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informazione

Wired Italia ha una brutta cera

wired italia

Il nuovo sito di Wired Italia è brutto.
Inutile girarci intorno.
Brutto e caotico.

Ci sono pessime idee, tipo quella di telefonare ad un numero per ricevere un codice attraverso il quale accedere a contenuti extra rispetto alla rivista, e idee interessanti, tipo quella di inserire un podcast con l’audio di alcuni articoli letti da attori.

Nel complesso, mi sembra che si sia cercato di strafare, di mettere nel sito cose nuove e super-sociali, quando oggi basta fare un buon sito di una rivista e mettere i bottoni per twitter e facebook in fondo ad ogni articolo.
Il resto vien da sé.

E poi, lo so che il feed RSS è roba per vecchi tromboni come me, ma sarebbe bene che fosse reso più evidente.
Comunque, se siete appunto vecchi tromboni come me, basta che aggiungiate /rss.xml alla URL della sezione che vi interessa, ad esempio http://daily.wired.it/rss.xml.

Luca

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blog internet

Spazi di raziocinio

Mettevi nei panni di noi poveri possessori di un blog.
Siamo stati prima degli sfigati personaggi di nicchia, poi siamo diventati dei fighi innovatori, poi siamo scomparsi all’ombra di Facebook e degli altri socialcosi.

Ora, da alcuni mesi, si sta facendo largo l’idea che in realtà siano proprio quelli che resistono ad avere un blog ad essere fighi e bravi.

Lo dice, più seriamente, Massimo Mantellini su Punto Informatico.

Se Facebook, Twitter o Friendfeed sono oggi il luogo del tempo reale informativo, quegli stessi ambiti sembrano essere, contemporaneamente, imperfetti servitori di una idea di costruzione organica del pensiero strutturato. Se la veloce battuta, il “like” alla vibrante campagna online o il rapido colpo d’occhio che quotidianamente dedichiamo alla nostra colonna di lifestreaming, non può esaurire la nostra capacità di maneggiare contenuti notizie ed opinioni ma solo potenziarne velocità ed ampiezza, questo significa che dovranno esistere (anzi, continuare ad esistere) altri luoghi della Rete vocati ad una sua più stabile organizzazione.

I siti web editoriali sono già da tempo in grado di rispondere a questa esigenza ed anche i blog personali, con tutti i loro limiti, hanno mantenuto intatta negli anni questa predisposizione alla lentezza del pensiero recuperabile. Scrivere un blog oggi significa, prima di tutto, partecipare ad una necessaria archiviazione dei pensieri, rubando tempo al veloce flusso di coscienza che è diventata oggi la regola della fruizione informativa ai tempi dei social network. Se questi spazi di raziocinio saranno destinati a mantenersi, nei prossimi anni, sarà certamente una buona notizia.

Luca

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blog internet

Non si importano più le note su Facebook

Sappiamo tutti quanto Facebook venga spesso criticato per il modo sbarazzino usato nel cambiare le impostazioni della piattaforma e soprattutto per il fatto di comunicarlo male ed in ritardo.

Ho scoperto stasera (e sono piuttosto sicuro che ieri non era così) che Facebook non permette più di importare note da un feed esterno, come ad esempio dal proprio blog personale.

Ecco cosa si legge nel posto dove veniva settata questa impostazione nella propria bacheca.

The Imported Stories feature is no longer available. Most of the sites supported by this feature now allow you to publish stories to Facebook directly from the site.

facebook imported stories

Ovviamente non ci sono problemi per le piattaforme più utilizzate, come ad esempio Twitter e FriendFeed che hanno sviluppato delle loro applicazioni per rimbalzare il loro feed su Facebook.

Ci sono problemi per chi ha un blog con WordPress su un hosting personale e per tutti gli altri servizi che non hanno sviluppato una loro applicazione per Facebook.

Niente di gravissimo.
Magari lo si poteva annunciare prima e magari lo si poteva discutere con la comunità.
Ma questo non è proprio nello stile di chi sta dietro Facebook.

Luca

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internet vivere

Diventare compagni di scuola su Facebook prima che a scuola

Internet ed i social network non ci hanno cambiato la vita.
Le dinamiche che conducono l’esistenza delle persone alla fine rimangono più o meno sempre le stesse.
Ci sono però ambiti in cui i socialcosi effettivamente ci aiutano a costruire la nostra rete di conoscenze.
Soprattutto in momenti molto particolari come, ad esempio, quando passiamo da una scuola ad un’altra.

Lo racconta Luciano Blini:

Mia nipote ha superato da poco gli esami di terza media e il prossimo settembre comincerà l’avventura del Liceo.

L’altroieri è andata a controllare in che classe è capitata, requisito indispensabile per comprare i libri di testo per l’anno nuovo. Beh, credo sia bastata una foto scattata dal cellulare per annotarsi i nomi di tutte le sue nuove compagne di classe. Timidamente poi le ha cercate su Facebook per curiosità, ma mi ha detto che non le ha aggiunte tra gli amici. Ci hanno pensato loro ad aggiungere lei.

Sono passati due giorni, probabilmente ne bastava anche solo uno.

Mesi e mesi prima dell’inizio della scuola mia nipote sta già condividendo piccoli pezzi di vita digitale con persone che non ha (ancora) incontrato, ha già costruito una rete di conoscenze, probabilmente sta già scambiando i ricordi di un’estate che ancora deve venire con amiche che vivranno insieme a lei un’avventura lunga 5 anni.

Io tutto questo lo trovo fantastico.

Pure io.

Luca

Via | Zio Bonino

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internet

E voi che dicevate che Farmville è una cretinata

luca farmville

Ci sono quelli che hanno giocato su Facebook a Farmville e quelli che no.
Ci sono quelli che hanno intravisto nel gaming online di Zynga (casa produttrice di Farmville) un perditempo per impiegati annoiati e quelli che ci hanno visto un formidabile business.

Zynga, nel frattempo, il prossimo anno potrebbe fatturare 1 miliardo di dollari (!) e Google gli ha staccato segretamente un assegnino di almeno 100 milioni di dollari per sviluppare quello che si potrebbe chiamare Google Games e che potrebbe rientrare nel progetto più ampio di social network di Google.

Quelli di Zynga, come si è visto, sono stati dei geni.
Semplicemente perché hanno fatto una cosa semplice e l’hanno fatta per primi.
La gente non è disposta a spendere un euro per scaricare musica legale, ma ne spende magari 10 per comprare benzina per il trattore nel suo Farmville.
Ora in tanti vorrebbero percorrere questa strada.
Non sarà facile ripetere il successo.

Luca

Via | Punto Informatico