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I deliri di un matematico

Piergiorgio Odifreddi, che sarebbe un matematico, è diventato famoso per le sue invettive anticlericali.
Sul genere ci ha scritto svariati libri e costruito un successo editoriale.
I risvolti psicologici di questa sua battaglia non sono affar mio, ma è grazie a questo successo che Odifreddi è potuto diventare un collaboratore di Repubblica, che ieri gli ha consentito di pubblicare sul suo blog una roba di questo genere:

Sarebbe difficile, per chi fosse in grado di mantenere il senso delle proporzioni e l’indipendenza di giudizio, non condividere oggi come ieri le parole che Hebe de Bonafini, fondatrice dell’Associazione delle Madri di Plaza de Mayo argentine, pronunciò dieci anni fa in occasione dell’11 settembre: “In quel momento molta gente ha gioito e ha sentito che il sangue di tante vittime è stato vendicato. Perché i bombardamenti della Nato, i blocchi navali e le morti di milioni di bambini erano dovute al potere che gli attentatori hanno attaccato col loro proprio corpo. E tutti lo sapevano”.

Amen.

Luca

Via | Christian Rocca

18 risposte su “I deliri di un matematico”

Onestamente penso che “gli ha consentito” e “sul suo blog” sono due concetti che stridono uno in fianco all’altro. Non trovi? 🙂

Del suo blog (linkato in homepage) risponde ai lettori il direttore.
Non dico di censurarlo, dico semplicemente di dirgli “Grazie, vai a scrivere queste stronzate da un’altra parte”.
Per carità, L’espresso ha allegato al numero in edicola questa settimana il documentario complottista di Giulietto Chiesa, quindi l’offerta editoriale non è che punti molto in alto.

Premessa: non sono un fan né di Repubblica né di Odifreddi.
E’ fascista, a mio parere, impedire a qualcuno di esprimersi liberamente su un giornale solamente perché una fetta dei lettori -probabilmente non sei stato l’unico a non apprezzare- non la pensa allo stesso modo.
A voler ben vedere un po’ quel che succede sul Fatto, che ospita blog di autori che hanno opinioni assolutamente opposte. Da Fabio Granata a Gianni Barbacetto.
Qualcuno molto più bravo di me l’ha riassunta con un:
“Non sono d’accordo con quello che dici ma darei la vita perchè tu possa esprimere le tue idee”.

Non ti vieto di esprimere la tua opinione, ti chiedo di esprimerla da un’altra parte, perché la tua opinione rende il giornale che dirigo meno credibile e abbassa la sua qualità.
Se fossi il direttore di Repubblica gli direi così.
Altrimenti ogni giornale dovrebbe pubblicare qualunque minchiata viene detta.
A cosa servono le redazioni?

Stiamo parlando di un blog e la redazione non cura e non deve curare i blog.
Altrimenti torneremmo al discorso censura.
Fosse stato un editoriale a firma Odifreddi il tuo discorso filerebbe liscio, ma non è così.
Tutto questo, ribadisco, a mio parere.

Giorgio, sbagli: è vero che te sei libero di scrivere ciò che vuoi, ma non dove ti pare; ad esempio se posti un commento su questo blog ed il padrone di casa te lo cancella non puoi gridare alla censura, perché sei a casa sua, è lui responsabile civilmente e penalmente di questo blog, è lui che decide di cosa si parla in quali modi.
Un quotidiano, più in grande, è la stessa cosa: il direttore è responsabile legalmente di ogni riga scritta, ed ha tutto il diritto di non pubblicare o rimuovere qualcosa.
Poi se Odifreddi apre il suo blog è un altro discorso, là (tranne la legge) nessuno può dirgli niente.

@lucacicca: penso che il povero odifreddi patisca del problema di essere un ottimo matematico, mente raffinata, ma che nessuno considera fuori dal ristretto orticello. Così è costretto a scrivere pamphlet come “in principio era Darwin” che – a mio parere – non spiega l’evoluzionismo, ma USA l’evoluzionismo per dimostrare l’ottusità della chiesa, ad andare a braccetto con la Binetti alle feste del PD, e a scrivere simili fesserie. Mi piacerebbe che spedisse questo suo pensiero ai parenti delle vittime, anzi che glielo leggesse, guardandoli in faccia.
Il fatto che Repubblica ospiti certi personaggi, e non faccia nulla per contestarne le esternazioni farneticanti, mi fa pensare che sia in atto la lotta con le redazioni di libero e giornale per chi la spara più grossa…

Condivido l’approccio al tema della censura di lucacicca. Nel merito, poi, condivido quello che scrive Yetiste. La cosa che rende ancora più penosa l’uscita di Oddifreddi è quell’inciso “per chi fosse in grado di mantenere il senso delle proporizioni e l’indipendenza di giudizio”, che, come sempre fa l’autore, dà del cretino fazioso a chi non la pensa come lui.

Premesso che, provo profondo rispetto – indistintamente – per qualsiasi vittima innocente, in questo caso, per le vittime degli attentati alle torri gemelle e per il dolore dei loro parenti, non trovo poi così dissennato, un sintetico riassunto sulle responsabilità storiche degli Stati Uniti, poiché è innegabile che, con la loro “politica estera”, hanno causato – e causano ancora oggi – milioni di vittime, le quali a loro volta, meritano altrettanto rispetto.

@ Randolph Carter: il fatto che io sia responsabile legalmente del mio blog, non mi autorizza ad eliminare commenti a me sgraditi, solo perché supportano tesi che mi contraddicono o che non mi piacciono, se scritti in maniera garbata ed educata; qualora lo facessi, avrei posto in essere – in maniera arbitraria ed ingiustificata – una censura. Al contrario, se contengono offese o ingiurie, indipendentemente dal fatto che siano rivolte a me o ad altri, eliminarli non è più una questione di censura, ma di buon senso.

@ Giorgio: condivido il tuo punto di vista.

@ P Delprà: non interpreto la frase “per chi fosse in grado di mantenere il senso delle proporzioni e l’indipendenza di giudizio”, come un’offesa o come il dare del cretino fazioso a qualcuno, ma semplicemente, come un modo per dire “chi non è assoggettato al pensiero conformista”, anche perché, si riferisce alle parole della fondatrice dell’Associazione delle Madri di Plaza de Mayo argentine, che piangono le loro vittime, circa 30’000 persone, causate da un colpo di Stato, sostenuto – senza dubbio alcuno – dal governo degli Stati Uniti.

@Mario Circello: la questione è questa. E’ giusto che un giornale “liberal”, o che vorrebbe essere tale, come Repubblica, pubblichi il 12 Settembre un intervento nel quale si ritiene giustificato esultare per l’attentato al WTC? Per me non è giusto.

@Mario Circello: va da sè che chi piange 30.000 vittime, per definizione, è molto improbabile (e comprensibile) che mantenga il senso delle proporzioni e l’indipendenza di giudizio. Altrimenti dovremmo arrivare a legittimare la legge del taglione, che è proprio quella spirale perversa che impedisce un qualsiasi dialogo in svariate parti del mondo. Nella frase riportata da Oddifreddi (e che lui implicitamente approva) non si parla di responsabilità storiche ma di “vendetta”. E’ questa la cosa aberrante che un “libero pensatore”, come Oddifreddi si ritiene di essere, dovrebbe invece aborrire.

@ Luca: stavo quasi per scriverlo nel mio commento – ma poi ho lasciato perdere – che, se proprio si volesse fare un appunto, l’unico, sarebbe quello della data di pubblicazione; per sensibilità nei confronti dei parenti delle vittime, avrebbe dovuto pubblicarlo una settimana prima e non il giorno dopo l’anniversario delle torri gemmelle. Questo però, non toglie valore al suo scritto, che ci ricorda, chi sono stati – nel corso della storia – gli americani…

@ P Delprà: la “legge del taglione” è esattamente quella che applicano gli Stati Uniti. E non al applicano solo nei confronti di altre nazioni, ma anche contro i loro stessi cittadini, attraverso la pena di morte…

@Mario Circello: la data di pubblicazione non c’entra niente. Sulla legge del taglione, la prendo come provocazione.

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