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Ragionare oltre l’emergenza

Sono sempre stato cautamente favorevole al nucleare, per molti motivi, soprattutto perché so bene che non esistono forme di produzione di energia prive di rischi e di conseguenze sull’ambiente.
Purtroppo so, nella settimana gloriosa dell’unificazione italiana, che se c’è una cosa che unisce il popolo italiano, da nord a sud, è la cialtroneria.
Ed allora, nel paese che preferisce tenere le scorie nucleari alle porte di Roma perché il sito scelto per lo stoccaggio dopo anni di studi fatti dai migliori geologi italiani fu abbandonato in seguito alle solite proteste con blocchi di ferrovie, in questo paese dicevo, forse è meglio rinunciare al nucleare.

Non perché il nucleare sia giusto o sbagliato, pulito o inquinante, sicuro o pericoloso.
Semplicemente perché non saremo mai in grado di progettare, costruire e far funzionare una centrale nucleare.

L’altro giorno ho scatenato alcune critiche dopo aver scritto su Twitter questa cosa:

pensa che il giorno dopo il disastro arrivare alla conclusione che il nucleare è sbagliato sia una cosa piuttosto italiana

Non sapevamo ancora cosa fosse successo esattamente nelle centrali nucleari giapponesi (ne sappiamo poco ancora dopo tre giorni) e l’Italia era già divisa in due: favorevoli e contrari al nucleare.

Fu questo stesso meccanismo a trascinare l’opinione pubblica nel disgraziato referendum contro il nucleare del 1987.

Sono sempre stato cautamente favorevole al nucleare, per molti motivi, soprattutto perché so bene che non esistono forme di produzione di energia prive di rischi e di conseguenze sull’ambiente. I disastri nord-africani ci dimostrano quanto sia rischioso dipendere unicamente dagli idrocarburi. Allo stesso tempo, io che amo la natura ed il paesaggio, non potrei accettare di vivere in un paese ricoperto da pale eoliche ed impianti fotovoltaici. In un paese in cui tra l’altro il business dell’energia sostenibile è già in mano per buona parte alla mafia.

La soluzione per me è la differenziazione della produzione elettrica.

Purtroppo so, nella settimana gloriosa dell’unificazione italiana, che se c’è una cosa che unisce il popolo italiano, da nord a sud, è la cialtroneria.
Ed allora, nel paese che preferisce tenere le scorie nucleari alle porte di Roma perché il sito scelto per lo stoccaggio dopo anni di studi fatti dai migliori geologi italiani fu abbandonato in seguito alle solite proteste con blocchi di ferrovie, in questo paese dicevo, forse è meglio rinunciare al nucleare.

Non perché il nucleare sia giusto o sbagliato, pulito o inquinante, sicuro o pericoloso.
Semplicemente perché non saremo mai in grado di progettare, costruire e far funzionare una centrale nucleare.
Continueremo a vivere nell’illusione del giorno in cui le fonti rinnovabili basteranno alla nostro produzione energetica.
Mentre continueremo a bruciare gas e petrolio.

Non è l’Italia a ripudiare il nucleare.
È il nucleare che ripudia noi.

Luca

Foto | The Big Picture (Kim Kyung-Hoon/Reuters)

7 risposte su “Ragionare oltre l’emergenza”

I motivi per cui sono contraria al nucleare:
– c’e` poco combustibile, parecchio poco, al ritmo a cui viene usato oggi e con i giacimenti disponibili ce ne e` si e no per un centinaio d’anni. Allora e` poco conveniente costruire centrali, meglio far progredire quelle esistenti (al limite).
-non siamo in grado di gestire le discariche, figuriamoci i bidoni di scorie. Attenzione che mettere quella roba veramente in sicurezza ha costi proibitivi (ad oggi), piu` dell’estrazione del combustibile stesso, quindi nello stoccaggio si fanno dei “compromessi”.
Qui una pagina interassante e seria:
http://it.wikipedia.org/wiki/Scoria_radioattiva#cite_note-2
– l’attuale smaltimento delle scorie e` gestito dalla camorra (basta chidersi dove vanno le scorie francesi….).
– per quanto ad oggi siano ultrasicure (quelle di terza e meglio quarta generazione) il rischio non vale la candela per quanta poca energia viene (verra`) prodotta. In caso di incidente il sistema terra assorbe/reagisce in tempi piu` rapidi alle ceneri della centrale a petrolio che non di quella al’uranio e/o plutonio…

Insomma il nucleare e` il passato, bisogna puntare sull’efficienza di immagazzinamento con lo studio dei nuovi materiali e sempre con i nuovi materiali migliorare la rete di distribuzione ed i consumi, questa e` la vera sfida nell’immediato.

Nell’immediato temo che continueremo a bruciare gas e petrolio.

Hai ragione a dire che la questione delle scorie è quella più importante.
Comunque, non si tratta di scegliere un unico metodo di produzione.
Ma il metodo pulito non esiste.

Poi un giorno scriverò una cosa sulle famose lampade a basso consumo, a proposito di nuovi materiali.

certo anche le lampade a basso consumo vanno prodotte e poi smaltite… io pensavo a nuovo sul serio, tipo processori quantistici, nanotubi, che abbatterebbero i consumi per davvero. roba cui si e` cominciato a pensare negli ultimi 10 anni.
poi siamo certi che energia pulita non esista, per definizione… casomai si puo` cercare quella un po’ pi` furba

Il nucleare in Italia non va fatto semplicemente perchè non siamo capaci di costruire un oggetto così complesso senza che a nessuno venga in mente di farci la cresta sopra….

Bene, ma se è così che ci restiamo a fare in questo paese?
Per il clima?

Bella domanda….non ti sembra infatti che l’Italia abbia ormai decisamente imboccato un bel declino socio-demografico?

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