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Quasi quasi muoio per farvi schifo

Ieri il Senato ha approvato la legge sul Testamento Biologico.
La legge praticamente dice che te, il tuo testamento biologico, non lo devi fare.
E se lo fai, il medico potrà comunque fare come vuole.

Ora la legge passa alla camera.
Sono quindi ancora in tempo a peggiorarla.
Tutto ciò mi spinge a fare una riflessione.
Ed è questa.

Io non voglio credere che questa legge sia stata voluta dalla gerarchia vaticana.
Non è possibile.
Va contro quella che è la mia esperienza di cattolico.
Io le chiese le ho bazzicate tanto.
Ancora le bazzico.
Una delle prime cose che si notano nelle chiese è questa tendenza a mettere in evidenza la morte.
Quadri e affreschi che raffigurano santi uccisi nei più svariati modi: trafitti con i coltelli o le spade, bolliti vivi, fatti mangiare dai leoni,.
In quasi tutte le chiese, che siano messi in mostra o meno, ci sono poi esposti morti o pezzi di morto.
Venite a Siena e potrete vedere la testa di Santa Caterina.
Si, solo la testa.

Per non parlare del crocifisso.
L’icona della morte che diventa vita.
Perché Gesù Cristo ha vinto la morte.
E’ questo che ci hanno insegnato.

Insomma, a me è sempre sembrato che nei cattolici non ci fosse tutta questa repulsione per la morte.
“E’ tornato alla casa del padre” dicono i cattolici, quelli bravi, quando muore qualcuno.

In Italia ora non ti ci vogliono più far tornare alla casa del Padre.
Ti vogliono tenere inchiodato qui, al tuo letto di sofferenza, anche se non hai speranze e vivi soltanto perché ti hanno messo un tubo in culo, uno nel cazzo, uno nel naso ed uno in bocca.
Attenzione, non mi riferisco ai malati capaci di intendere e di volere, immobilizzati ma vivi.
Parlo dei morti viventi, quelli che non muoiono soltanto perché siamo nel 2009 in Italia e che se vivessero 50 anni fa o in un paese africano sarebbero morti da quel dì.

Insomma, io non ci posso credere che sia stato Bagnasco o chi per lui a volere questa legge.
A noi cattolici la morte spaventa, ma non ci fa inorridire.
E’ un passaggio.
Ci crediamo ancora nella vita eterna.
Lasciatemi l’illusione.

Luca

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politica religione

Indovina chi?

Il 13 Giugno 2009 si terrà a Genova il Gay Pride.
Questo è l’oggetto.
Ora provata ad indovinare chi sono gli autori delle due dichiarazioni.

  • Dichiarazione n.1:

    Non è attraverso quel tipo di iniziativa che si possono ottenere rispetto e attenzione, a meno che non si desideri semplicemente porsi sotto i riflettori per qualche giorno, alimentando polemiche e disapprovazione generali. L’aver scelto come data il giorno dedicato al Corpus Domini è, poi, irrispettoso verso le persone che credono, offende una sensibilità religiosa e spirituale che non è meno degna del rispetto che i manifestanti chiedono.

  • Dichiarazione n.2:

    Il Gay Pride si è già svolto a Roma nel 2000, anno del Giubileo. La manifestazione del proprio pensiero, quando avviene nelle forme corrette, nel rispetto della civiltà e senza arrecare offesa agli altri, è un dato acquisito.

Ecco le soluzioni:

  • Dichiarazione n.1: Alessandro Repetto, Presidente della Provincia di Genova, in quota Margherita.
  • Dichiarazione n.2: Angelo Bagnasco, Cardinale di Genova e Presidente della CEI.

Maledetti Teodem!

Luca

Via | Il Secolo XiX

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diritti umani religione

Amnesty scrive a Bagnasco

Vi ho parlato ieri della condanna fatta da Mons. Bagnasco, Presidente della CEI, alla posizione di Amnesty International sull’aborto.

Paolo Pobbiati, Presidente di AI Italia, ha scritto una lettera a Bagnasco, il cui riassunto può essere questo:

Mai detto che l’aborto è un diritto umano, difendiamo le donne che hanno subito violenza sessuale.

Mi permetto di segnalarvi i passaggi salienti della lettera di Pobbiati:

I resoconti delle nostre missioni in Darfur sono pieni di testimonianze di donne che ci raccontano che preferiscono uscire loro dalle tende, perché se lo fanno gli uomini verranno uccisi dalle squadre della morte sudanesi, mentre loro, le donne, verranno ‘solo’ stuprate. In situazioni di guerra, lo stupro e’ diventato una vera e propria arma di distruzione di massa.
[…]
Alla violenza devastante dello stupro, queste donne devono aggiungere quella che poi ricevono dalla comunità di origine, che spesso le considera impure o addirittura responsabili di ciò che hanno subito.
Vengono isolate, allontanate, picchiate e talora uccise.

In tali condizioni, quali argomenti si possono imporre a una donna che sceglie di non portare avanti una gravidanza frutto di violenza, magari subita da quegli stessi uomini che un attimo prima hanno
massacrato, davanti ai suoi occhi, il marito e i figli?
[…]
Amnesty International non auspica, non chiede che una donna violentata abortisca, ma se decide di farlo, vogliamo che non sia obbligata a rischiare la propria salute. Chiediamo, inoltre, che non finisca in prigione per aver preso quella decisione.
[…]
Questo e’ il cuore della posizione di Amnesty International, che pero’ non trova menzione nelle Sue parole di ieri ne’ nelle precedenti dichiarazioni di altri autorevolissimi esponenti della Chiesa Cattolica.
[…]
Nel massimo rispetto per il Suo ruolo e per la Sua persona, Le chiedo la disponibilità a lavorare insieme ad Amnesty International perché si pongano in essere tutte le misure necessarie, legislative ma anche di educazione e informazione sulla salute sessuale e riproduttiva, affinché si riducano al massimo i rischi di gravidanze indesiderate e, di conseguenza, si riduca l’incidenza del ricorso all’aborto.

Dispiace che la CEI si sia scagliata così duramente contro un’associazione che da più di 30 anni si batte per il rispetto dei diritti umani degli uomini e delle donne di ogni parte del mondo.
Tra tutti gli esempi che potevano essere fatti per dimostrare la crisi morale del nostro paese, a me sembra che si poteva partire da qualche altra parte.

Ma contro le “derive che ci rendono ulteriormente avvertiti”, si può far ben poco.

Luca

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politica

Ma come parla la Lioce?

Nadia Desdemona Lioce, per confutare le accuse mosse contro di lei per gli episodi delle minacce a Bagnasco, ha scritto una lettera al tribunale.
Un passaggio della lettera è il seguente:

Come militante Br-Pcc prigioniera, dichiaro di disconoscere qualunque attribuzione surrettizia a me personalmente o all’organizzazione a cui appartengo, di contenuti più o meno politici estranei alla linea politica praticata e proposta dalle brigate rosse per la costruzione del partito comunista combattente, che sostengo e nella quale mi sono più volte pubblicamente riconosciuta.

Io mi chiedo se la Lioce si renda conto di quanto è ridicola e fuori dal tempo.

Se non fosse un’assassina ci sarebbe soltanto da riderle in faccia.

Luca

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Il concertone ed il qualunquismo

Ieri era il 1 Maggio, festa dei lavoratori.
Tanto per non sembrare incoerenti, anche ieri sono morte due persone.

Intanto a Piazza San Giovanni si svolgeva il tradizionale concertone.
Ne ho guardato qualche spezzone.
Niente di fantastico.
Il solito carrozzone autocelebrativo.
Con le solite bandiere del Che ed i soliti saluti alla mamma.

L’unico fremito lo ha garantito Andrea Rivera, che ha fatto un proclama anticlericale, discutibile, ma mica poi tanto sconvolgente.
Dovrebbe avere detto le seguenti parole:

Il Papa ha detto che non crede nell’evoluzionismo. Sono d’accordo, infatti la chiesa non si è mai evoluta.
Non sopporto che il Vaticano abbia rifiutato i funerali di Welby. Invece non è stato così per Pinochet, per Franco e per uno della banda della Magliana.
E’ giusto così assieme a Gesù Cristo non c’erano due malati di Sla, ma c’erano due ladroni.

Tutto qui?
Peccato che poi abbia dichiarato:

La messa è finita, andate in pace; mi dispiace e non trovo giusto che qualcuno mandi i proiettili a Bagnasco, ma la Chiesa in cui mi riconosco è quella di san Francesco

Beh, caro Rivera, non è proprio così.
La Chiesa è quella di San Francesco, ma è anche quella dell’adultera, di Pietro che tradisce tre volte Gesù e degli apostoli che scappano impauriti.
Se vuoi essere anticlericale, cerca di esserlo fino in fondo.
Criticare la Chiesa e poi dichiarare il proprio amore per San Francesco è come dire che la morte è brutta e la vita è bella.
E San Francesco non è mai stato anticlericale.
Una critica pungente, anche se populista, è sfociata nel qualunquismo di più basso livello.
Come la musica del concertone…

Luca