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La Siena che verrà

palazzo sansedoni

Ieri sera nel bus un tweet di David Allegranti mi fece sobbalzare dal mio torpore.

La Fondazione vende quote della sua partecipazione in MPS e di fatto non sarà più lei a controllare la Banca.

Stamattina pensavo di trovare gli zombie per le strade, i cassonetti incendiati, i palazzi in fiamme.
Invece niente.
Il bus dei bancari era triste come al solito.
Tutti facevano finta di niente.

Siena è così.
Niente ci scuote, convinti di averle già viste tutte, illusi di essere ancora il centro della civiltà.

Ieri, in realtà, è successa una cosa molto importante, che cambierà il destino della nostra città.
Ci saranno grandissime ricadute occupazionali, sarebbe sciocco non prevederle.

Certo che la banca resta e le filiali non chiuderanno.
Ma c’è tutta una rete di servizi che gira intorno alla banca il cui destino diventa molto incerto.
Per non pensare a tutte le realtà, specialmente quelle cooperative, che hanno potuto svilupparsi grazie ai contributi a fondo perduto della Fondazione.

Ecco, io oggi mi aspettavo di trovare del panico in città.
Invece, la civetta de La Nazione aveva un titolo con grandezza ben inferiore a quella usata per raccontare un successo della Mens Sana o della Robur.

Ma noi senesi siamo fatti così.
Niente ci spaventa.
Abbiamo vinto la battaglia di Monteaperti, cosa vuoi che ci possa fare un’operazione bancaria.

Ecco, stiamo pure sereni.
Ma le cose cambieranno.
E parecchio.

Luca