Faccio una premessa.
Io il Natale a casa lo farei fare a qualunque carcerato, purché a casa ce lo vogliano ovviamente.
Non parlo di assassini seriali o di stupratori compulsivi, ok?
E però la legge è uguale per tutti.
Se, come è vero, i due militari del Reggimento San Marco, i due marò per intendersi, potranno tornare a casa a festeggiare il Natale saremo tutti contenti, ma non si capisce perché per loro valga un principio che non vale per tutti.
Senza poi volersi mettere a fare i venali, visto che gli 800 mila euro di cauzione immagino che li pagheremo noi.
Se poi, come è lecito pensare, la cauzione altro non è che una bustarella pagata per far rientrare in Italia i due militari e non farli tornare più in India, allora ci sarebbe anche da indignarsi.
Solo che io l’indignazione è un sentimento troppo inflazionato, e allora facciamo finta di essere tutti scemi e va bene così.
Però, tutta questa retorica italianibravagentesoprattuttoanatale del nostro Ministro degli Esteri, io tendo a non condividerla; anzi, la rifiuto proprio.
#Marò. Provo grande sollievo per permesso di trascorrere festività natalizie in Italia. Risponde ai valori più sentiti da popolo italiano.
— Giulio Terzi (@GiulioTerzi) Dicembre 20, 2012
E buon Natale alla gente che marcisce nelle patrie galere.
Tra questi, una sessantina all’anno scelgono di suicidarsi.
Buon Natale, dicevo.
Luca
2 risposte su “Natale a casa”
La Russa: “Cedo i posti migliori in lista così vanno in Parlamento e restano in Italia”.
[…] I segnali, che prima o poi avremmo tentato la furbata c’erano già stati a Natale. […]