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JP Gibson, Totti, Bonucci e il modo di intendere lo sport negli USA

Un tweet di Marco Imarisio mi ha fatto pensare a come in Italia trattiamo con sufficienza lo sport americano.
Roba da Hollywood, tutta scena, solo spettacolo, tutto fisico e niente tecnica.

Poi leggi della storia di JP Gibson, un bambino di cinque anni, a cui due anni fa hanno diagnosticato una leucemia, che è stato messo sotto contratto per un giorno dagli Utah Jazz e lo hanno fatto giocare in una partita di pre-season.

E ripensi alle polemiche di Juve-Roma, e a tutte le belle teste che hanno voluto dire la loro in questi giorni, e ti chiedi se siamo noi ad aver capito cosa sia lo sport, o se forse gli americani non lo abbiano capito molto meglio di noi.

La mamma di JP Gibson durante la conferenza stampa per la presentazione del nuovo acquisto dei Jazz ha raccontato:

JP ama tutti gli sport, ma il basket è decisamente il suo preferito. Quando aveva poco più di un anno, stava seduto con mio marito Josh a guardare le partite. Iniziò a chiedere di tirare a canestro per un’ora ogni sera prima di andare a letto quando aveva soltanto 15 mesi. Sa che deve aspettare di avere sei anni prima di poter entrare nelle giovanili dei Jazz e ci ricorda di continuo che non può aspettare fino a 6 anni.

Se JP dovesse guarire, io credo che un po’ di merito lo avranno avuto anche quei giganti alti due metri che gli hanno regolato un minuto di gioia. Che è anche la dimostrazione di un diverso modo di intendere lo sport.
Altro che Totti e Bonucci.

Luca

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Quel pezzo di tricolore sul podio delle finali NBA

Fa molto piacere che in una delle più forti squadre di basket degli ultimi anni abbia dato il suo contributo anche un giocatore italiano, Marco Belinelli, partito per gli USA come il più scarso della pattuglia italiana e dimostratosi l’unico in grado di competere a quel livello.

Ha giocato poco durante le finali, ma quando è stato messo in campo non si è mai tirato indietro, ha preso i tiri che doveva prendersi ed ha avuto un impatto sicuramente positivo.

Gli Spurs 2014 sono una squadra che gioca un basket fantastico e vedere quel tricolore sul podio, in un momento nel quale il basket italiano sta auto-implodendo, ci ha restituito un po’ d’orgoglio.
Manu Ginobili e Marco Belinelli, campioni NBA 2014, ci hanno ricordato cosa si stato il basket in Italia.

Bravo Marco.

Luca

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Il film delle finali NBA che ricorderemo per un bel po’

Nel mio periodo di astinenza dalla politica, ho da poco terminato di vedere le finali NBA.
Che sono state divertenti e spettacolari.
Tanto basket, tanta tecnica e tanta tattica.

Qui sopra il film in slow motion delle finali, che vi consiglio di vedere.

E poi, un nome nuovo che rischia di fare il botto nei prossimi anni: Kawhi Leonard.

Luca

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Vi prego, togliete il basket alla RAI

basket_rai

Ieri sera ho visto gara 1 delle finali scudetto di basket tra Siena e Roma.
E’ stato uno spettacolo imbarazzante dal punto di vista televisivo.

A metà campo, i riflessi delle luci, abbagliano tutto impedendo di vedere perfino le linee.
Le riprese sono amatoriali, fatte con telecamere scadenti, coordinate da una regia impreparata, che non ne azzecca una.

Lasciamo perdere che poi nell’intervallo è saltato l’impianto e hanno giocato tutto il secondo tempo senza tabelloni luminosi e countdown dei 24 secondi, con gli allenatori che gridavano a voce ai giocatori il tempo che mancava per la fine dell’azione.

Il basket italiano è in grande crisi, ma la Federazione, se vuole riportare la gente a guardarlo, bisogna che pretenda un livello qualitativo superiore a quello offerto dalla RAI.
Non voglio fare il paragone con l’NBA, dove il ritorno economico è di un altro ordine di valori, e non mi aspetto che in Italia si usino 36 telecamere per coprire una partita, ma non ci vorrebbe molto per portare la proposta televisiva ad un livello accettabile.

Il basket è lo sport più spettacolare del mondo, ma se lo riprendi con la super 8, non c’è niente da fare, sembra di vedere la partita del liceo, anche se in campo ci fosse Lebron James.

Luca

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Steph Curry

E niente, nel mio periodo sabbatico dalla politica, mi dedico totalmente ai playoff NBA.

Ecco, tra tutte le serie che si stanno giocando, la più divertente è sicuramente quella tra gli Spurs e gli Warriors.
In teoria, una serie già chiusa prima di iniziare, in realtà molto combattuta.

Ed ho scoperto questo ragazzetto, che non è più nemmeno un ragazzetto, con una faccia da angioletto, ma che gioca un basket che abbiamo visto giocare veramente a pochi.
Se vi capita, dateci un occhio.

steph curry

Luca