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Amnesie cattoliche

Gian Enrico Rusconi oggi su La Stampa parla di uno degli argomenti meno accattivanti che ci siano, quello della presenza dei cattolici in politica e lo fa partendo dal politico più noioso che ci sia, Pieferdinando Casini.
L’articolo, però è interessante e, come al solito, poco indulgente nei confronti del Vaticano.
Rusconi dice però cose profondamente vere.
Come quella che la Chiesa negli ultimi anni si è tanto mossa per portare avanti alcuni valori che ritiene imprescindibili, svuotandoli dei loro presupposti teologici.

Insomma, prevale sempre la morale a danno della teologia.
Si dice di puntare in alto, ai “veri” valori, in realtà spesso si punta assai in basso.

Non c’è bisogno di evocare «il ritorno della religione nell’età post-secolare» per constatare nel nostro Paese la forte presenza pubblica della religione-di-chiesa (cioè dell’espressione religiosa mediata esclusivamente dalle strutture della Chiesa cattolica). Ma la rilevanza pubblica della religione, forte sui temi «eticamente sensibili» (come si dice), è accompagnata da un sostanziale impaccio comunicativo nei contenuti teologici che tali temi dovrebbe fondare. O meglio, i contenuti teologici vengono citati solo se sono funzionali alle raccomandazioni morali. Siamo davanti ad una religione de-teologizzata, che cerca una compensazione in una nuova enfasi sulla «spiritualità». Ma questa si presenta con una fenomenologia molto fragile, che va dall’elaborazione tutta soggettiva di motivi religiosi tradizionali sino a terapie di benessere psichico. I contenuti di «verità» religiosa teologicamente forti e qualificanti – i concetti di rivelazione, salvezza, redenzione, peccato originale (per tacere di altri dogmi più complessi ) -, che nella loro formulazione dogmatica hanno condizionato intimamente lo sviluppo spirituale e intellettuale dell’Occidente cristiano, sono rimossi dal discorso pubblico. Per i credenti rimangono uno sfondo e un supporto «narrativo» e illustrativo, non già fondante della pratica rituale. La Natività che abbiamo appena celebrato è fondata sul dogma teologico di Cristo «vero Dio e vero uomo». Si tratta di una «verità» che ha profondamente inciso e formato generazioni di credenti per secoli. Oggi è ripetuta – sommersa in un clima di superficiale sentimentalismo – senza più la comprensione del senso di una verità che non è più mediabile nei modi del discorso pubblico.

Luca

9 risposte su “Amnesie cattoliche”

Sono stupito da cotanta superficialità giornalistica. Ma qualcuno si prende del tempo per leggere i discorsi del Papa che quasi quotidianamente escono? Eppure basterebbe leggere l’Osservatore Romano, che si trova in edicola. Ma, già, i media sono troppo impegnati a ritagliare e pubblicare (e spesso manipolare) solo quello che serve a loro per poter dipingere una Chiesa sessuofoba, retrograda e fuori dalla modernità, salvo poi (come fa ad esempio Rusconi) “svegliarsi” e denunciare che la Chiesa non parla più di Cristo! Ma ve le immaginereste le reazioni dei soloni della terza pagina se il Papa dicesse “Chi pecca va all’inferno”? Il bello è che lo dice, ma se in un discorso, o un testo, di 100 pagine si parla in un rigo del preservativo, si buttano al macero le altre 99 e si pubblica solo quella riga.
Infine, restando più vicini a noi, ricordo la messa di mezzanotte di quest’anno dei frati dell’Osservanza che di contenuti teologici e dogmatici è stata piena zeppa.
No, mi dispiace, ma le cose che scrive Rusconi non sono “profondamente vere”.

Ora non ho tempo, ma pensare che la gente legga i discorsi del Papa è proprio il nocciolo del problema.

Gli italiani non leggono i giornali, tanto meno l’Osservatore Romano.
Meno di un italiano su due legge un libro all’anno, gli altri nemmeno quello.
Gli italiani si informano alla TV e, poco, su Internet.
Su questi mezzi la Chiesa parla, da anni, più o meno soltanto di 3-4 cose.
Rispetto della vita dal concepimento alla sua fine naturale, valore della famiglia tradizionale, presenza dei simboli religiosi nei luoghi pubblici, finanziamenti alle scuole private cattoliche.
Il 75% degli italiani fa spallucce e se ne frega.
Il 20 % bestemmia quando vede il Papa al TG1.
Il 4,9% (ma sono ottimista) sa che c’è dell’altro e sopporta.
Lo 0.1% legge l’Osservatore Romano ed i documenti ufficiali.

Sarebbe ora che i nostri pastori scendessero sulla terra ed iniziassero a parlare a tutti.
Spiegando quale sia la motivazione teologica che sta dietro il divieto all’aborto ed i soldi alle scuole dei salesiani.
Ma che lo spiegassero con parole comprensibili, non con gli editoriali su un giornale che leggono soltanto i giornalisti ed una ristrettissima minoranza colta di cattolici.

Secondo me, difficilmente si può contestare che la Chiesa faccia cattivo uso delle risorse disponibili in materia di comunicazione. E son convinto che la scelta di portare Padre Lombardi al posto di Navarro non sia stata particolarmente furba.
Mi pare però che nella dignità del giornalista vaticanista ci dovrebbe stare anche il desiderio di analizzare e criticare nell’interezza i documenti ufficiali. Invece, salvo rare eccezioni (penso al Sole 24 ore, che dedica spazio alle tre principali religioni tutte le domeniche, ma parliamo comunque di una pubblicazione di nicchia), il vaticanista si ferma (come un qualsiasi giornalista di cronaca) alla notizia ad effetto…
diamo le giuste colpe alla Chiesa, perchè bisogna sempre migliorarsi, ma diamole anche a chi preferisce fare il compitino da liceale, invece che un lavoro serio.

Allora diciamola meglio: i giornalisti sono pigri (e vittima della pigrizia sono tutti, non solo la Chiesa – vorrei conoscere un giornalista che si è mai letto le 300 e passa pagine di un DPEF). Io non riesco ad immaginare un canale divulgativo migliore dei preti: forse un problemino ce l’abbiamo anche lì?

ops… errata corrige: nella parte iniziale del mio commento, volevo dire esattamente il contrario di quel che si capisce: è indubbio che la Chiesa non sappia fare uso degli strumenti di comunicazione. All’interno della Chiesa, inserirei genericamente i sacerdoti.
chiedo scusa.

I giornalisti saranno pure pigri, ma se io voglio farmi capire è nel mio interesse fare in modo che gli altri mi capiscano.

@lucacicca: per la cronaca, non ci sono ragioni teologiche che motivano la richiesta di soldi alle scuole salesiane! Anche in questo evidentem,ente c’è un problema di comunicazione, che porta a confondere temi strettamente “secolari” con quelli più profondamente religiosi.
Il problema è che non stiamo parlando di cose semplici e mi sembra strano che dopo tante battaglie fatte per poter mettere in mano legittimamente la Bibbia ai laici, ora stiamo dicendo che sui giornali non si parla abbastanza del dogma dell’Immacolata Concezione!
Scusatemi, ma non capisco di cosa si sta parlando….

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