Va bene tutto, siamo abituati a sopportare.
Ora basta, però.
Luca Sofri scrive una cosa che, ancora una volta, sottoscrivo.
Non è la priorità nemmeno una revisione in peggio della lettura di questi anni da cui avevamo cercato di tenerci alla larga, che pure forse andrà fatta: il paese ha litigato per due decenni sulla giustizia, sull’informazione, sulla laicità, sulla cultura, sull’inizio della vita e la fine della vita – temi altissimi benché discussi con deprimente approssimazione – ma quando riusciremo a guardarlo da lontano rischiamo di vedere scene di film porno con anziani.
La priorità adesso è una soltanto, ed è che Berlusconi si dimetta. E se non è in grado – è un uomo di cui si intravedono scelte, azioni e ragionamenti “nella vita privata” che lasciano pensare a una sua scarsissima capacità di discernimento – se ne deve occupare il resto del Paese, a cominciare dai suoi alleati politici e dai suoi sfiniti oppositori. È una richiesta che suona incredibilmente banale e insufficiente – produce uno sbuffo, un “sì, vabbè”, persino in noi stessi – tanto è stata inflazionata e superata in questi anni. Le nostre teste ormai si aspettano epiloghi circensi, asserragliamenti televisivi, biografie epiche, colpi di scena inauditi, per un percorso come quello che si è sviluppato tra l’Italia e Berlusconi in questi anni: dimissioni? Tutto lì?E invece la restituzione alla normalità dell’Italia non passa per l’attesa che questa normalità arrivi da sé, passa per il riprendere comportamenti normali, tutti (salvo lui, esentato per palese inadeguatezza). Non è lontanamente immaginabile in nessun paese democratico, civile e moderno (e lo si immagina con fatica anche in quelli autoritari, incivili e arretrati) un quadro di vita, scelte e comportamenti come quello che circonda il PresdelCons, reati o no. È il capo di questo paese, dannazione. Chiunque concorra alla sopravvivenza politica di questa situazione senza fare ogni cosa possibile per esaurirla e toglierne gli italiani che gliene hanno dato mandato ne è corresponsabile tanto quanto Emilio Fede e Lele Mora, a partire da chi predichi assoluzioni nei confronti del “vecchio porco”, proponendo ancora indulgenze che sono quelle che hanno portato l’Italia verso i suoi disastri. Indulgenza e “c’è di peggio”. Perché è vero che i problemi del paese sono altri (sono anche altri, la dignità nazionale non è una roba da niente), ma è anche vero che la mancata risoluzione di quei problemi discende dalla diffusione e predicazione di modelli comportamentali che riguardano ormai ogni cosa. Non si ricostruisce un paese pagando ammucchiate di ragazzine, nemmeno se lo si fa fuori orario d’ufficio.
[…]
Le dimissioni di Silvio Berlusconi si devono pretendere e ottenere: e un paese che le pretenda è ancora più auspicabile di un paese che le ottenga.
E’ ora che queste paese venga guidato da un’altra persona.
Ancora prima di pensare a chi e a quali equilibri politici la possano sostenere.
Nessuno si tiri indietro.
Luca
2 risposte su “Nessuno si tiri indietro”
In nome delle tue ultime frasi, sottoscriveresti dunque un governo che vada da Fli al Pd passando per Udc e altri pezzetti e con Casini premier?
Mica lo devo sottoscrivere io.
In ogni caso, a questo punto meglio un governo guidato da Gozilla di questo.
Comunque, il governo eventualmente lo fanno Lega, PDL, FLI e UDC.
Cosa se ne fanno del PD?