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Vi faccio una domanda sull’acqua pubblica, datemi una risposta

C’è qualcuno là fuori che sa spiegarmi per quale motivo l’acqua deve restare pubblica?

La risposta non deve essere “perché è un bene primario e deve rimanere dello Stato”.
Tutti gli altri beni primari sono già stati privatizzati da tempo.
Nessuno teme che un giorno i fornai si ribellino ed inizino a non vendere più il pane.

Suvvia, illuminatemi, che io a Giugno non so cosa votare.

Luca

22 risposte su “Vi faccio una domanda sull’acqua pubblica, datemi una risposta”

Dipende.
Il telefono era statale, ci telefonavi e basta.
Lo hanno privatizzato, hanno introdotto la concorrenza e ora costa il giusto e ci sono un sacco di servizi.

Il gas era statale, lo hanno privatizzato, e non ha fatto altro che aumentare e anche parecchio.

L’ENEL lo hanno privatizzato, prima era sempre uno solo e non era cambiato nulla. Ora ci sono due o tre ditte, sempre controllate da Enel, a cui puoi rivolgerti. Io sono passato ad Enel Energia, mi fanno uno sconto. Vedremo come va.

I tram erano comunali ora sono privati, ma essendoci una sola azienda, continuano a fare un servizio di $(robaccia marrone)

Se l’acqua la privatizzano e la danno minimo a tre gestori potrebbe anche piano piano migliorare. Altrimenti il servizio non può che peggiorare.

Non ho risposto, lo so.

L’esempio dei fornai è mal posto. Il problema non è infatti che i fornai potrebbero non vendere più pane (e come camperebbero?), ma che si mettessero d’accordo per triplicare i prezzi (oppure, che si crei una situazione per cui i prezzi di fatto triplicano). Non dimentichiamo che le recenti rivolte del nord Africa sono scoppiate anche per l’aumento proprio del pane…
Detto questo, si tratta di capire se sia giusto o meno sottoporre ad un forte controllo pubblico la distribuzione e il prezzo di un bene veramente primario (molto più dei telefoni o delle poste…).
Mi permetto di aggiungere a mia volta una analogia-provocazione: ma se arrivassimo a privatizzare l’acqua, cosa osterebbe ad una privatizzazione dell’istruzione?

questo post mi interessa assai, visto che me lo chiedevo anche io, considerando anche il fatto che comunque l’acqua “pubblica” è affidata a consorzi privati di capitale pubblico.

@marcello: in realtà sull’energia (gas e luce) ti seguo poco… esistevano già zone in cui c’erano gestori alternativi, come Milano che aveva l’AEM oltre all’ENEL. per l’energia – come suppongo avvenga per l’acqua – il prezzo è comunque fissato dallo Stato (secondo ovviamente le oscillazioni del mercato dell’energia e del gas). quindi si tratta di capire se la privatizzazione dei servizi idrici peggiora o migliora la gestione degli acquedotti e dei collettori (maggiore efficienza, a parità di costo del bene offerto, dovrebbe comportare il maggior profitto).
@pdelprà: i fornai hanno un’associazione di categoria che stabilisce il prezzo del pane, concertando con la provincia la forbice entro cui i singoli fornai possono oscillare. di fatto c’è un cartello…

@lucaccicca: me lo aspettavo… 😉
@yetiste: siamo in presenza di un prezzo calmierato, non di un cartello. E’ ciò conferma quello che dicevo

@pdelprà: se vieni a milano capisci quanto sia “calmierato” il prezzo. quando vengo in toscana d’estate, mi vien voglia di partire con un camioncino frigorifero pieno di pane congelato. credo che – nonostante il prezzo di un viaggio simile, arriverei ancora a risparmiare…

@yetiste: è perchè siete mediamente più ricchi di noi… 😉
Comunque, tanto per chiarire, io sono per il ripristino della “michetta” (o della “rosetta” a Roma) a prezzo imposto.

non me ne ero accorto…
il senso del discorso era comunque che se c’è la garanzia di un costo massimo nazionale, la privatizzazione non è un male…

@yetiste. Sono d’accordo. Il senso del discorso è che non è detto che un bene pubblico debba per forza essere in mano al settore pubblico. Un bene pubblico (ovvero, meritevole di “garanzia pubblica”) può essere gestito da privati nell’ambito di “paletti” molto chiari e garantisti da un punto di vista dei diritti e dei doveri.
Un tipico esempio in questo senso è rappresentato dalla tutela del risparmio che, pur essendo un “bene pubblico” tutelato dalla Costituzione, è stato via sottratto dalla mano dello Stato e “dato in gestione” al privato. A scanso di facili ironie, posso garantirvi che nonostante tutto, il risparmio in Italia è molto più tutelato che in tanti paesi “civili”, come le cronache finanziarie recenti dimostrano.
Ovviamente, questo dovrebbe valere anche per la scuola… (messaggio per lucacicca…)

Non cedo alle provocazioni.
Comunque quello che dice @P Delprà è proprio il nocciolo del discorso secondo me.

Che palle, comunque, ‘sti referendum…

@delprà: pienamente d’accordo. mi pare però di capire che quei paletti siano già stati messi..

@yetiste: … e quindi siamo d’accordo che il referendum è inutile. Contento Luca? In mezza giornata ti abbiamo risolto l’arcano!

Non mi avete risposto.
Se è così banale, perché da anni la sinistra militante, i grillini ed i cosiddetti movimenti, compresi quelli cattolici, hanno fatto battaglie epocali per la difesa dell’acqua pubblica?
“Perché sono scemi” non vale come risposta.

perchè non si fidano di chi fa le regole e, soprattutto, di chi le dovrà far rispettare….

secondo me alle ragioni di delprà si aggiungono la difficoltà ad accettare genericamente le privatizzazioni, e la percezione che la privatizzazione dei servizi sia una fregatura (senza considerare che le inefficienze dei servizi pagati dallo Stato sono pagate da tutti noi, ma questo è un altro discorso).
c’è inoltre la paura (o la certezza) che il prezzo massimo indicato dal CIPE (o da chi per esso) sia troppo alto, e conseguentemente un’ulteriore mazzata per le famiglie.
c’è infine – naturalmente mai espressa in questi termini, e certo non nelle anime pure che per fortuna son tante – la paura che si riducano le poltrone disponibili per alti incarichi ai soliti amici…

E lascio decidere il popolo italiano? Ma sei matto! 🙂

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