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Dal vostro inviato

Ho scritto una cosa sul blog dei Mille in risposta ad un post di Ivan Scalfarotto.
Si parla ovviamente di omosessualità, pedofilia e Cardinale Bertone.
E di libertà di opinione.

Luca

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iMille politica

Impedimenti e Lodi

Pare che per una volta in vita sua Carlo Taormina abbia detto la verità.
Due mesi fa previde che il processo breve era un bluff per arrivare al Lodo Alfano Bis e che i processi di Berlusconi sarebbero stati fermati grazie al Legittimo Impedimento.

Vede, la legge sul legittimo impedimento è palesemente incostituzionale, e quindi la Consulta la boccerà. Però intanto resterà in vigore per almeno un anno e mezzo: appunto fino alla bocciatura della Corte Costituzionale. E Berlusconi nel frattempo farà passare il Lodo Alfano bis, come legge costituzionale, quindi intoccabile dalla Consulta.

Forse val la pena giocarsi le carte in parlamento, piuttosto che indire referendum inutili.
La battaglia va fatta sul Lodo Alfano Bis, non sul legittimo impedimento.
Il risultato del referendum lo avremmo a Lodo approvato e quindi sarebbe inutile.
A meno che non vogliamo fargli fare la fine dei referendum di Beppe Grillo, organizzati quando già si sapeva che non si sarebbero potuti celebrare.

La scappatoia del Legittimo Impedimento è stata un’idea di Casini che ovviamente voterà a favore del Lodo Alfano Bis.
Così, tanto per precisare la situazione.

Luca

Per il blog de iMille

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C’è chi sospettava qualcosa

Sul blog dei Mille già un anno e mezzo fa si instillava qualche dubbio sulla limpidezza del personaggio Di Girolamo, oggi al centro dell’affaire Fastweb

Eh sí, pare proprio che un fantasma si aggiri per l’Europa: si tratta del senatore Nicola di Girolamo, riuscito nell’impresa di farsi eleggere al Senato nel collegio degli italiani residenti all’estero, quando all’estero non ci vive e a quanto pare ci va pure poco. La faccenda é finita pure sul quotidiano belga Le Soir.

Eppure la soluzione ci sarebbe.
Togliere il voto agli italiani all’estero che è una cosa talmente ridicola da fare il paio con il non voto degli stranieri che vivono e pagano le tasse in Italia.

Luca

Via | iMille

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Binetti si, Binetti no

Riccardo Spezia, il portavoce dei Mille, è molto più morigerato e saggio di me sulla questione dell’uscita della Binetti dal PD.

Non posso certo essere annoverato tra chi non criticava la nostra ex-compagna di partito per molte sue prese di posizione, sul testamento biologico, sull’omosessualità, sul rapporto tra credenze personali e regole democratiche. Per non parlare di quando fece mancare il suo voto alla fiducia posta da Romano Prodi.

Però, al contrario di molti dei miei compagni di strada, laici, democratici, di sinistra, attenti alle questioni dei diritti e della laicità, che stanno gioendo in queste ore, io non riesco a farlo. Perché l’uscita di Paola Binetti sta a significare, secondo me, alcune cose che sono paradigmatiche per come sta diventando il PD e per come non sia riuscito a diventare ciò per cui era nato.
Perché se è vero che non eravamo d’accordo con Paola Binetti su molte cose (disaccordo da lei largamente contraccambiato) è anche vero che in questi due anni e mezzo di strada insieme non si sono mai create quelle condizioni di dialogo proprio su questi temi, un dialogo che avrebbe potuto portare ad una migliore sintesi e ad una maggiore incisività nella società italiana. Il non essere riusciti a convincere Paola Binetti che laicità e fede non sono in opposizione, per esempio o che per una buona politica non è necessaria la precondizione della sacralità ma il più semplice “minimo comune denominatore” del rispetto della dignità di ogni essere umano (concetto non certo scevro al cristianesimo) è una sconfitta di tutto il partito democratico. È parte del fallimento di quella missione alta che aveva il PD, che era una delle basi ideali della sua nascita.

Insomma, se la Binetti se ne fosse andata al termine di una discussione sulle questioni da lei poste, potremmo forse essere soddisfatti.
Vederla andar via così è come averle dato ragione.

Luca

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Vendola

Non ho seguito le vicende pugliesi e non so cosa sia meglio per la Puglia, ma la grande vittoria di Vendola alle primarie manifesta l’ennesimo distacco tra il PD ed il suo elettorato.
La base del PD non vuole l’alleanza con l’UDC e vota contro le decisioni della segreteria.
Questa è una lettura.

Altra lettura è che gli elettori tendono a preferire l’uomo piuttosto che il partito, ed hanno votato Vendola che non è nemmeno del PD e guida il partito più scalgagnato della storia della politica in Italia.
Come dire: fate il partito che vi pare, ma se mettete l’uomo giusto noi lo votiamo.

Altra lettura è che tutto quello che D’Alema pensa, costruisce, elabora è un fallimento.
E questo è sicuro.

Luca

Per il blog de iMille