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Quanto ci piace l’intransigenza sulle vite degli altri

Oggi Luca Sofri ha scritto una cosa che condivido molto e che sostanzialmente ricorda come la paura, lecita e giustificata, del coronavirus ci stia facendo andare verso un clima di intolleranza e di intransigenza.

Stiamo diventando – un pezzetto alla volta, piano piano – più intolleranti, più desiderosi di intransigenza, più inclini alla disciplina imposta con le cattive, e senza andare per il sottile.
Senza pensarci troppo.

È normale, certo. È motivato, spesso. È bene?
Voi fateci caso.

Lo stiamo notando in molti. C’è un clima di caccia all’untore che è, sinceramente, insopportabile.
Siamo diventati improvvisamente tutti dei cittadini modello, sempre pronti a rimarcare agli altri le loro mancanze in termini di prevenzione sanitaria.
Si sfocia spesso addirittura nell’automortificazione; vedo gente in macchina da sola con la mascherina ed è una visione, permettetemi, un po’ ridicola.

Ieri alla radio sentivo un promo nel quale dicevano, più o meno: “Domani alle 11 tutte le radio trasmetteranno l’inno nazionale per proclamare l’orgoglio di essere italiani”.
Ecco, ma orgoglio di che cosa, esattamente?
Orgoglio di essere colpiti da un’epidemia?

Siccome vi conosco a voialtri e lo so che il patriottismo in Italia è separato dal fascismo da un filo sottilissimo, ecco, menatevela meno con gli inni nazionali, le reprimenda sui social a chi viola le regole e le cacce agli untori.
Perché il coronavirus magari ci uccide tuttti.
Ma, se non lo fa, dovremo prima o poi tornare ad una vita più o meno normale.
E non vorrei ritrovarmi a vivere in un paese di gendarmi che alle 18 in punto cantano l’inno nazionale dal balcone e poi vanno a menare i disgraziati che si danno la mano mentre passeggiano.

Perché la vita è complicata per tutti in questo periodo; non sappiamo come e quando ne usciremo.
State buoni, comportatevi bene, ma fateci la grazia di avere pietà di noi che, a differenza vostra, a volte siamo imperfetti e, Dio non voglia, a volte potremmo perfino sbagliare e, non sia mai, potremmo addirittura violare dei codici di comportamento che ci hanno, forse giustamente, imposto.

Quindi state calmini e forse riusciremo ad uscire da questa crisi senza menarci tra di noi.

Luca

La foto della Myss l’ho trovata in giro. Se è di qualcuno, segnalatemelo, la rimuovo, la brucio, faccio quello che mi dite. Abbiate pietà.

Una risposta su “Quanto ci piace l’intransigenza sulle vite degli altri”

Giusto in questi giorni, ispirata da posts sui media sociali, mi passa per la mente “Cecità” di Saramago e penso: “no via, non si finirà mica così?”
Ecco, no via..

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