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Piazza Craxi

Io, adolescente all’epoca di Tangentopoli, ho disprezzato il craxismo e soprattutto chi tendeva a giustificare le malefatte socialiste con “il così fan tutti”.
D’altra parte, vedendo parlare in TV Gasparri o Livia Turco, mi viene da pensare che almeno Craxi aveva un suo perché.

Il problema è che, come quasi sempre succede nel nostro paese, non si può discutere serenamente di qualcosa senza per forza doversi schierare.
Quindi, se provi a dire che Craxi forse non è stato proprio il peggior politico che abbiamo avuto in Italia, allora significa che difendi i tangentisti. Se invece ti azzardi a dire che il Partito Socialista era diventato un grande mezzo per dispensare favori ben retribuiti, allora sei un giustizialista e dipietrista.

Luca Sofri ha scritto oggi una cosa che spiega bene questo mio pensiero:

Non sono un esperto di Craxi, ero piuttosto giovane e vivevo in provincia: ho cominciato a capire qualcosa di quel tempo e quel mondo quando si sono sbriciolati e la storia è stata scritta con l’accetta da chi li ha sbriciolati. E sono abbastanza convinto che molti di quelli che giudicano ora quei tempi non ne avessero grande percezione, allora.
Ma c’è una cosa che trovo parimenti stupida e superficiale nelle argomentazioni craxiste e anticraxiste: ed è la pretesa che le colpe morali e legali e politiche non possano aver convissuto con delle visioni riformiste e lucide (cosa che non avviene per esempio con i governi Berlusconi), che il trafficame escluda i buoni progetti e viceversa, che i giudizi non possano essere complessi e le analisi un po’ più approfondite. Si può essere buoni padri e pessimi mariti.
A chi dice che il governo Craxi ebbe delle notevoli illuminazioni politiche, rispondere “non è vero, rubavano”, piuttosto che constatare quelle illuminazioni è da fessi. A chi dice che era un sistema di corrotti e corruttori del tutto consapevoli e responsabili dei disastri che compivano, rispondere “non è vero, era un grande progetto riformista”, piuttosto che ammettere responsabilità e disastri è da fessi.
L’alternativa sarebbe stata discutere e capire le cose, ma ormai è tardi. Magari la prossima volta.

Luca

2 risposte su “Piazza Craxi”

sono daccordo ma con un distinguo: da una parte c’è Craxi la cui complessità di politico è ancora tutta da digerire storicamente, dall’altra c’è questo recente tentativo di riabilitarne ed istituzionalizzarne la figura che mi pare abbia ben altre e meno nobili finalità.
All’origine del problema sta il fatto che gli italiani non hanno ancora compiutamente elaborato e risolto la questione Tangentopoli, anziché affrontarla si è solo riusciti a nasconderla, a rimuoverla dal nostro campo visivo oppure, per contro, ad estremizzarla, ma niente è davvero realmente cambiato. E’ per questo che ad oggi non è ancora possibile analizzare pacatamente e con distacco il fenomeno Craxi ed è per questo che oggi nella mia città non vorrei avere una piazza dedicata a lui

@Davide: pienamente d’accordo con te. Mi permetto anche di dire che – per me – le piazze o le vie devono essere intitolate a persone egregie. Con tutto che vedo in Craxi l’ultimo politico italiano che ha saputo mantenere una certa fermezza con gli alleati americani, non penso che si meriti tale nomea.

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