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Perché aspettare fine mese per lo stipendio?

Sono anni che sentiamo parlare della crisi della quarta settimana, della difficoltà cioè di molti italiani di avere liquidità per le spese ordinarie in attesa dell’arrivo dello stipendio.
Non tutti i mesi sono uguali, a volte ci sono spese da anticipare, ci sono le bollette, una spesa al supermercato più dispendiosa del solito ed anche un piccolo imprevisto a fine mese può diventare un problema.

Così succede che moltissime famiglie vadano in scoperto sul loro conto corrente, oppure che accedano ad un fido per poter sforare in attesa dello stipendio.

Francesco Costa del Post è stato in tour negli USA ed ha conosciuto una start up che si chiama Activehours che ha avuto un’idea che secondo me è molto intelligente.

Le persone non dovrebbero aspettare settimane per ottenere lo stipendio che hanno già guadagnato.

Di cosa si tratta in soldoni?
Ti iscrivi al servizio, presenti la tua busta paga ed attivi un RID nei confronti di Activehours; loro si prendono il tuo stipendio, senza commissioni da pagare.
L’applicazione registra le ore che hai lavorato ed in ogni momento puoi chiedere di ricevere sul tuo conto corrente il corrispettivo dello stipendio che per ora hai guadagnato, fino ad un massimo di 100 $ al giorno.
Quando riceverai lo stipendio a fine mese, Activehours si prenderà il saldo dei soldi che hai utilizzato fino a quel momento.

E’ un modo molto diverso di gestire il proprio stipendio, ma secondo alcuni è una modalità di retribuzione che responsabilizza maggiormente le persone, evitando, come succede a molti, di spendere troppo ad inizio mese per poi trovarsi in difficoltà alla fine.

Activehours è disponibile anche per le aziende, permettendo così ai dipendenti di accedere ai premi o alle tredicesime mano a mano che le guadagnano, senza dover aspettare mesi.

Cosa ci guadagnano quelli di Activehours? Gli iscritti al servizio, se vogliono, possono contribuire con una quota del loro stipendio; nei primi mesi di funzionamento, quasi nessuno degli iscritti lo utilizza senza contribuire anche con una piccola donazione.

E’ chiaro che, in un paese in cui si ha paura di affidare il TFR alle persone, ritenendo più utile farglielo avere quando saranno uscite dal lavoro, questo cambio di prospettiva può sembrare spaventoso, ma forse va soltanto fatto uno sforzo.

Activehours per ora è disponibile solo negli USA, ma a me sembra un’idea così intelligente che mi auguro si apra presto anche ad altri paesi.

Luca