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Scordano sempre una parola di condanna

C’è un silenzio assordante in questi giorni sulle gravissime minacce ricevuto dal senatore del PD Stefano Esposito e dal giornalista del La Stampa Massimo Numa.
Al primo ieri sono state fatte trovare tre molotov davanti alla porta di casa, al secondo sono stati recapitati dei filmati in cui è testimoniato il pedinamento fatto a lui e alla sua famiglia.

Esposito è un politico molto attivo nel fronte favorevole alla realizzazione della TAV, Numa è un giornalista che ha raccontato in questi anni il movimento NO TAV.

Ieri Matteo Renzi e perfino Bersani dall’ospedale hanno chiamato Esposito per dimostrargli la loro solidarietà.
Non ho sentito nemmeno una parola da Civati e da altri politici più vicini alle istanze del movimento No Tav.
Ed è un peccato.

Marco Imarisio oggi sul Corriere ha scritto un commento sulla vicenda, che si conclude così.

Queste cose accadono a Torino. Non da ieri. Massimo è il cronista che segue le vicende dei No Tav per La Stampa. Stefano è il primo esponente della sinistra ad aver denunciato una deriva di quel movimento oggi sotto gli occhi di tutti. Torino è la capitale degli scettici sulla Tav. Di quelli che sostengono l’inutilità dell’opera con un fervore da crociata. Tutto legittimo. Diciamolo, essere No Tav fa anche molto figo. Il magistrato pasionario in pensione, il sociologo resistente, il meteorologo da talk show, si fanno sentire. Sui giornali, in televisione, nei salotti cittadini. Li sanno a memoria, dati, studi naturalmente di parte, e scordano sempre una parola di condanna. Per le violenze, per un minaccioso restringimento della libertà personale diventato l’unica strategia di un movimento ormai in mano a gente incapace di separare le pulsioni peggiori dalla protesta. Il fervore rende distratti. Torino è sempre stata fiera della sua tradizione antifascista. Quello che stanno subendo Massimo e Stefano si chiama fascismo.

Luca

Foto | Foto Marco Alpozzi – LaPresse