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Vi dirò perché la celebrata autobiografia di Andre Agassi non mi è piaciuta

Se c’è un libro di cui avevo sentito parlar bene da quasi tutti, questo è Open, l’autobiografia di Agassi.

Non è la solita autobiografia di uno sportivo, è proprio un bel libro.
Così dicono tutti, Alessandro Baricco in testa, che non è proprio l’ultimo arrivato.

Ecco, per me Open è un libro fastidioso.
E’ una lagna più o meno continua, lunga quasi 500 pagine, di un uomo costretto a giocare a tennis contro la sua volontà da un padre estremamente severo.

Mentre lo leggi, quasi non capisci che stai leggendo la storia di uno che è stato a lungo numero uno al mondo, che ha vinto tutto, che è stato un uomo copertina, corteggiato da tutti, pubblicitari in primis.
Ti sorbisci i lamenti di quest’uomo sofferente e ti auguri che finisca presto, perché inizi a soffrire pure te.

La parte iniziale e quella finale del libro si salvano.
Nel mezzo è tutta una lamentazione.

Ecco, ve lo volevo dire, che poi magari lo leggete e vi chiedete come mai siete gli unici ad aver trovato Open fastidioso.
Non siete gli unici.

Luca

10 risposte su “Vi dirò perché la celebrata autobiografia di Andre Agassi non mi è piaciuta”

Io l’ho letta diversi mesi fa. Ricordo che a fine biografia andai a consultare la pagina wiki di Agassi per capire effettivamente quanti slam avesse vinto e quanti perso…perchè la narrazione frenetica (e diciamo sportivamente “povera”) non mi aveva fissato bene in mente i suoi titoli. Forse, proprio in questo sta il grande successo del libro, ovvero parlare di uno sportivo senza parlare troppo di sport. Mi trovo d’accordo con Baricco su una cosa: difficilmente ho trovato bio scritte meglio di questa.

Ps: in tema biografie, casomai non l’avessi letta ti consiglio “Life” di Keith Richards, per me è stata uno spasso continuo, non dovrebbe annoiarti pur essendo un bel malloppo di pagine.

minchia sei più bastian contrario di me!!!
una delle forze di quel libro è proprio che “non capisci che stai leggendo la storia di uno che è stato a lungo numero uno al mondo, che ha vinto tutto, che è stato un uomo copertina, corteggiato da tutti, pubblicitari in primis”…a me non è nemmeno mai stato troppo simpatico se non da “vecchietto” ma il libro mi ha pure commosso!
cmq è un po’ come Renzi…lo ascolti e ti sembra un personaggio nuovo, quasi non capisci che è un ex area DC (!) e pure uno che nella vita ha fatto e farà sempre il politico di mestiere…

La storia è bella, diciamo che alleggerendola di un trecento pagine di lamentazioni forse migliorerebbe.
Fare il politico è un mestiere come un altro, non mi fare il berlusconiano.

Non so. Mi sembra che liquidi con troppa facilità le contraddizioni e la complessità di una persona (in questo uno sportivo di successo, ma poteva benissimo essere un impiegato di mezz’età) come “lagna” o “lamentazione”

@Francesco D’Onofrio: può darsi, ma sono veramente 300 pagine di lamentazioni continue… 🙂

mi sa che io ho letto un altro libro allora…delle persone importanti che lo circondano, che occupano molto della vita che lui descrive, non mi pare si lamenti, anzi forse sembrano tutti troppo santi!

Si, a sopportarlo sono stati dei santi. Boh, non lo so, a me del libro è rimasto solo questo grande senso di sofferenza.

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