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diritti umani

Se qualcuno ti picchia, chiamaci e noi ti aiuteremo

L’agenzia di comunicazione Grey ha realizzato per una associazione che si occupa della tutela dei bambini e degli adolescenti, una campagna pubblicitaria che visualizza messaggi differenti a seconda dell’altezza dell’osservatore.
Se sei un bambino maltrattato è possibile che chi ti tiene per mano sia il tuo carnefice.
Se non sei più alto di 135 cm vedi un messaggio che ti invita a telefonare ad un numero verde per chiedere aiuto.
L’adulto che ti sta di fianco non lo vede.

Bello.

Luca

Via | Gizmodo

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fotografia

Foto che mettono allegria

A child, with eyelashes covered with hoarfrost, along a street in the eastern Siberian city of Yakutsk in Sakha (Yakutia) Republic, Feb. 10, 2012. The air temperature in Yakutsk is about minus 35 degrees Celsius (minus 31 degrees Fahrenheit). (Viktor Everstov/Reuters)#
A child, with eyelashes covered with hoarfrost, along a street in the eastern Siberian city of Yakutsk in Sakha (Yakutia) Republic, Feb. 10, 2012. The air temperature in Yakutsk is about minus 35 degrees Celsius (minus 31 degrees Fahrenheit). (Viktor Everstov/Reuters)#

Luca

Via | The Big Picture

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politica

Questo è il nostro primo compito: occuparci dei nostri bambini

Il Post ha tradotto il discorso di ieri di Obama a Newtown.
Indipendentemente dalle cose da fare e che non sono ancora state fatte, è un gran bel discorso.

Qualcuno ha paragonato la gioia e l’ansia di essere genitore all’avere il proprio cuore sempre fuori dal proprio corpo, che se ne va in giro. Con il loro primo pianto, questa parte più preziosa e vitale di noi stessi – i nostri bambini – è esposta al mondo, alle possibili disavventure e alle cattiverie. E ogni genitore sa che non c’è niente che non faremmo per proteggere i nostri figli dal male. E tuttavia, sappiamo che con il loro primo passo da bambini, e ogni altro passo dopo di quello, si stanno allontanando da noi; che non ci saremo e non ci potremo sempre essere per loro. Soffriranno per la malattia, per le batoste, per i cuori spezzati e per le delusioni. E impariamo che il nostro lavoro più importante è quello di dare loro ciò di cui hanno bisogno per diventare indipendenti, capaci e forti, pronti per affrontare il mondo senza paura.
E sappiamo che non possiamo fare questo da soli. È traumatizzante quando a un certo punto ti rendi conto che, nonostante tutto l’amore che hai per i tuoi figli, non puoi fare tutto da solo. Che questo compito di tenere al sicuro i nostri bambini e di insegnare loro le cose per il meglio sono cose che possiamo fare solo insieme, con l’aiuto degli amici e dei vicini, con l’aiuto della comunità, e l’aiuto di una nazione. E in quel modo, ci rendiamo conto di avere la responsabilità di ogni bambino perché facciamo affidamento su tutti perché si occupino anche dei nostri, ci accorgiamo che siamo tutti genitori, che sono tutti nostri bambini.
Questo è il nostro primo compito: occuparci dei nostri bambini. È il nostro primo dovere. Se non lo facciamo bene, non faremo niente di giusto. Ed è sulla base di questo che saremo giudicati come società.

Luca

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diritti umani

L’orrore riflesso negli occhi di un bimbo

A child reacts to police and fireman staged nearby Sandy Hook Elementary School were a gunman opened fire on school children and staff in Newtown. REUTERS/Adrees Latif
A child reacts to police and fireman staged nearby Sandy Hook Elementary School were a gunman opened fire on school children and staff in Newtown. REUTERS/Adrees Latif

Come ha detto Obama, stasera non c’è un genitore che non abbia provato dolore.

Luca

Foto | Reuters

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diritti umani

Sentire il peso di quella morte

Paola Concia ha scritto una bellissima riflessione sulla storia del ragazzo di quindici anni che si è ucciso qualche giorno fa.

E’ stato molto facile fare schieramenti contrapposti e dare ognuno la propria illuminata versione.
Cercare di capire, invece è sempre molto più complicato.

Ho risposto con durezza in questi giorni: perché sì, lotto contro l’omofobia e la transfobia, ma so che non si contrasta accusando dei bambini adolescenti di essere degli assassini. Non mi auto-assolvo, è troppo facile e comodo. Per questo chiedo a tutti in modo accorato di sentire il peso di quella morte, sia che sia stata causata dal disprezzo della sua diversità vera o presunta o per altre ragioni. So che quel peso fa male, e per questo viene rifiutato e ribaltato sugli altri. No, io lo tengo con me, facendo in modo che quella morte, come tante altre simili, illumini le mie azioni e parole quotidiane: che io sia un’insegnante, che io sia un membro delle istituzioni, che io sia un giornalista, che io sia un genitore: i giovani ci guardano e imparano a stare al mondo.

Luca