Il direttore dell’Unità cerca di mettere insieme le tessere del puzzle dell’affaire Marrazzo e si scopre che forse il ricatto a Marrazzo potrebbe essere legato a certe nomine fatte nei mesi scorsi dalla Regione, ad un pusher della camorra, ad Iovine (boss dei Casalesi) e a Fondi, Comune infiltrato dalla Camorra che il governo non commissaria.
Proviamo a leggere questa storia da un altro punto di vista, vediamo se qualche lato oscuro si illumina. Non da quello di via Gradoli, la casa dei trans di cui ormai sappiamo ogni dettaglio probabilmente anche quelli inutili, ma da Fondi, per esempio. Fondi, sì. Il comune infiltrato dalla camorra che il governo non si decide a commissariare, incomprensibile colpevole inerzia. La telefonata in cui due persone (una è forse uno dei carabinieri) parlano del “video del presidente”, quella che fa scattare l’indagine sul caso Marrazzo, era una conversazione intercettata nell’ambito dell’indagine sul latitante Iovine, boss dei Casalesi probabilmente nascosto nel litorale laziale dalle parti di Fondi. Dunque gli investigatori cercano Iovine e trovano due che parlano del video di Marrazzo. Cosa c’entra Marrazzo in un’indagine sui casalesi, perché quei tizi parlano di lui?
Insomma, la storia potrebbe essere molto più complicata di quello che sembra.
Luca
Una risposta su “Oltre Marrazzo c’è di più”
[…] C’è chi lo ha detto da subito che dietro la vicenda di Marrazzo ci poteva essere qualcosa di ben più grosso di un festino sesso, droga e rock’n roll. Il “suicidio” di Brenda è una di quelle cose troppo strane per poter essere plausibili. Quando uno si ammazza mica si mette a dar fuoco alla casa. Magari il fuoco serve a cancellare le prove. […]