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politica

Il sindacato delle cause perse

La nuova battaglia della CGIL contro i negozi aperti per il primo Maggio nei centri turistici è l’ennesima battaglia persa in partenza del più grande sindacato italiano.

Questi fanno le battaglie per i negozi chiusi il primo maggio.
Nel 2011.
Quando i negozi sono aperti a tutte le ore del giorno e della notte in ogni giorno dell’anno.

Poi magari mi sbaglio, ma a me pare che la CGIL sia messa peggio del giapponese che vive nell’isolotto convinto che la guerra non sia ancora finita.

Luca

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natura

Di vulcani, cgil, cisl e uil

eruzione eyjafjallajökull

Non sto a dirvi quanto sia ganza questa cosa dell’eruzione del Eyjafjallajökull.
Tutto il mondo che si ferma per i capricci di un fenomeno naturale, oltretutto innocuo.
L’eruzione in Islanda, ma per i capricci del vento a Reykjavík non hanno visto niente, mentre l’Europa è stata raggiunta praticamente ovunque.

E poi, per tornare a me, i sindacati che rinviano lo sciopero dei trasporti di venerdì prossimo.

Un vulcano erutta in Islanda e CGIL-CISL-UIL revocano lo sciopero dei trasporti in Toscana.
Non siamo al battito di ali della farfalla che provoca un uragano dall’altra parte del mondo, ma insomma…

Luca

Foto | Nasa

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diario lavoro

Scusate, saranno stati i peperoni

Sarà perché sono veramente inferocito per la storia di Alitalia.
Sarà che mi è capitato di partecipare ad un’assemblea sindacale in cui ho sentito pronunciare frasi del tipo: “si sono permessi di firmare”, “gli dobbiamo far vedere che non scherziamo!”.

Mi chiedo però come faccia lo stesso sindacato, la CGIL, a mobilitarsi per difendere i diritti di chi guadagna 1.200 € al mese e di chi ne guadagna 10.000.
Ci propongono azioni di lotta, scioperi e chissà quali altri stupefacenti ed originali iniziative per vedere aumentare il nostro salario mensile magari non di 20 €, ma di 30 €.

A quella assemblea sindacale io mi sono alzato in anticipo e me ne sono tornato a lavorare.

La cosa più giusta da fare però sarebbe stata quella di alzare la mano, mettersi in piedi, attendere che si fosse fatto silenzio e quindi esplodere un bel rutto.
Ed allontanarsi, sorridendo nell’immaginarsi le facce dell’assemblea.

Luca

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politica

Magari fosse vero il fallimento di Alitalia

Ho ben chiaro che cosa significhi rischiare di perdere il lavoro.
La battaglia del personale Alitalia contro il piano di ristrutturazione dell’azienda è però soltanto un tentativo di non arrendersi a diventare finalmente lavoratori come tutti gli altri.

Nessuna categoria professionale (o quasi nessuna) vanta i privilegi del personale Alitalia.
A nessun lavoratore viene proposta una cassa integrazione di 7 anni con l’80% dello stipendio.

La CGIL, nel difendere i piloti, ha secondo me commesso un autogol clamoroso che cambierà il ruolo del sindacato stesso nel futuro delle contrattazioni.
Non si può difendere chi si batte unicamente per non perdere i propri privilegi.
Privilegi, non diritti.

Le aziende falliscono. E’ una cosa che può succedere.
Per l’Italia il fallimento della compagnia aerea di bandiera non porterà nessun peggioramento.
Alitalia applica ormai da anni una politica dei prezzi anti-concorrenziale.
Ci leveremo di torno un carrozzone inutile e costoso.

Piloti ed assistenti di volo troveranno altre sistemazioni, anche se si dovranno adeguare alle condizioni del mercato del lavoro.
Ai precari toccherà, come sempre, la parte peggiore, ma questo vale per tutti i precari di tutte le aziende.
Non si capisce perché per quelli di Alitalia dovrebbe essere diverso.

Anch’io, quindi, mi auguro che Alitalia fallisca.
Sarebbe dovuto succedere già una decina di anni fa.

Il problema è che Alitalia non fallirà e lo stato metterà in piedi l’ennesimo salvataggio senza senso.
L’esultanza dei piloti alla notizia del ritiro dell’offerta di CAI secondo me testimoniava proprio questo.
Esultavano perché sapevano di averla fatta franca.

L’ennesimo trionfo dell’ennesima casta italiana.
Mi auguro che i festeggiamenti di ieri se li debbano rimangiare tutti.

Luca