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diritti umani

Natale a casa

Faccio una premessa.
Io il Natale a casa lo farei fare a qualunque carcerato, purché a casa ce lo vogliano ovviamente.
Non parlo di assassini seriali o di stupratori compulsivi, ok?

E però la legge è uguale per tutti.
Se, come è vero, i due militari del Reggimento San Marco, i due marò per intendersi, potranno tornare a casa a festeggiare il Natale saremo tutti contenti, ma non si capisce perché per loro valga un principio che non vale per tutti.

Senza poi volersi mettere a fare i venali, visto che gli 800 mila euro di cauzione immagino che li pagheremo noi.

Se poi, come è lecito pensare, la cauzione altro non è che una bustarella pagata per far rientrare in Italia i due militari e non farli tornare più in India, allora ci sarebbe anche da indignarsi.
Solo che io l’indignazione è un sentimento troppo inflazionato, e allora facciamo finta di essere tutti scemi e va bene così.

Però, tutta questa retorica italianibravagentesoprattuttoanatale del nostro Ministro degli Esteri, io tendo a non condividerla; anzi, la rifiuto proprio.

E buon Natale alla gente che marcisce nelle patrie galere.
Tra questi, una sessantina all’anno scelgono di suicidarsi.
Buon Natale, dicevo.

Luca

2 risposte su “Natale a casa”

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