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Amnistia, indulto, Renzi e Civati

Non mi sono piaciute per niente le parole di Matteo Renzi, contro amnistia ed indulto.
Sono una presa di posizione adottata in modo cinico sulla pelle dei detenuti.
Senza contare che, essendo ormai più di metà dei parlamentari del PD diventati renziani, è anche una forte presa di posizione politica che renderà impossibile l’approvazione di questi due atti in parlamento.
(Nota a margine: leggetevi questa lettera scritta da un normale cittadino finito per errore in carcere a San Vittore per farvi un’idea di come si viva nelle prigioni italiane).

Sulla questione, Pippo Civati scrive una riflessione articolata, facendo anche delle proposte concrete.
Civati e Renzi sembrano essere d’accordo su una cosa.
Per liberare le carceri, non bastano gesti di clemenza adottati a posteriori, ma bisognerebbe fare in modo che alcuni reati meno gravi non fossero puniti con il carcere.
Entrambi, sia Renzi che Civati, si scagliano contro la legge Bossi-Fini (immigrazione) e Fini-Giovanardi (droga).

E su quest’ultima, Matteo Renzi è poco chiaro.
Perché, se la sua posizione contraria ad indulto ed amnistia è, e spero di sbagliarmi, una scelta elettorale, una posizione più morbida sui reati connessi alla droga, gli potrebbero costare ancora di più in termini di consenso sullo stesso bacino elettorale.
Su questi due argomenti, immigrazione e lotta alla droga, Renzi deve essere più chiaro. Se vuole provare a farsi capire anche al suo elettorato di sinistra.

Sul tema della Fini-Giovanardi, Pippo Civati, che sui temi dei diritti è due passi avanti a Renzi, mi sembra molto più centrato.

Per selezionare efficacemente la popolazione carceraria bisogna impegnarsi a conoscerla. Il carcere è la casa degli ultimi. Per renderla più vivibile bisogna agire sui reati degli ultimi. Un quarto dei detenuti è in carcere per reati connessi all’utilizzo/spaccio di sostanze stupefacenti. E’ indispensabile superare l’ottuso rigore della legge Fini-Giovanardi e, soprattutto, investire sulle strutture socio-riabilitative come centri dove scontare la maggior parte della pena. I reati in materia di stupefacenti necessitano, in linea di massima, di una risposta in termini di assistenza più che di carcere.

Matteo Renzi invece, quando parla di cambiare la legge Fini-Giovanardi, cosa ha in mente?
Ce lo faccia sapere, che qui c’è ancora da capire per chi votare alle primarie.
E, da queste parti, siamo pronti a tollerare tutto, tranne l’intolleranza.

Luca

Foto | Le Murate, antico carcere di Firenze, ora trasformato in zona residenziale e commerciale.

10 risposte su “Amnistia, indulto, Renzi e Civati”

Provo a dare l’unica spiegazione che mi pare possibile sulla linea intrapresa da Renzi: l’indulto in precedenza ha sempre portato problemi, in ottica elezioni successive, per chi l’ha proposto/approvato. Prova ad immaginarti questo scenario: Renzi appoggia, governo Letta approva un provvedimento “svuota carceri”, Renzi vince le primarie, cade il governo, si va al voto e devi fronteggiarti una controcampagna elettorale basata sull’esagerazione dei fatti di cronaca giornaliera lievitati ad arte dai media (Alemanno sindaco è l’esempio top in materia), crimini che saranno tutti attribuiti ai detenuti rilasciati causa indulto approvato da governo PD.

Ipotesi forse fantasiosa, forse estrema, ma credo plausibile.

E’ probabile che sia come dici te, ma è anche probabile che Renzi sia effettivamente contrario a gesti di clemenza contro i detenuti. E’ una scelta politica forte, che lo allontana nettamente da alcune sensibilità ben presenti in una parte dei simpatizzanti del PD.

Ti posto il commento dell’utente “maestroyoda” che ho letto online perché a mio avviso posiziona bene i termini della questione.

” Nella pratica i provvedimenti di indulto concessi in Italia dal 1º gennaio 1942 sono almeno 25 (fonte Wikipedia) vuol dire mediamente uno ogni 2,5 anni. Il che vuol dire che la certezza della pena va a finire sotto i tacchi, tanto uno che va dentro sa che ogni 2,5 anni si vince allo svuotatutto.
Applichi (tu ma anche molti altri) il ragionamento (giustamente) come se si stesse trattando di una situazione straordinaria e (“ehi, mando fuori alcuni delinquenti ma è una situazione straordinaria”) ma non lo è. è una situazione ordinaria da 60 anni e l’indulto è stato la soluzione ordinaria negli ultimi 60 anni.
Quindi l’inSulto non solo è una pezza applicata male ma è una pezza che
a) è stata applicata mille volte e che evidentemente non funziona
b) rimanda continuamente la discussione su come risolvere il problema in maniera seria e civile (perchè è un problema di civiltà oggettivo).
c)contribuisce a alimentare il rancore delle vittime e dei cittadini “fuori” (a torto o a ragione) “

E’ chiaro che il problema sta a monte, ma mentre attendiamo che la nostra inetta classe politica faccia qualcosa, che facciamo? Lasciamo la gente in attesa di giudizio o colpevole di piccoli reati a marcire in carcere?

Ovviamente non ce la lasciamo, la gente, e infatti non ci viene lasciata. Siamo il paese dove l’emergenza diventa ordinaria e si applica l’incertezza della pena 🙂

a) è stata applicata mille volte e che evidentemente non funziona
evidente, sacrosanto, daccordissimo
b) rimanda continuamente la discussione su come risolvere il problema in maniera seria e civile
ancora più evidente, sacrosanto, daccordissimo
insomma, hai ragione da vendere.
c’è però un problema a monte. e cioè che, per colpa di tutto quello che dici, c’è gente condannata al carcere ma che di fatto sta subendo una tortura, e che in un paese civile ste cose non possono succedere.
quindi delle due l’una:
si applica a malincuore l’amnistia/indulti/sifa qualcosa
ci si dichiara una volta per tutte paese incivile

E’ un provvedimento che deve tamponare una situazione in attesa che si faccia una riforma seria del sistema giudiziario, della carcerazione preventiva, ecc…

il rasoio è piuttosto sottile. da un lato è indecente lo stato delle carceri italiche,l’affollamento, ecc… dall’altro l’italia vive di provvedimenti di tamponamento temporaneo. finchè non siamo sul burrone e pensiamo ci sia un provvedimento temporaneo, non ci pensiamo.

Il problema della questione è ritenere che questa sia una “soluzione”, perché non lo è. Tampona, questo è vero, ma non risolve, semplicemente rimanda. Tra due anni saremo nella solita situazione e che faremo? Un altro indulto/amnistia? Applicheremo un altro provvedimento di emergenza per venire incontro ai poveretti che devono sopravvivere a carceri bestiali ma che in fondo devono scontare una pena per reati accertati?
L’urgenza della soluzione del problema viene molto attenuata se si nasconde l’emergenza e si rinuncia ad applicare la legge (ingiusta quanto vuoi, ma è legge) per un numerosissimo gruppo di persone. Ciò vanifica la Legge stessa, che è la base dell’ordine e stabilità sociale, e si trasforma in un insulto verso tutto il lavoro di legislatori, giudizi e alla fine, non dimentichiamolo, rimangono le vittime dei delitti. La clemenza è una cosa buona e saggia, ma non dimentichiamo tutte le parti.

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