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Chaos in Motion 2007-2008

E’ uscito ieri il nuovo live dei Dream Theater che documenta il tour mondiale che è seguito all’uscita di “Systematic Chaos” e che è durato un anno, con 115 concerti in più di 100 città in tutto il mondo.
Ebbi modo di criticare l’ultimo lavoro dei DT avendolo ritenuto inferiore allo standard a cui ci aveva abituato la band americana.

I Dream Theater dal vivo restano comunque uno spettacolo da non perdere per gli amanti del genere.

Il live in realtà è un doppio DVD, che nella sua versione Deluxe contiene anche 3 CD contenenti la registrazione audio del DVD.

Purtroppo, sembra che la versione Deluxe non sia più disponibile.

Luca

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The Road Home di Jordan Rudess

Qualche giorno fa mi sono ascoltato The Road Home, il nuovo disco solista di Jordan Rudess.
JR è da ormai 10 anni il tastierista dei Dream Theater, ma è un artista molto eclettico che suona anche in molti altri progetti.

In “The Road Home” il nostro Jordan Rudess arrangia a modo suo alcuni dei più epici pezzi della storia del rock progressive, tra cui Tarkus degli ELP, Sound Chaser degli Yes, Dance on a Volcano dei Genesis e Just the Same dei Gentle Giant.

Jordan Rudess

Il risultato secondo me è ottimo in quanto viene riproposta una rilettura contemporanea di pezzi che sono ritenuti intoccabili; l’arrangiamento è azzeccato soprattutto grazie ad una scelta di suoni piuttosto coraggiosa, se si considera che i brani sono stati scritti e suonati più di 30 anni fa con strumenti analogici.
Insomma il disco è una gradevole rilettura moderna di pezzi del prog degli anni d’oro, il tutto suonato ottimamente.

Nel disco appaiono nomi importanti dell’ambiente progressive come Neal Morse, Steven Wilson e Nick D’Virgilio.
Alla chitarra l’ottimo e italianissimo Marco Sfogli.

Se non avete mai conosciuto prima Jordan Rudess, ve lo propongo in versione melensa durante un concerto di Steven Wilson (il pezzo è Lazarus dei Porcupine Tree).

Luca

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La svolta metal dei Dream Theater

Per accontentare i molti lettori che hanno scoperto il mio blog mentre stavano cercando notizie sull’ultimo album dei Dream Theater, pubblico una recensione di Systematic Chaos.

SC è il nono album di studio dei Dream Theater ed è il primo pubblicato con la Roadrunner Records.
In molti si attendevano una svolta dopo il cambio di etichetta e svolta c’è stata.
Per quanto mi riguarda è però andata non nella direzione che mi auspicavo.

Le mie considerazioni devono ritenersi valide per sette degli otto brani dell’album.

I DT hanno svoltato verso il metal, dimenticando quasi del tutto le contaminazioni progressive che li hanno resi una delle band più interessanti del panorama rock degli ultimi 20 anni.

Non ho mai sentito un disco dei DT così piatto e privo di sentimento.
Petrucci, che già normalmente tende a cadere nel tecnicismo, offre una prova incolore, sfoderando assoli tanto veloci quanto privi di ispirazione.
La stessa cosa la possiamo dire per Rudess, il funambolico tastierista, che sembra soltanto voler inseguire la velocità del suo amico chitarrista.
Il cantato è quasi sempre piatto, scontato e incapace di valorizzare il caratteristico timbro di Labrie.
Myung e Portnoy forniscono, invece la tradizionale garanzia per quanto riguarda l’impianto ritmico; non sono loro a deludere.

Uno sguardo veloce alle 8 tracce dell’album.

  1. In the Presence of Enemies Pt. 1: E’ la prima parte della Suite, che si conclude con l’ottava traccia e rappresenta l’overture dell’album. E’ piatta come il resto.
  2. Forsaken: qui si tocca quasi il fondo. E’ il pezzo da classifica. Brutto. Forse il peggiore. Sicuramente il più banale.
  3. Constant Motion: pezzo molto duro, anzi durissimo. Tempo ai limiti dell’umano. Sarebbe bello, se avesse qualcosa da dire. Ma non lo ha.
  4. The Dark Eternal Night: qui siamo di fronte ad un pezzo metal. Sembra di sentire i Metallica. Tecnica mostruosa. Petrucci con la chitarra a 7 corde. Ma è un pezzo troppo duro per le mie orecchie. Mi sarebbe forse piaciuto 20 anni fa.
  5. Repentance: pezzo floydiano, ma soltanto nelle sonorità. Minestrone insipido e privo di mordente. Il peggior pezzo dell’album
  6. Prophets of War: qui i DT provano a sperimentare, anche se il risultato è troppo commerciale. Rudess si cimenta con l’elettronica ed il pezzo è carino.
  7. The Ministry of Lost Souls: il miglior brano presente in SC. Lunga ballata, arricchita da molti cambi di tempo, ma con una struttura bella, gradevole. Petrucci si ricorda di essere un chitarrista e non un fenomeno da baraccone; bel riff, soli corposi e convincenti. Questo si, è un bel pezzo.
  8. In The Presence of Enemies Pt. 2: pezzo piuttosto scialbo e noioso, anche se migliore rispetto al resto.

Forse sono stato un po’ cattivello, ma le mie aspettative su questo album erano ben altre.
E’ evidente che SC sia un lavoro qualitativamente ben superiore alla media, ma i DT ci avevano abituato a ben altro.
Del resto, dopo più di 20 anni di carriera, un po’ di appannamento mi sembra naturale.
Li aspettiamo alla prossima prova.

Luca

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The Dark Eternal Night In-Studio

La Roadrunner Records ha reso disponibile un video girato durante la registrazione del pezzo “The Dark Eternal Night” che sarà la quarta traccia di Systematic Chaos.
Ve lo ripropongo qui.

Luca

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Neal Morse

Quando tre anni fa lessi la recensione di un disco su “Musica”, il compianto allegato di Repubblica sostituito dall’inutile XL, non pensavo di stare per essere proiettato in un mondo musicale sconfinato del quale non conoscevo nemmeno l’esistenza.
La recensione in questione riguardava “One” di Neal Morse ed il mondo che non conoscevo era quello del Symphonic Prog” o comunque del prog contemporaneo.

Non credevo che anche oggi ci fossero così tanti artisti che ricalcano le orme di Genesis, Yes, ELP,…

One mi piacque così tanto che iniziai a fare un percorso di ricerca all’indietro, scoprendo così tutta una serie di gruppi formidabili, tra cui: Transatlantic, Dream Theater, The Flower Kings, Glass Hammer, Arena e tanti altri.

A Febbraio è uscito il nuovo album di Neal Morse intitolato “Sola Scriptura“, che ricalca lo stile dei precedenti, ma si avvicina ancora di più ai Dream Theater.
Se il prog contemporaneo vi interessa, Neal Morse può essere un ottimo punto da cui iniziare.

Vi propongo un video girato durante la registrazione di Sola Scriptura in cui appaiono Neal Morse e Mike Portnoy.

Luca