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Nascondersi dietro le teorie del complotto

Ho letto il pezzo di Lucia Annunziata su La Stampa di oggi, intitolato “Ogni giorno ha il suo complotto“.
La Annunziata prende spunto dalla denuncia con la quale Don Gelmini ha dichiarato di essere vittima di un complotto “giudaico radical chic” per evidenziare come il complottismo finisca per impedire alla verità di venire a galla. Cito:

[…] il complotto è un’arma perfetta, perché lascia tutto in dubbio. Il complotto è lo strumento, in realtà, per non chiarire nessuna responsabilità. Il complotto è, insomma, lo strumento con cui una società si rende opaca.

Concordo con l’analisi dell’Annunziata.

Anche a Siena il complottismo sta tenendo banco.
L’economo della curia, Don Giuseppe Acampa, in alcune intercettazioni telefoniche riportate ieri nella cronaca fiorentina di Repubblica, si dichiara vittima di un complotto ordito da alcuni preti senesi in combutta con l’ex sindaco Pierluigi Piccini.
Come poi sia successo che gli uffici della curia abbiano preso fuoco, non è dato di saperlo.

Si, ha proprio ragione la Annunziata.
Il complotto è lo strumento, in realtà, per non chiarire nessuna responsabilità.

Su Don Gelmini, prete che ha fatto tanto del bene, ma che sembra aver fatto anche del male, vi consiglio di leggere Suzuki e l’articolo de La Stampa di ieri, ripreso dalla edizione online de Il Quotidiano Nazionale.
Voi sapevate che Don Gelmini si è fatto quattro anni di carcere per bancarotta fraudolenta e che ha avuto varie vicissitudini giudiziarie? Io no.
Probabilmente non si può essere amici del Nano di Arcore senza aver avuto qualche condanna…

Luca

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A Siena spuntano indiscrezioni sull'economo

A Siena la stampa locale ha posto fin dall’inizio il caso dell’economo diocesano come una questione di secondo piano.
A me è sempre sembrato un caso molto rilevante per una città piccola come Siena.
Ora sembra che qualcosa cominci a muoversi e le prime notizie cominciano a circolare.

Ne La Nazione di ieri sono state pubblicate alcune indiscrezioni sull’inchiesta in corso.
Sembra che tra le carte bruciate nell’incendio della Curia vi fossero anche quelle inerenti la vendita di un edificio storico ad un industriale veneto.
Secondo quanto scritto da La Nazione, il giorno dopo il compromesso l’industriale veneto avrebbe acquistato un’auto di lusso che oggi è di proprietà di Don Giuseppe Acampa.
Alcune incongruenze sarebbero state poi riscontrate nei lasciti dei defunti che, in alcuni casi, sembrerebbero non essere giunti ai legittimi destinatari.

Non resta che aspettare e vedere quali saranno gli sviluppi.
E’ interesse di tutti, soprattutto della Chiesa senese, fare chiarezza.

Luca

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L'Italia è il paese degli inamovibili

A Siena cominciano ad apparire sulla stampa locale alcune notizie sul caso dell’economo della Diocesi che è stato rinviato a giudizio per l’incendio di alcuni uffici della Curia.
Da quanto si apprende sembra di capire che Don Giuseppe Acampa si sia dimesso dal suo incarico.

Mi sembra la scelta giusta, almeno fino a che non sia chiarita la sua posizione giudiziaria.

Però, siamo in Italia.
E nel nostro paese nessuno si dimette.
Quindi l’Arcivescovo di Siena ha respinto le dimissioni e lo ha confermato nel suo incarico di economo per i prossimi cinque anni.
La decisione è stata presa “dopo aver ricevuto il parere unanime del Collegio dei Consultori e del Consiglio Diocesano per gli Affari Economici“.

Mi chiedo quale sia la logica che sta dietro a questo atto.
Come si fa a confermare la fiducia in una persona che è accusato di aver commesso un gesto così grave, come quello di appiccare un incendio doloso ad uffici contenenti documenti importanti?

La prudenza avrebbe dovuto consigliare diversamente l’Arcivescovo.
Se Don Giuseppe Acampa dovesse essere condannato, l’Arcivescovo, il Collegio dei Consultori ed il Consiglio Diocesano per gli Affari Economici dovranno spiegare la loro scelta.
Che appare quanto meno imprudente.

Luca

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Il mio contributo al Citizen Journalism

Succede che l’economo della Curia di Siena venga rinviato a giudizio per aver incendiato alcuni uffici nei quali erano ospitati documenti inerenti donazioni ed appalti.

A me la notizia era sembrata piuttosto importante.
Anche Repubblica, nella cronaca nazionale ed in quella fiorentina se ne è occupata.
I giornali locali non sono della stessa opinione.
Si limitano a dare la notizia e a pubblicare la nota diffusa dalla Diocesi.
Sul portale SienaNews non c’è traccia della notizia.

Sarà che conosco Don Giuseppe Acampa.
Sarà che in una città in cui non succede mai nulla questa mi sembra una notizia bomba.
Sarà che la vittoria della Mens Sana oscurerà tutto.
Sarà che mi arrabbio quando constato quanto siano servili i giornalisti nei confronti del potere costituito.

Insomma, sarà per tutte queste cose, ma sei i blog devono contribuire a fare giornalismo dal basso, questo è il mio contributo.

Non ditemi che non ve l’avevo detto.

Luca