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Il mio portacipria è più grande del suo libretto verde

Lavorare in un’azienda controllata da RCS ha soprattutto un merito.
Ci danno il Corriere della Sera gratis.
Io non lo prendo mai.

Oggi si.
A pagina 13 c’è un estratto di una spettacolare intervista del 1979 fatta da Oriana Fallaci a Gheddafi.

Aldilà di ogni considerazione su di lei e sulle sue idee, non se ne può non riconoscere la classe cristallina.

Colonnello, visto che non si considera un dittatore, nemmeno un presidente, nemmeno un ministro, mi spieghi: ma lei che incarico ha? Che cos’è?
«Sono il leader della rivoluzione. Ah, come si vede che non ha letto il mio Libro Verde!».

Sì che l’ho letto, invece! Non ci vuole mica tanto. Un quarto d’ora al massimo: è così piccino. Il mio portacipria è più grande del suo libretto verde.
«Lei parla come Sadat. Lui dice che sta sul palmo di una mano».

Ci sta. Dica: e quanto ci ha messo a scriverlo?
«Molti anni. Prima di trovare la soluzione definitiva ho dovuto meditare molto sulla storia dell’umanità, sui conflitti del passato e del presente».

Davvero? E com’è giunto alla conclusione che la democrazia è un sistema dittatoriale, il Parlamento è un’impostura, le elezioni un imbroglio? Vi sono cose che non mi tornano in quel libriccino.
«Perché non lo ha studiato bene, non ha cercato di capire cos’è la Jamahiriya. Lei deve sistemarsi qui in Libia e studiare come funziona un Paese dove non c’è governo né Parlamento né rappresentanza né scioperi e tutto è Jamahiriya».

Che vuol dire?
«Comando del popolo, congresso del popolo. Lei è proprio ignorante».

E l’opposizione dov’è?
«Che opposizione? Che c’entra l’opposizione? Quando tutti fanno parte del congresso del popolo, che bisogno c’è dell’opposizione? Opposizione a cosa? L’opposizione si fa al governo! Se il governo scompare e il popolo si governa da solo, a chi deve opporsi: a quello che non c’è?».

Luca