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Giro la voce

Leggo, sottoscrivo e metto in giro l’appello di una delle parti buone del PD che chiede scelte serie ed intelligenti nella scelta dei candidati alle europee:

Nell’imminenza delle elezioni europee riteniamo importantissimo che la scelta delle candidature del Partito Democratico avvenga sulla base di criteri nuovi che privilegino la costruzione di una classe politica motivata e le competenze internazionali e aggiornate dei candidati rispetto ai longevi curriculum istituzionali di rappresentanti già carichi di responsabilità.

Le ragioni sono molte ed essenziali per la crescita del PD, dell’Italia e della sua rappresentanza europea.

– Il Parlamento Europeo ha bisogno di persone attente alla modernità e ai cambiamenti internazionali, per le quali il futuro e non il passato sia un elemento decisivo della propria prospettiva politica. E di persone desiderose di impegnarsi e mettersi in gioco piuttosto che di trovare un sereno e confortevole ambito di rappresentanza. E ne hanno bisogno l’Europa, l’Italia e i suoi interessi europei.

– Il centrosinistra italiano possiede molte nuove competenze e disponibilità che non hanno finora trovato spazio nell’esercizio della politica nazionale e per le quali la concretezza dell’attività europea sarebbe il migliore terreno di formazione e valorizzazione.

– Il futuro del PD ha bisogno di una nuova classe dirigente, e la sua crescita politica è da molti anni assente dagli impegni dei partiti di cui è erede. E ne ha bisogno il futuro dell’Italia.

– In tempi di delusione e insoddisfazione per le recenti vicende politiche nazionali non darebbe una buona impressione agli elettori la riproposizione come candidati al Parlamento Europeo di persone che già occupano seggi al parlamento nazionale o incarichi istituzionali di altro tipo, salvo che se ne dimettessero prima. È importante che chiunque si candidi al Parlamento Europeo assuma l’impegno di dedicarsi pienamente ed esclusivamente al suo mandato per l’intera legislatura: chi viene eletto rimanga in Europa.

– Le elezioni europee attraggono per la natura dell’istituzione un voto di opinione e appartenenza, più che un’adesione a politiche definite o personalità specifiche. L’investimento su nomi meno noti e rodati non comporta quindi rischi di comunicazione, anzi andrebbe esattamente verso una richiesta di rinnovamento ormai molto insistente, oltre che legittima.

Avere caro il futuro dell’Europa, come si dice sempre, significa affidarne le istituzioni al futuro stesso, e non zavorrarle del passato. Noi chiediamo che queste indiscutibili ragioni orientino le scelte nella selezione delle candidature, e che guidino il Partito Democratico nella fedeltà al suo progetto.

Giovanni Bachelet, deputato del PD
Francesco Boccia, deputato del PD
Gianrico Carofiglio, senatore del PD
Giuseppe Civati, consigliere regionale del PD
Cristina Comencini, Direzione Nazionale del PD
Paola Concia, deputata del PD
Gianni Cuperlo, deputato del PD
Roberto Giachetti, deputato del PD
Sandro Gozi, deputato del PD
Pierfrancesco Majorino, capogruppo PD Comune di Milano
Teresa Marzocchi, Direzione Nazionale del PD
Matteo Renzi, Presidente della provincia di Firenze, del PD
Luca Sofri, Direzione Nazionale del PD
Salvatore Vassallo, deputato del PD

Luca

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Il condono finale

Gianni Cuperlo dice cose giuste ed interessanti sullo sciagurato “Piano Casa” del governo Berlusconi, che altro non è che un condono globale che permetterà a tutti di fare più o meno quello che vogliono nel settore edilizio.

Detto ciò, noi facciamo benissimo a protestare ma che cosa accadrà? Succederà che il provvedimento sciagurato del governo darà fiato a un certo numero di artigiani e piccolissime imprese spesso proiettate sul nero. Nero della manodopera e nero della fatturazione. Il che alleggerirà per qualche centinaio di migliaio di persone il peso immediato della crisi. Nel senso che garantirà il reddito base e in alcuni casi qualcosa di più.
[…]
Il punto dov’è? E’ nel fatto che noi dobbiamo contrastare lo scempio loro con una griglia di proposte che difendendo il valore (la dignità e i diritti del lavoratore come l’integrità del territorio) sia in condizione di scalzare il loro vantaggio in termini di utilità (alleviare per molti il peso della crisi). Allora va benissimo l’assegno per chi perde il lavoro e l’estensione degli ammortizzatori ma, come dice il mio amico Sposetti, ci sono altre cose che si possono fare. Una, per dire, è prevedere mutui a costo zero (vale a dire a carico dello Stato) per Comuni e Province che avviano da subito opere cantierabili di manutenzione. Strade, edifici, verde pubblico, edilizia scolastica e ospedaliera….tocca rimettere in moto la macchina anche nel pubblico e tutelare, per via legale viene da dire, quella mappa di imprese diffuse che altrimenti rischia di trovare sollievo unicamente nella deregolamentazione della destra. E’ solo un esempio ma la crisi, che sarà dura e lunga, ci metterà esattamente davanti alla necessità di inventare sbocchi, soluzioni, ammortizzatori in senso lato. A me pare che ci stiamo muovendo nel senso giusto. E che correttamente si stia muovendo il più grande sindacato italiano. Ma la marcia è solo all’inizio. Ricevo lettere dure anche solo da leggere. Ho scorso come voi le storie di nuova disoccupazione registrate da Repubblica. Tra due settimane inizia la primavera del calendario. Ma qui siamo all’inizio dell’inverno. E il Pd se non nasce adesso non nascerà più.

Luca

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Vi dico la mia sul PD

Credo che Veltroni abbia fatto bene a dimettersi.
Non perché questo servirà al PD ad uscire dalla crisi, ma perché quando una cosa non funziona è inutile accanirsi.

E’ evidente che il progetto di Walter è fallito.
Non gli è andato dietro il suo popolo, quello che per un mese o due si era illuso del cambiamento, ed è stato boicottato dalla quasi totalità dei dirigenti.

Veltroni poteva attendere il disastro delle elezioni europee, ma non lo ha fatto.
Sarebbero stati ulteriori mesi di passione senza nessuna speranza.

E ora che si fa?
I dirigenti del PD dovrebbero ripartire, secondo me, da alcuni dati di fatto e da alcune considerazioni.

  • Il paese è profondamente berlusconiano. La favola che i cittadini siano meglio dei politici è, appunto, una favola. La maggior parte degli italiani vorrebbe ESSERE Berlusconi. Prendiamone atto. Punto e basta.
  • Non vale la pena inseguire un’alleanza con Di Pietro. Prenderà una botta di voti alle europee, ma poi la bolla si esaurirà.
  • Scegliamo bene i candidati. Il caso di Matteo Renzi nelle primarie fiorentine deve insegnarci qualcosa. Meglio un democristiano intelligente, giovane e con le idee chiare di un vecchio quadro di partito alla Bersani.
  • Non abbiamo niente da perdere, tanto finché il cavaliere non passa a miglior vita non c’è speranza di vedere un’alternanza alla guida del paese. Mettiamo a capo del PD un giovane, magari anche una faccia semi-nuova, che si possa far conoscere in questi anni.

Ora faccio la mia proposta indecente.
Ecco il tandem giusto per la successione di Veltroni: Gianni Cuperlo e Giovanni Battista Bachelet.

Poi fate un po’ come vi pare, tanto non ci date mai retta.

Luca