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L’ossessione dell’identità

Proseguono su Repubblica le interviste di Curzio Maltese ai “giovani” del PD.
Oggi tocca a Maurizio Martina.
Dice cose interessanti e ragionevoli.
Strano che sia del PD.

Bisogna ricominciare dai capannoni.
Quali capannoni?
Quelli costruiti con la legge Tremonti nel Nord Est, una marea di capannoni che va da Novara a Mestre. Tutti vuoti, o quasi. Hanno devastato l’ambiente senza creare ricchezza. E’ un monumento all’incapacità del berlusconismo di governare l’economia.

Qual è secondo lei l’errore più grave del centrosinistra nel Nord?
L’ossessione dell’identità. Questo parlarsi addosso e contro, ex democristiani ed ex comunisti. Ma come, Berlusconi è stato tanto bravo a far dimenticare di essere stato ex qualsiasi cosa, dai socialisti alla P2, e noi qui a menarcela con le eredità del passato, invece di studiare il futuro.

E i possibili punti di forza?
Non c’è dubbio che abbiamo amministrato meglio. Bergamo, Brescia sono diventati modelli di autentico riformismo. Per trovare il riformismo non è che bisogna andare in pellegrinaggio da Blair o da Obama o su Marte, basta considerare quello che i sindaci di centrosinistra hanno saputo realizzare. E magari confrontarlo con il disastro della Moratti a Milano.

Qual è la prima proposta che farà al nuovo segretario?

Un esperimento. Proviamo per due mesi a non rispondere a nessuna delle provocazioni di Berlusconi e a parlare di un solo tema, uno solo, la crisi economica.

Martina è uno dei sette che faranno parte della Segreteria di Franceschini.

Luca

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Il backstage dell’elezione di Franceschini

Francesco Costa ha raccontato com’è andata veramente l’elezione di Franceschini alla segreteria del PD.

La sera prima dell’assemblea sembrava che la posizione maggioritaria fosse quella delle primarie da fare subito.
Una volta arrivati a Roma si è scoperto che in nottata era cambiato tutto, tanto che l’opzione “Franceschini segretario” è stata votata dall’81% dei partecipanti.
La percentuale è troppo bulgara per non far pensar male…

Cosa è successo?
Come si spiega il trionfo di Franceschini?

Si spiega con il fatto che soltanto un terzo dell’assemblea era presente.
E chi si è catapultato a Roma con un giorno soltanto di preavviso?
In maggioranza tutti gli eletti del PD, ovvero tutti i fedeli alla linea.
E la mozione d’ordine era quella di stare tranquilli e votare tutti in massa per Franceschini.

I voti necessari per candidare Parisi sono stati raccolti direttamente da Franceschini (come testimoniato in questo video), proprio per non dare l’idea di una elezione bulgara, senza nemmeno un avversario.

Bersani, come al solito, se ne è rimasto in disparte, aspettando il momento giusto per diventare segretario.

Il resto, un centinaio in tutto, se ne sono rimasti a bocca aperta.
Traditi da quelli che avevano promesso battaglia e che invece sono stati zitti o sono restati direttamente a casa.

Nell’elezione di Franceschini di sabato ci sono stati circa 1000 voti per lui, 92 per Parisi e un po’ più di cento astensioni.
In quel centinaio di “astensionisti” c’è forse il possibile rinnovamento del PD.
Che è quello che ha partecipato l’altro giorno al forum nella sede dell’Unità.

Intanto Giuseppe Civati chiama a raccolta.

Luca

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Vai con le primarie

Il mio referente politico nella direzione nazionale del PD, Luca Sofri, sostiene le ragioni delle primarie.

Sono d’accordo con lui.
La reggenza di Franceschini è un suicidio.
Alle europee ci supererebbe pure Di Pietro.

Che scelgano tre candidati e si facciano le primarie.
Per morire c’è sempre tempo.

Luca