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La crisi al Comune di Siena

Nel giorno della nomina del nuovo CDA del Monte dei Paschi, rischia di saltare la giunta del Comune di Siena che si è vista bocciare il bilancio 2011 grazie al voto contrario di 8 consiglieri di maggioranza.
E’ la vendetta dei fratelli Monaci e degli ex-margheritini per non avere ottenuto le nomine che pretendevano nel CDA della Fondazione.
Il bilancio del 2011 era ovviamente un pretesto.

A questo punto, se la lotta intestina dovesse prolungarsi, andremo verso un commissariamento del Comune e quindi a nuove elezioni.

Tutto questo mentre appare chiaro il ridimensionamento che la Banca farà delle sue attività senesi e di conseguenza di tutte quelle realtà che sono riuscite a sopravvivere grazie all’appoggio miope generoso ed incondizionato della Banca.
Penso all’Università, ma anche a tutte le società satellite del Monte dei Paschi che hanno attinto senza dare quasi nulla in cambio.

La gravità della situazione, sottovalutata da una gran parte dei senesi, avrebbe richiesto ovviamente una maggiore responsabilità da parte di tutti.
Una crisi politica era l’ultima cosa di cui Siena aveva bisogno in questo momento.
Ma che il comune cada per una poltrona mancata nella Fondazione riassume e racchiude tutto quanto Siena è diventata.
Un grande sistema clientelare che ha fatto comodo a tutti o quasi.
Finché il sistema non va in crisi e, a quel punto, cade tutto.

Pagherà probabilmente per tutti la giunta di Ceccuzzi che è ben lontano da essere stato il peggior sindaco che abbia avuto Siena.
Cenni, che è uno degli architetti dell’imboscata di oggi, ha responsabilità ben più gravi sulla deriva della città.

Ci sarà da rimboccarsi le maniche.
Nessuno si senta escluso.

Luca

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Come sta andando al Monte dei Paschi? E in Comune?

Nel frattempo, in attesa di capire di che morte morirà il Monte dei Paschi, in consiglio comunale se la stanno spassando, con il PD che si spacca e la maggioranza di Ceccuzzi salvata da sei voti di minoranza, compreso quello di Corradi.

David Allegranti racconta la seduta di ieri del consiglio con dovizia di particolari.

Per la prima volta da settimane dopo essersi mandati a quel paese su internet e giornali, i 6 consiglieri del Pd che fanno capo ai fratelli Monaci possono scazzottarsi con il resto del partito nella sala del Consiglio.[…]
Se la maggioranza, o meglio il sindaco Franco Ceccuzzi, chiedeva «discontinuità» alla Fondazione, i sei consiglieri sembrano spingersi oltre e vogliono il ricambio totale della Deputazione amministratrice nonché «significativi tagli» ai compensi degli amministratori, sia ai membri del Cda che a chi sta negli organi della Fondazione. Come a dire: se a noi non è toccato nulla, almeno a voi tocchi molto meno. La rappresaglia dopo le nomine del Monte, insomma, è partita.

Nel frattempo Ceccuzzi scarica definitivamente Mancini, accusandolo di non averlo avvertito che la Fondazione, insomma, non era messa benissimo e che avrebbe perso il controllo sulla Banca.

Ha vinto la sinistra del PD contro la componente della margherita?
Ha vinto Ceccuzzi contro i fratelli Monaci?

Di sicuro non ha vinto Siena e non ha vinto il Monte dei Paschi.

Mi pare che sia sempre più chiaro che qui hanno perso tutti.
Abbiamo.

Luca

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Il voto a Siena

Due parole sulle elezioni amministrative a Siena a spoglio ancora in corso.

Vince bene il centro-sinistra che piace più del suo candidato Ceccuzzi, visto che il voto di lista supera quello per il candidato sindaco di quasi il 7%.
Una parte degli elettori di centro-sinistra sembra aver votato a destra per Corradi e a sinistra per la Vigni, che entrambi prendono più voti delle loro liste collegate.

Disastro per Nannini nonostante l’alleanza con la Lega.
Risultato deludente per Corradi che paga probabilmente sia lo sfacelo del terzo polo a livello nazionale che le sciagurate dichiarazioni di Martelli sulla dittatura a Siena.
Risultato parzialmente deludente anche per il Movimento 5 Stelle che non arriva al 4% che, visti i risultati in altre città, non pare essere un risultato straordinario.
Anche il candidato grillino prende probabilmente una parte del voto disgiunto del centro-sinistra.

Ceccuzzi ed il centro sinistra prendono praticamente gli stessi voti che prese Cenni nel 2006.
Anche in questo caso, con un candidato più convincente, il centro-sinistra avrebbe probabilmente superato il 60%.

Ora sarà bene che Piccini decida come investire il suo tempo libero.
I senesi non lo vogliono più.
Sarebbe ora che ne prendesse atto.

Luca

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Si, ma alla fine te per chi voteresti?

candidati sindaco siena

Negli ultimi mesi ho parlato spesso delle prossime elezioni amministrative di Siena.
Ho parlato male di tutti ed ho parlato male soprattutto del grande blocco che tiene in piedi Siena, ma che la tiene anche bloccata.
Blocco che ruota tutto intorno alla Banca.

Ora, io non voto a Siena, quindi è facile criticare.
Ma se il 15 dovessi andare a votare, chi voterei?

Voterei Ceccuzzi, senza neanche tanti ripensamenti.

Ah, allora a te vanno bene le così così come sono?
Un po si ed un po’ no.
Ma penso che molte delle cose che tengono bloccata Siena siano da imputare ai senesi, alla loro Banca ed al loro ottuso modo di non riuscire a vedere più in là del loro naso.

E se il PD in questo è conservatore, chi osteggia il PD lo critica per esserlo troppo poco.
Siena dovrebbe essere ancora più SIENA, chiudersi ancora di più dietro le sue mura, difendere la Banca dagli invasori e far finta che là fuori non ci sia tutto un mondo che di Siena e delle sue dinamiche semplicemente se ne frega.

A Siena, come del resto in Italia, le uniche speranze riformiste non possono che venire dal PD.
Che è inadeguato, e sappiamo tutti quanto lo sia.
Ma è anche il punto migliore che abbiamo per partire a fare qualcosa di buono.

Guardate a Siena quali sono le alternative.

  • Corradi: politico debolissimo che dovrà chiedere il permesso a Piccini ogni volta che vorrà andare in bagno.
  • Nannini: candidato semplicemente impresentabile, scelto da Verdini soltanto per la sua visibilità nazionale e perché destinato alla sconfitta.
  • Vigni: la classica brava persona di sinistra candidata a fare una buona opposizione in consiglio comunale, ma con nessuna velleità di fare davvero il sindaco.
  • Pinassi: grillino, in quanto tale lo escludiamo a priori.

Se queste sono le alternative, allora grazie, mi tengo Ceccuzzi.

Io vorrei un candidato più coraggioso e più moderno, non uno che si arrocchi ancora dietro la difesa della senesità.

Sono reduce dalla serata di ieri sera con Matteo Renzi.
Era una via di mezzo tra un comizio e la presentazione del libro di Matteo (di cui vi parlai).

Sarà stata la presenza di Renzi, che è un fuoriclasse, ma la mia convinzione che non ci sia una proposta migliore di quella del PD si è rafforzata.
Se volete una buona amministrazione, Ceccuzzi è il candidato migliore.

Se invece volete davvero il cambiamento, che rompa il sistema di potere che controlla Siena, allora dovete aspettare che la Banca prenda altre vie.
Poi però le cose cambiano per tutti.
Perché il blocco di potere dà noia a tutti, ma tutti ci vivono alle spalle.

Per cambiare davvero le cose bisogna volerlo fare.
A Siena non si vuol cambiare un bel niente.
Si vuole semplicemente star bene come si stava prima.
Ma prima prima.

E quello è semplicemente impossibile.
Non si torna indietro.
Per fortuna.

Luca

Foto | Siena Free

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Ceccuzzi, ovvero la chiusura del cerchio

siena piazza del campo dal palazzo comunale

Linkiesta, molto attento agli intrecci tra politica ed economia, ha pubblicato un articolo di Antonio Vanuzzo che spiega piuttosto bene quello che sta succedendo nel Monte dei Paschi e, di conseguenza, nel Comune di Siena in vista delle elezioni.

Questa la premessa:

Monte dei Paschi archivia il 2010 con un utile netto a quota 985,5 milioni di euro, di cui quasi la metà derivanti dalla dismissione del patrimionio immobiliare strumentale. Risultati in crescita, ma non certo esaltanti, mentre restano sul tavolo le difficoltà più volte sottolineate dal mercato. Una situazione che avrà un peso notevole nelle prossime amministrative. A maggio Piazza del Campo vota il nuovo sindaco, figura storicamente di sinistra e legata a doppio filo con gli interessi territoriali della banca, in quanto ha il potere di esprimere la metà dei membri dell’organo di indirizzo della Fondazione. In pole position c’è Franco Ceccuzzi, vicino a D’Alema, ma anche a Mussari. Sebbene il presidente Gabriello Mancini scada nel 2013, la corsa alla successione è già partita.

E questa la conclusione:

Risale precisamente a dieci anni fa la battaglia di Franco Bassanini contro Vincenzo Visco, allora ministro dell’Economia che sancì per legge l’ineleggibilità per un anno al vertice delle Fondazioni a coloro i quali avevano partecipato alle nomine dei precedenti organi di gestione. Ovvero, l’ex primo cittadino di Siena, Pierluigi Piccini, poi mandato a gestire le filiali parigine del gruppo senese e in seguito espulso, nel 2004, dal partito. Da quello scontro uscì il nome, di concerto con l’allora Partito Popolare, di Gabriello Mancini, tuttora presidente della Fondazione. All’epoca, il segretario cittadino dei Ds era proprio Ceccuzzi. Il quale, quando era in Commissione bilancio alla Camera, nel 2008, si fece promotore di una legge che abrogava il tetto di voto al 30% per le fondazioni ex bancarie. Con il plauso di Giuseppe Guzzetti, presidente dell’Acri, la potente associazione del settore. Oggi, ritorna a Siena da probabile sindaco, e il cerchio si chiude.

Ceccuzzi contro Corradi, che è poi il cavallo sostenuto da Piccini.
Siamo ancora lì.

Poi potrà succedere di tutto, ma se Ceccuzzi non vince, crolla tutto il castelluccio di sabbia su cui si regge Sienina.
E non credo che nessuno lo voglia davvero.

Luca