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Io solo, qui, alle quattro del mattino, l’angoscia e un po’ di vino e voglia di bestemmiare

La bestemmia di Berlusconi ha scatenato reazioni varie e tristemente prevedibili.
Ci sono quelli che, pur professandosi atei e di sinistra, si scandalizzano, tanto per dar contro Berlusconi.
Ci sono quelli che, essendo cattolici di sinistra, si scandalizzano, un po’ davvero, un po’ per dar contro Berlusconi.
Ci sono quelli che, essendo cattolici di destra, fanno finta di niente per non dar contro Berlusconi in un momento tanto difficile per il capo.
C’è Monsignor Fisichella, che dice di contestualizzare la bestemmia, tanto per non perdere l’ennesima occasione per starsene zitto.
Ci sono quelli, atei di sinistra, che elogiano il non-bigottismo di Berlusconi tanto per dar contro il vaticano (Luca Sofri, ad esempio).

Ci sono poi quelli che avrebbero tanto voglia di bestemmiare, di fare un fagotto con tutti i dispensatori di proclami, e di andarsene a vivere in un paese diverso da questo.
Dove una bestemmia è una bestemmia e non c’è niente altro da dire o da commentare.

Luca

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Non sono tutti uguali

Per quelli che pensano che i piloti in Formula 1 non contino più niente, mi piacerebbe proporgli i risultati conseguiti in Ferrari da Giancarlo Fisichella.

fisico

Il miglior risultato lo ha ottenuto nel primo Gran Premio, quindi anche la scusante dell’adattamento alla nuova macchina decade miseramente.
La Ferrari quest’anno non va, ma non puoi partire con l’ultimo tempo.

Fisichella è lento.
Ha semplicemente un ottimo manager che riesce a trovargli macchine su cui correre.
Lo avevamo sempre sospettato, ora abbiamo anche le prove.

Luca

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Velocità, io sono velocità

Alla fine dal Vaticano sono arrivate le parole che in tanti aspettavamo in silenzio.
E sono venute dalla bocca di Monsignor Fisichella, il più autorevole nel suo campo.
Fisichella in pratica dice che la scomunica dei medici brasiliani, per quanto “automatica”, è stata immeritata.

La chiarificazione giunge con 10 giorni di ritardo, ma in casi come questi, forse è il contenuto che conta. Anche se riflessi un po’ più svelti forse non guasterebbero alla causa.

Ve ne propongo alcuni stralci, anche se la lettera completa potete leggerla sul sito dell’Osservatore Romano (PDF)

[…] Prima di pensare alla scomunica era necessario e urgente salvaguardare la sua vita innocente e riportarla a un livello di umanità di cui noi uomini di Chiesa dovremmo essere esperti annunciatori e maestri. Così non è stato e, purtroppo, ne risente la credibilità del nostro insegnamento che appare agli occhi di tanti come insensibile, incomprensibile e privo di misericordia. È vero, Carmen portava dentro di sé altre vite innocenti come la sua, anche se frutto della violenza, e sono state soppresse; ciò, tuttavia, non basta per dare un giudizio che pesa come una mannaia.

[…] Il rispetto dovuto alla professionalità del medico è una regola che deve coinvolgere tutti e non può consentire di giungere a un giudizio negativo senza prima aver considerato il conflitto che si è creato nel suo intimo. Il medico porta con sé la sua storia e la sua esperienza; una scelta come quella di dover salvare una vita, sapendo che ne mette a serio rischio una seconda, non viene mai vissuta con facilità.

[…] Carmen, stiamo dalla tua parte. Condividiamo con te la sofferenza che hai provato, vorremmo fare di tutto per restituirti la dignità di cui sei stata privata e l’amore di cui avrai ancora più bisogno. Sono altri che meritano la scomunica e il nostro perdono, non quanti ti hanno permesso di vivere e ti aiuteranno a recuperare la speranza e la fiducia. Nonostante la presenza del male e la cattiveria di molti.

Luca

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Quando l’anticlericalismo ruppe gli argini

Leggevo ieri della proposta di dare la cittadinanza onoraria di Firenze a Beppino Englaro ed ho pensato che fosse una provocazione, fatta per far incazzare il vescovo di Firenze.

Il vescovo ovviamente è caduto nella trappola e si è molto arrabbiato.

La questione è secondo me irrilevante, ma è utile per fare una riflessione sull’anticlericalismo.

Secondo me c’è stato un momento preciso in cui l’anticlericalismo ha rotto gli argini in Italia.

E’ stato dopo che fu deciso di negare i funerali religiosi a Welby.
Non che prima la Chiesa piacesse a tutti, ma era tollerata un po’ di più.

Ricordo benissimo il tono della dichiarazione di Monsignor Fisichella trasmessa dal TG1.
Erano parole soppesate, dette con la gravità di chi sa che sta per dire cose che verranno ascoltate da tante persone.
E furono le parole sbagliate dette nel momento sbagliato.

Credo che niente abbia fatto il gioco dell’anticlericalismo come quell’immagine delle porte chiuse di una chiesa con le persone lasciate fuori a celebrare un funerale laico.

Boh, non lo so.
Sono giorni che penso questa cosa.

Quello che penso sulla morte di Welby, lo dissi a suo tempo.

Luca