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Il non accordo sul lavoro

Il futuro della riforma Fornero appare abbastanza fumoso, soprattutto per il rifiuto della CGIL e per gli scenari che si apriranno con la discussione parlamentare

Più passano le ore e più pare fumoso il futuro della riforma del lavoro presentata ieri dal Governo.
Fumoso perché non c’è stato accordo con le parti sociali e perché il governo non presenterà un decreto, ma un disegno di legge da discutere in parlamento.

L’accordo con le parti sociali non c’è stato principalmente per il rifiuto della CGIL.
La Camusso, diciamocelo, non poteva fare altrimenti.
Deve rendere conto ad una base sempre più orientata verso l’oltranzismo della FIOM di Landini e Cremaschi.
Approvare la riforma dell’Articolo 18 avrebbe aperto una stagione di vendette interne al sindacato.

Potremmo ragionare sul fatto che un sindacato dovrebbe anche educare i suoi iscritti a comprendere le mutazioni sociali e ad accettarle, ma forse è un compito troppo difficile, perfino per un sindacato-partito come la CGIL.
Meglio lasciare tutti nell’illusione che il mondo perduto prima o poi tornerà e che non mettere la firma sugli accordi sia un modo per ribellarsi piuttosto che lo strumento per tirarsi fuori dalle responsabilità.

A questo punto la palla passerà al parlamento, con delle elezioni amministrative a breve e dei partiti che dovranno trovare il modo di far digerire alla loro base la riforma presentata dalla Fornero.

Nel frattempo arrivano notizie orribili da Torino, e speriamo proprio che la discussione si mantenga dentro le aule parlamentari, così tanto odiate dagli italiani, ma imprescindibili per il funzionamento della nostra democrazia.

Il parlamento avrà la possibilità di dimostrare di meritare la fiducia del governo e il PD non potrà che favorire l’approvazione della riforma Fornero.
Nonostante la puntualizzazione della CGIL.


Gli elettori lo capiranno.
E chi non lo capirà, magari potrà comunque votare Diliberto.

Luca

3 risposte su “Il non accordo sul lavoro”

una delle poche cose buone delle ultime elezioni è stata l’esclusione dei comunisti dal parlamento, ancora sta gente è in circolazione?

non solo è in circolazione, ma c’è una corrente del PD che ci si vorrebbe alleare alle prossime elezioni

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