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A Siena mancano gli eruditi in storia medievale

L’Arcivescovo di Siena ha rilasciato una dichiarazione ad un giornale locale, che parrebbe scritta da Veltroni tanto è melensa, staccata dalla realtà ed inutile.
In mesi ed anni di gente che perde non solo la fede, ma pure il lavoro e la fiducia nel prossimo e nel futuro, il pastore dei cattolici senesi si preoccupa del loro grado di conoscenza del medioevo.
Senza vedere il medioevo nel quale stiamo sprofondando.

L’Arcivescovo di Siena ha rilasciato una dichiarazione ad un giornale locale, che parrebbe scritta da Veltroni tanto è stucchevole, staccata dalla realtà ed inutile.

Quando sono arrivato a Siena nel 2001 ero felicissimo. Questa è una città dalla storia, religiosa come civile, e dal patrimonio artistico immensi. Ebbene, a quasi dieci anni di distanza sono ormai convinto che Siena non conosce sé stessa, i senesi non conoscono il loro passato e la loro storia. E’ vero, tanta attenzione è riversata sul mondo del Palio e delle contrade ma alla fine i senesi non vanno a ricercare le loro radici più vere e profonde. Nel Duecento e nel Trecento Siena era una delle città più importanti del continente, era una delle capitali europee. Oggi è solamente una città di provincia. E oggi cosa si conosce di quel periodo medievale? Si sa che è stato dipinto un Buongoverno, si sa che sono stati costruiti il Duomo, la Piazza del Campo e Palazzo Pubblico e poi cosa altro?[…]
Io credo che ci sia un problema culturale generale. Credo che un po’ l’intera società abbia oggi perso il senso di queste cose. Prima di arrivare a Siena avevo vissuto in piccole città di provincia e poi a Perugia, dove invece c’è l’Università. In tutti quei luoghi non c’erano molti storici, ma comunque erano presenti tanti eruditi che tramandavano la storia locale. Qui forse ce ne sono troppo pochi.

In mesi ed anni di gente che perde non solo la fede, ma pure il lavoro e la fiducia nel prossimo e nel futuro, il pastore dei cattolici senesi si preoccupa del loro grado di conoscenza del medioevo.
Senza vedere il medioevo nel quale stiamo sprofondando.

Luca