L’Italia vive la sua perenne condizione da commedia degli equivoci.
In un paese che ha una solidissima tradizione di geofisici andiamo a prestare attenzione ad un signore che, magari sarà anche un cultore della materia, ma è un tecnico non laureato che lavora in un laboratorio del Gran Sasso in cui si studiano cose ben diverse, nel suo caso “neutrini” (come specificato dall’Istituto Nazionale di Astrofisica).
Mentre tutti i giornali continuano a definirlo ricercatore o geofisico, si apprende che:
le attività del signor Giuliani rispetto la presunta possibilità di previsione di terremoti non sono una ricerca INAF, ma vengono svolte dal Giuliani stesso per scopi personali al di fuori dell’orario di servizio per l’Istituto.
Come dice Massimo Mantellini, se poi parte la denuncia del Codacons, possiamo stare quasi sicuri che la bufala è sicura.
Quando sono arrivati il post farneticante e complottista di Beppe Grillo e il sermone accusatorio di Travaglio abbiamo avuto la sicurezza che il Signor Giuliani l’avesse sparata grossa.
Del resto perché Giuliani, così sicuro dell’imminente terremoto distruttivo, non si è messo in salvo, ma è rimasto ad attenderlo? Se nemmeno lui crede nelle sue profezie, dobbiamo credegli noi?
Possiamo per una volta affidarci alla scienza, invece che al primo venditore di fumo che incontriamo per la strada?
Se vogliamo criticare Bertolaso, chiediamogli perché ad esempio molti terremotati hanno passata la notte all’addiaccio, visto che a quasi 24 ore di distanza dal sisma ancora non sono arrivate sul posto nemmeno le tende per accogliere gli sfollati.
Bertolaso di errori ne commetterà, ma non accusiamolo di non essere indovino.
Luca