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Ma davvero vi frega qualcosa della legge elettorale?

Non ho dati certi, ma sono abbastanza convinto che questo grande interesse per la legge elettorale sia tutto italiano.
Secondo me, ripeto non ho dati certi, negli altri paesi la gente va a votare, sa che deve farlo seguendo certe regole e sa che, in qualche modo, le sue scelte si manifesteranno nel modo in cui verrà composto il parlamento.
Non credo che la gente stia lì a disperarsi per capire come funziona tutto il sistema.

Da noi, no.
Sono 25 anni che sento parlare di riforma della legge elettorale.
A volte riescono a cambiarla, molte altre no.
Cosa cambia?
Niente, ovviamente, perché i partiti si attrezzano di conseguenza e trovano il modo per ottenere il massimo dei voti dal sistema elettorale vigente.

Anche le tanto acclamate preferenze, per altro strumento principale del voto di scambio, non cambiano la sostanza. Perché i candidati vengono comunque scelti dai partiti, e non è che vai a votare e puoi indicare il tuo amico che è una brava persona e che vorresti veder sedere in parlamento. Perfino le primarie di collegio, che mi auguro il PD adotti prima o poi, non cambiano neppure quelle la sostanza. Perché devi comunque passare da candidature almeno in parte sostenute dal partito.

Gli italiani vorrebbero eliminare la mediazione dei partiti e vivere in una qualche strana forma di democrazia diretta.
Qualunque riforma elettorale li scontenterà.
Perché a nessun italiano importa niente della legge elettorale, come non gli importa di capire in che modo funziona il frigorifero che ha in casa.
E’ solo l’ennesima lamentela, l’ennesima scusa per addossare ad altri le proprie responsabilità.
O per evitare di trovare delle soluzioni che implichino anche il proprio intervento fattivo.

La cosa fantastica è che i partiti, invece di sforzarsi di educare i cittadini e di rendere chiaro il loro ruolo, si incartano pure loro nelle discussioni sui modi, dimenticando sempre i contenuti.
Assecondati, in questo caso, pure dal Presidente Napolitano, ahimè.

Luca

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I migliori auguri al Movimento 5 Stelle

beppe grillo

Non si può nascondere la realtà.
Sondaggi alla mano, il Movimento 5 Stelle è il secondo partito italiano.
Potremmo dilungarci su cosa significhi questa cosa, su come sia possibile che quello che ieri era un popolo di coglioni che votava in massa Berlusconi oggi sia diventato un popolo di strenui difensori della legalità e della buona politica, ma forse è meglio andare avanti, guardare oltre.

Non condivido quasi più niente delle posizioni di Beppe Grillo.
Non ne condivido i contenuti e soprattutto non ne condivido i toni.
Basta leggersi i commenti più votati sul suo blog per capire il livello.
Il commento più votato di oggi, inizia così:

Questo Bersani è il gran visir di tutti i coglioni che esistono in questo pianeta.
O è scimunito di natura, o ci fa.[…]

Hai voglia a dire che bisogna dialogare con i grillini.
Se chi cura il blog sceglie questo come il commento migliore, capite che il confronto non può essere facile.

Detto questo, i grillini ci sono ed hanno vinto.
Mettiamoli alla prova, vediamo come amministreranno i comuni dove hanno messo un loro sindaco.
Perché una cosa è avere un consigliere regionale a fare da guastatore, altra cosa è avere un sindaco.
Li terremo d’occhio, questo è sicuro.
La stessa severità con la quale giudicano gli altri, la useremo per giudicare loro.

Poi alle prossime politiche vedremo cosa decideranno di fare.
Beppe Grillo, non potendosi candidare per le note vicende giudiziarie, fungerà da leader senza poltrona.
Faranno eleggere i loro deputati in parlamento.
E noi giudicheremo pure loro.
Sempre con la stessa severità di cui dicevo prima.

Questa è la democrazia, quella che loro tanto disprezzano.
Ora tocca a loro.

Vedremo cosa riusciranno a fare.
E quanto riusciranno a fare nonostante Beppe Grillo.

Luca

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E di nuovo il 25 Aprile

E di nuovo sentiremo gente alterare le verità storiche, dire che i vinti valgono quanto i vincitori, che le idee dei primi sono degne quanto quelle dei secondi, che non abbiamo liberato un bel niente, che oggi non si deve festeggiare.

In realtà oggi è uno di quei pochi giorni di cui ancora andare fieri.
C’era una dittatura fascista, c’erano un duce ed un re che avevano fatto carne da macello dell’Italia facendola stuprare dai tedeschi, con il consenso del Vaticano, nonostante tanti preti e cattolici antifascisti.
Il 25 Aprile quella dittatura non ci fu più ed iniziò un periodo di libertà e di democrazia che continua tuttora.

I bastian contrari lasciateli parlare.
Oggi c’è solo da festeggiare.

Luca

Cliccate sull’immagine per vedere la vignetta di Makkox dell’anno scorso.

makkox 25 aprile

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Due o tre cose sul governo Monti. E sui poteri forti

i poteri forti

Ieri si è insediato il governo di Mario Monti.
Non sto qua a ripetere quanto siano competenti e preparate le persone che lo compongono.
Vi consiglio, per iniziare, di leggere il profilo che fa Ivan Scalfarotto di Corrado Passera, figura centrale in questo governo.

Non mi pare nemmeno utile rimarcare quanto questo governo sia ben voluto ai poteri forti.
I poteri forti sono forti.
La politica non è forse mai stata così debole.
Lo è stata la maggioranza di centro-destra, ma lo è stata anche l’opposizione che non ha saputo proporre un’alternativa credibile al ridicolo governo Berlusconi.
Ve lo immaginate in questo momento un governo con PD, Di Pietro e Vendola?
I poteri forti sono forti, si diceva, ed hanno deciso, stimolati dal Presidente della Repubblica, che forse era il caso di provare a sistemare questo paese.

Ora siamo qui.
Tutti, o quasi tutti, con delle alte aspettative su questo nuovo governo.
Siamo fiduciosi che Monti riesca a rimettere in carreggiata l’Italia.

Questa deve essere una fase, però.
I partiti si lecchino le ferite e si preparino a rilanciare la loro iniziativa.
Hanno un anno abbondante di tempo.

Perché se nel 2013 il governo Monti avrà fatto bene il suo lavoro ed i partiti si presenteranno nello stesso modo in cui si presentano oggi, sarà complicato convincere gli Italiani che la democrazia è meglio del governo degli illuminati.

E la colpa sarà della politica, non dei poteri forti.
Che quelli si sa che sono forti.

Luca

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Non permetteremo alla paura di piegarci

norvegia rose
(Fabrizio Bensch/Reuters)

Il Primo Ministro della Norvegia, Jens Stoltenberg, ha tenuto un discorso molto bello durante la manifestazione in ricordo delle vittime del 22 Luglio.

Miei cari,
che spettacolo!
Mi trovo faccia a faccia con la volontà del popolo.
Voi siete la volontà del popolo.
Migliaia e migliaia di norvegesi – a Oslo e in tutto il paese – fanno la stessa cosa stasera.
Occupano le strade, le piazze, gli spazio pubblici con lo stesso messaggio di sfida: abbiamo il cuore a pezzi, ma non ci arrendiamo.
Con queste fiaccole e queste rose mandiamo al mondo un messaggio: non permetteremo alla paura di piegarci, e non permetteremo alla paura della paura di farci tacere.

Il mare di gente che vedo oggi davanti a me e il calore che sento da tutto il paese mi convince che ho ragione.
La Norvegia ce la farà.
Il male può uccidere gli individui, ma non potrà mai sconfiggere un popolo intero.
Questa sera il popolo norvegese sta scrivendo la storia.
Con le armi più potenti del mondo – la libertà di parola e la democrazia – stiamo disegnando la Norvegia per il dopo 22 luglio 2011.

Ci saranno una Norvegia prima e una Norvegia dopo il 22 luglio.
Ma sta a noi decidere come sarà la Norvegia.
La Norvegia sarà riconoscibile.
La nostra risposta ha preso forza durante le ore, i giorni e le notti difficili che abbiamo dovuto affrontare, ed è ancora più forte questa sera: più apertura, più democrazia. Determinazione e forza.
Noi siamo questo. Questa è la Norvegia.
Ci riprenderemo la nostra sicurezza!

Dopo gli attacchi di Oslo e Utøya, abbiamo affrontato uniti lo shock, la disperazione e il lutto.
Continueremo a esserlo, ma non sarà sempre come è adesso.
Lentamente, qualcuno inizierà per primo a essere in grado di riaffrontare la vita di tutti i giorni. Per altri ci vorrà più tempo.
È importante che siano rispettate queste differenze. Tutte le forme di lutto sono ugualmente normali.

Dovremo comunque prenderci cura l’uno dell’altro.
Dimostrare che è qualcosa cui teniamo.
Dobbiamo parlare con quelli per cui è stata più dura.
Dobbiamo essere umani e fraterni.
Noi riuniti qui questa sera abbiamo un messaggio per tutti quelli che hanno perso qualcuno cui volevano bene: siamo qui per voi.

Guarderemo anche in avanti per la Norvegia dopo il 22 luglio 2011.
Dobbiamo fare attenzione a non arrivare a conclusioni affrettate mentre siamo un paese in lutto, ma ci sono alcune cose che ci possiamo promettere questa sera.

Prima di tutto, oltre tutto questo dolore, possiamo intravedere qualcosa di importante che ha messo le sue radici.
Ciò che vediamo questa sera potrebbe essere la più grande e la più importante marcia che il popolo norvegese abbia mai condotto insieme dalla Seconda guerra mondiale.
Una marcia per la democrazia, per la solidarietà e per la tolleranza.

Le persone in tutto il paese sono fianco a fianco in questo momento.
Possiamo imparare da questo. Possiamo fare più cose come questa.
Ognuno di noi puoi contribuire a costruire una democrazia un po’ più forte. Questo è ciò che vediamo ora qui.

In secondo luogo,
voglio dire questo a tutti i giovani raccolti qui.
Il massacro di Utøya è stato un attacco contro il sogno dei giovani di rendere il mondo un posto migliore.
I vostri sogni sono stati interrotti bruscamente.
Ma i vostri sogni possono essere esauditi.
Potete tenere vivo lo spirito di questa sera. Voi potete fare la differenza.
Fatelo!
Ho una semplice richiesta per voi.
Cercate di essere coinvolti. Di interessarvi.
Unitevi a una associazione. Partecipate ai dibattiti.
Andate a votare.
Le elezioni libere sono il gioiello di quella corona che è la democrazia.
Partecipando, voi state pronunciando un sì pieno alla democrazia.

Infine,
sono infinitamente grato di vivere in un paese dove, in un momento così critico, il popolo scende nelle strade con fiori e candele per proteggere la democrazia.
Per commemorare e onorare le persone che abbiamo perso.
Questo dimostra che Nordahl Grieg aveva ragione: «Siamo così pochi in questo paese, che ogni caduto è un fratello e un amico».

Ci porteremo tutto questo con noi mentre iniziamo a mettere insieme la Norvegia del dopo 22 luglio 2011.
I nostri padri e le nostre madri ci avevano promesso: «Non ci sarà mai più un 9 aprile».
Oggi diciamo: «Non ci sarà mai più un altro 22 luglio».

Luca

Via | Il Post – Foto | The Big Picture