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I forconi

Matteo Bordone ha scritto una riflessione molto giusta sul Movimento 5 Stelle.
L’annoso problema del granaio, che sarebbe il non potersi stupire se la gente dà addosso a tutti in modo volgare e violento quando per anni li hai educati a pensare che tutto faccia schifo.

Ecco. Qui sta il punto. Il punto non è che ci siano gli imbecilli. Il punto non è che lo strumento sia aperto e che gli imbecilli abbiamo modo di farsi strada nella discussione e contaminarla. Il punto non è che la libertà del mezzo lo esponga alla malafede di qualche idiota che ne mina la capacità di ragionare con civiltà e dialettica democratica. No. Il punto è che la strategia comunicativa di Casaleggio è stata per anni quella di dare forconi e fiaccole ai cittadini del villaggio, caricandoli poi a molla perché si sentissero di dover considerare forconi e fiaccole come il loro strumento più prezioso. L’industria automobilistica li inganna con auto a idrogeno nascoste, quella farmaceutica diffonde vaccini che provocano l’autismo, l’AIDS non esiste ma fa lavorare i biologi e i farmacisti, gli esami per molti tumori servono solo ai rimborsi sanitari, i detersivi sono inutili e i terremoti si potrebbero scoprire in anticipo, se solo si volesse. La tecnica del blog di Grillo gestito da Casaleggio è molto precisa: togliere autorevolezza a tutto ciò che ne ha, costruire un’immagine di mondo governato da poteri forti che hanno dalla loro solo la dote della malafede, e allenare i lettori a brandire con orgoglio i forconi, a urlare quello che sentono nella pancia, a essere indignati, tutti insieme, in gruppo, andiamo a prendere il bastardo, cacciamolo a calci nel culo. Nessuno degli altri ha competenze. Sono tutti degli incapaci, dei cani, degli approfittatori, e lavorano sulla base della disonestà. Perché tutto è facile. Non serve ragionarci sopra. Le cose o fanno schifo o sono giuste. E quando sono giuste in genere sono nostre, oppure sono molto lontane nello spazio e nel tempo.

Non dico che tutto il Movimento 5 Stelle sia fatto così. Ma il blog è quello, serve a quello: smontare ciò che c’era prima, convincere del marcio diffuso ovunque, e poi sostenere che l’unica via d’uscita sia proprio chi legge, quelli col forcone in mano: che loro siano onesti, preparati, bravi, che siano integerrimi e severissimi. Ma il problema, che non riguarda in nessun modo la rete ma riguarda tutte le forme di populismo più o meno virulento, è quello del granaio. Cosa hai stipato nel granaio? Se nel granaio hai accumulato pochi dubbi e tanti forconi, ti farai poche domande e userai la violenza di branco verbale o fisica con trasporto e soddisfazione. E dare modo di accumulare forconi è quello che fa il blog di Grillo da sempre. Questa è la natura profonda dell’appartenenza a quel circolo, non altro. Tant’è che, siccome i forconi sono più divertenti della democrazia, che è fatta di dialogo e dibattiti noiosi estenuanti manco fosse una superpuntata eterna dell’Infedele, finisce che nel caso dei seguaci del blog di Grillo e Casaleggio il problema non è cominciare a decidere, ma smettere di urlare insulti.

Luca