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politica

Fateci sapere

Il prossimo week end si terrà a Bologna l’incontro promosso da Pippo Civati (con Debora Serracchiani).
Il fine settimana seguente ci sarà un’iniziativa analoga di Matteo Renzi a Firenze.

Pippo Civati, vedendo la lista degli intervenuti, farà una cosa molto interna al PD ed ai simpatizzanti, mentre Matteo Renzi sembra voler richiamare la società civile tutta, a partire dagli imprenditori e dagli amministratori locali.

Entrambi, dopo la loro separazione, fanno fatica secondo me a chiarire quale sia il loro possibile punto di arrivo.
Di Civati non si capisce se il suo grande impegno possa prima o poi definirsi in una vera e propria corrente interna al PD, capace di sostenere la candidatura di un segretario in modo davvero credibile, o se continuerà a restare per sempre al livello, alto, anzi altissimo, di circolazione di idee.
Di Renzi non si capisce se con la Leopolda 2011 voglia lanciare la sua candidatura come leader del centro-sinistra, se voglia lanciare la candidatura di qualcun altro (chi? la famosa donna trentenne?) o se, come paventato da qualcuno, voglia annunciare la formazione di un nuovo partito.

In entrambi i casi, c’è secondo me, un difetto di chiarezza.
Si invitano le persone a partecipare ad un evento, ma non se ne chiariscono gli obiettivi.

Alla Leopolda 2011 ci andrei volentieri, e magari un salto potrei pure farcelo.
A Bologna no, che mi pare troppo una rimpatriata tra amici.
Pippo, Matteo, fateci sapere però cosa intendete fare da grandi.
Senza esagerare con i tatticismi o con gli effetti speciali.
Che la benzina costa, i biglietti del treno pure ed il fine settimana lo dedichiamo volentieri alla famiglia.
Non fateci muovere invano.

Luca

PS: a proposito di effetti speciali, sono pronto a scommettere che alla Leopolda 2011 l’inno sarà una recente canzone di un celebre cantante toscano di nome Lorenzo. E sarei pure pronto a scommettere che ci sarà anche lui a Firenze.

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diario

Benvenuto nella tana del leone


Matteo Renzi qualche sera fa è stato ospite della Festa del PD a Firenze ed ha preso la sua bella dose di applausi, ma anche di fischi.
I fischi sono stati alimentati soprattutto dalle recenti polemiche con la CGIL.
Forse non lo sapete, ma Matteo Renzi è evocato durante le manifestazioni della CGIL fiorentina al pari o forse più di Berlusconi.

Renzi ha risposto alle domande, ha affrontato i contestatori e mi pare ne sia uscito piuttosto bene.
Che non è cosa da poco.

Nessuno sta mettendo in discussione il fatto che ci sia la legittimità dello sciopero.
Nessuno può mettere in discussione il fatto che un amministratore pubblico che rappresenta una città decida di non partecipare ad uno sciopero.
Se voi pensate che o si fa come dite voi o non si va da nessuna parte condannate la sinistra alla minoranza non per i prossimi cinque anni, ma per i prossimi cinquant’anni.

Luca

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diario

Sempre pronti all’autocritica

http://www.youtube.com/watch?v=wCBqVe5zQ5s

La serie televisiva Boris è per me fonte di aforismi e di insegnamenti.

Ora, essendo nato a Siena, lavorando a Firenze, contornato da livornesi e da pisani, diciamo che la toscanità mi avrebbe anche sufficientemente stuccato.

I miei colleghi non toscani, specialmente quelli romani, citano spesso questo spezzone di Stanis.
È perfetto.

… perché con quella c aspirata e quel senso dell’umorismo da quattro soldi, i toscani hanno devastato questo paese

Luca

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politica

Il sindacato delle cause perse

La nuova battaglia della CGIL contro i negozi aperti per il primo Maggio nei centri turistici è l’ennesima battaglia persa in partenza del più grande sindacato italiano.

Questi fanno le battaglie per i negozi chiusi il primo maggio.
Nel 2011.
Quando i negozi sono aperti a tutte le ore del giorno e della notte in ogni giorno dell’anno.

Poi magari mi sbaglio, ma a me pare che la CGIL sia messa peggio del giapponese che vive nell’isolotto convinto che la guerra non sia ancora finita.

Luca

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diario internet lavoro

Aldilà delle retoriche

Ovviamente non è facile parlare dell’azienda nella quale si lavora.
Però per uno come me che sta sulla rete da quando internet esiste, Paolo Barberis e Dada non sono soltanto un giovane imprenditore ed un’azienda.
Sono il tentativo italiano più credibile e più riuscito di fare in Italia quello che ad altri è riuscito negli Stati Uniti.
Organizzarsi con alcuni amici, metter su una start up, farla crescere e renderla una realtà solida ed affidabile, passando da zero lire a 170 milioni di euro di fatturato all’anno.

Riuscire a farlo oltretutto a Firenze, non in California, ma nemmeno a Milano, è poi un merito del tutto particolare.

Quando venerdì in azienda abbiamo saputo che Paolo Barberis si era dimesso da Presidente di Dada è stato un momento malinconico per molti di noi.

Aldilà delle melensaggini e delle retoriche lette su Facebook.
Perché Paolo Barberis è una persona molto capace e per Dada la sua partenza è una pessima notizia.

Luca