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libri politica

Grazie per il pensiero

Il senato ha approvato uno sciagurato disegno di legge di uno sciagurato senatore del PD con il quale viene stabilito che, per legge, non si possono applicare ai libri sconti superiori al 15%.
Ora la legge passa alla Camera.

In veste di lettore e compratore compulsivo di libri vi ringrazio.
Così mi aiutate a comprarne di meno.

In che modo tutto questo favorisca la cultura, nessuno lo sa.
Nella mia ingenuità ero convinto che vendere libri a prezzo più conveniente ne favorisse la diffusione.

Bisognerebbe che gli editori scegliessero con più attenzione cosa pubblicare, se è vero che sei libri su dieci finiscono al macero, e che i librai cercassero di farsi venire nuove idee.
Tentare di fermare Amazon con queste leggi proibizioniste non aiuterà le piccole librerie a sopravvivere.

Luca

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informazione internet

Sostenere WikiLeaks

wikileaks
(Da ieri questo è il mio sfondo sul pc).

L’ho detto e ridetto da tanti mesi che Wikileaks, pur con dei punti interrogativi, non può che essere una iniziativa da sostenere.

Amazon gli ha spento i server e temo che sarà sempre più difficile vederlo online.
Massimo Mantellini racconta accuratamente i dettagli della storia.

Intanto, per aiutare Assange (sulle cui ridicole accuse di stupro parleremo un’altra volta), l’unica pagina ancora disponibile pare essere questa.

Il modo più semplice per seguire WikiLeaks rimane comunque Twitter.

Luca

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internet libri

Amazon.it, ma senza ebooks e senza Kindle

amazon.it

Essendo un nottambulo, credo di essere stato tra i primi a visitare Amazon.it.

Un paio di note positive.
I libri li compreremo tutti qui, visto che su quasi tutti i titoli c’è uno sconto del 30%.
Con 9,99 € all’anno si accede ad Amazon Prime, un programma che prevede la spedizione gratuita per tutti gli ordini di qualsiasi prezzo (attenzione, però perché si rinnova automaticamente).

Un paio di note negative, dovute probabilmente alla giovinezza.
Molti libri sono a catalogo, ma non sono ancora disponibili.
Non è possibile creare una propria wishlist.

Una nota molto negativa.
Non ci sono gli ebooks e non c’è il Kindle.
Questo significa che probabilmente il catalogo degli ebooks in lingua italiana per ora non c’è.

Luca

Update
Non ci sono nemmeno gli Mp3.

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internet

Amazon.it

amazon italia

Nel caso in cui abbiate in mente di fare un ordine su Amazon, aspettate un paio di settimane.

Apre la filiale italiana di Amazon.
Nelle grandi città sono apparsi i primi misteriosi cartelli pubblicitari.

Luca

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internet musica

Nel Music Store di Google c’è qualcosa che non quadra

Rockol riporta la descrizione fatta da un giornalista di Billboard del futuro negozio di musica digitale di Google.

Sono indiscrezioni che vanno prese con beneficio di inventario.
Se i numeri fossero questi, la concorrenza dovrebbe iniziare a preoccuparsi.
E anche parecchio.

La piattaforma si articolerebbe in un negozio di download “alla carta” e in un “digital locker” accessibile da qualunque apparecchio connesso a Internet in cambio di un abbonamento annuo. Per questa seconda opzione, la Web company di Mountain View sarebbe intenzionata a fissare un canone di circa 25 dollari l’anno, da spartire in parti uguali con i titolari dei master[…]
Il digital store avrebbe invece una configurazione tradizionale, consentendo (a prezzi da definire) l’acquisto tanto di album che di singoli brani. Le canzoni acquistate, tuttavia, verrebbero trasferite automaticamente anche sull’account della “cassaforte digitale”.

A parte il prezzo assolutamente concorrenziale dello streaming, la caratteristica rivoluzionaria sarebbe quella di poter ascoltare su tutti i propri device (pc o smartphone) tutto la propria collezione di musica, non solo quella acquistata nel servizio di Google.

La cassaforte digitale renderebbe accessibile “sulla nuvola” tutti i file musicali che il programma rintraccia sul disco fisso dell’utente riconoscendoli come regolarmente licenziati; anche se acquistati da “negozi” concorrenti, copiati da un Cd o persino scaricati da reti peer-to-peer (pillola amara da ingoiare per i discografici, questa: ma forse necessaria se non si vogliono bloccare sul nascere le potenzialità del sistema).

Il modello non sembrerebbe economicamente sostenibile, a meno che Google non abbia strappato alle major contratti molto al di sotto degli standard o che non sia riuscita ad infilare l’advertising nel player che stanno sviluppando.

Oppure è tutto vero e iTunes, Amazon e Dada possono iniziare ad arrabbiarsi fortemente con le major.

Luca