?
“Cosa mi ha tolto, semmai. Un fondamentale collaboratore. Un grande amico, di cui non ho notizie da tre giorni. Per adesso quel che rimane, oltre alla gioia per la liberazione di Daniele, è l’amarezza per la morte del suo autista, la grande preoccupazione per Rahmat e Adjmal Nashkbandi, entrambi scomparsi. E l’amarezza nel constatare che non per noi, ma per altri in Italia, la sorte di due afghani, uno dei quali indispensabile alla liberazione di Daniele, non è poi così importante”.
(Gino Strada)

Luca

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Il governo non faccia finta di niente

RahmatullahHanefi
Faccio mio l’appello di Gino Strada.
L’uomo che ha permesso la liberazione di Mastrogiacomo, in queste ore viene torturato con i cavi elettrici.

Almeno una volta nella vita dimostrateci di non essere soltanto dei buffoni.

25 marzo ’07 – Rahmatullah Hanefi sottoposto a torture

Siamo angosciati per la sorte di Rahmatullah Hanefi.
Il responsabile afgano dell’ospedale di Emergency a Lashkargah è stato prelevato all’alba di martedì 20 dai servizi di sicurezza afgani. Da allora nessuno ha potuto vederlo o parlargli, nemmeno i suoi famigliari. Non è stata formulata nessuna accusa, non esiste alcun documento che comprovi la sua detenzione. Alcuni afgani, che lavorano nel posto in cui Rahmatullah Hanefi è rinchiuso, ci hanno detto però che lo stanno interrogando e torturando “con i cavi elettrici”. Rahmatullah Hanefi è stato determinante nella liberazione di Daniele Mastrogiacomo, semplicemente facendo tutto e solo ciò che il governo italiano, attraverso Emergency, gli chiedeva di fare. Il suo aiuto potrebbe essere determinante anche per la sorte di Adjmal Nashkbandi, l’interprete di Mastrogiacomo, che non è ancora tornato dalla sua famiglia.
Oggi, domenica 25, il Ministro della sanità afgano ci ha informato che in un “alto meeting sulla sicurezza nazionale”, presieduto da Hamid Karzai, è stato deciso di non rilasciare Rahmatullah Hanefi. Ci hanno fatto capire che non ci sono accuse contro di lui, ma che sono pronti a fabbricare false prove. Non è accettabile che il prezzo della liberazione del cittadino italiano Daniele Mastrogiacomo venga pagato da un coraggioso cittadino afgano e da Emergency. Abbiamo ripetutamente chiesto al Governo italiano, negli ultimi cinque giorni, di impegnarsi per l’immediato rilascio di Rahmatullah Hanefi e il governo ci ha assicurato che l’avrebbe fatto. Chiediamo con forza al Governo italiano di rispettare le parola data.

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Manicomio Afghano

Vittorio Zambardino di Repubblica scrive sul suo blog che il collega Daniele Mastrogiacomo è stato rapito.

In Afghanistan si prepara una primavera di sangue.
Ce l’hanno promessa.

Non siamo capaci di aiutarli.
Non con la guerra.
Diamo retta a Gino Strada.
Veniamo via.

Luca