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Il precariato ed il lavoro troppo fisso

Se c’è una cosa che mi aveva convinto della mozione Marino per la segreteria del PD era stata la sua idea sul precariato.
Marino non diceva la cosa populista ed impossibile di abolire il precariato, ma faceva una proposta secondo me interessante ed uguale a quella che c’è in quasi tutti i paesi occidentali.
I contratti di lavoro troppo rigidi praticamente legano a doppia mandata l’azienda con i lavoratori assunti a tempo indeterminato.
Questo ha fatto esplodere i contratti a tempo determinato che vengono rinnovati fino a che è possibile e poi si parte da capo con un altro lavoratore.

Una azienda deve poter licenziare un lavoratore che non è produttivo o che non riesce più a pagare a causa di una crisi finanziaria.
Accanto a questo devono essere ovviamente create tutta una serie di azioni di sostegno ai lavoratori che restano senza lavoro.

Continuare a rendere blindato il lavoro fisso fa si che le aziende non assumano più gente a tempo indeterminato.
Ovviamente questa cosa non è possibile farla in Italia, dove i sindacati difendono in modo indiscriminato tutti, dai dirigenti pubblici ai piloti Alitalia.

Eppure rivedere i contratti sarebbe importante e porterebbe un po’ più di equità tra i lavoratori.

Ogni riferimento alla mia situazione lavorativa ovviamente non è casuale.

Luca

5 risposte su “Il precariato ed il lavoro troppo fisso”

parole sante, ma del resto il sindacato è una lobby e difende gli interessi di chi il sindacato lo paga. peccato che si riempano la bocca di parole come “il futuro dei giovani”…

infatti le vittime di tutta questa situazione sono i giovani che vengono utilizzati da aziende private per i prorpi interessi e poi messi in mezzo ad una strada quando scadono i contrattia termine e sarebebro obligati a farli a tempo indeterminato.

Non sono molto d’accordo. Di fatto già ora molte aziende possono licenziare lavoratori “fissi” in seguito alla crisi, con la differenza che a questi viene corrisposta la cassa integrazione ( cosa che invece non succede per i precari ).
Se a un lavoratore a termine scade il contratto non riceve nulla ( a parte il TFR ). I lavoratori a tempo indeterminato sono già ampliamente tutelati dal contratto nazionale del lavoro.
Premesso che il LAVORO A TERMINE
1-deve avere sempre una natura ECCEZIONALE ( legata a periodi di sostituzione o picchi di lavoro, eccetera ) e non deve essere la REGOLA;
2-molte aziende ne fanno un uso sconsiderato;
La cosa più urgente da fare è REGOLARIZZARE IL LAVORO A TERMINE:
-ponendo il limite massimo di 1 contratto a termine della durata massima di 6 mesi che un’azienda può sottoscrivere con un lavoratore, abolendo i rinnovi e facendo così in modo che il lavoratore non resti “in ostaggio” dell’azienda per periodi prolungati;
-vietando il lavoro a termine nell’ambito pubblico ( nazionale e locale ), dove l’assunzione deve poter avvenire solo tramite concorso pubblico con conseguente contratto a tempo indeterminato;
-limitando al massimo le cosiddette “esternalizzazioni” ( appaltare cioè i lavori a cooperative, agenzie interinali et similia ) sempre a periodi massimi di 6 mesi per ogni lavoratore presso una determinata azienda;
-ponendo la condizione nel caso in cui dopo la scadenza del contratto la mansione occupata da un precedente lavoratore a termine ( o attraverso esternalizzazione ) viene sostituita da un altro lavoratore a termine, tale pratica risulta ILLEGGITTIMA ed ILLEGALE, in quanto dimostrerebbe che l’azienda non si trova di fronte a situazioni ECCEZIONALI ma di fronte all’ORGANICA e SISTEMATICA CARENZA di PERSONALE che può essere giustificata solo attraverso l’assunzione a TEMPO INDETERMINATO.
Non si può volere la FLESSIBILITA’ a scapito del DIRITTO AL LAVORO, bisogna necessariamente giungere ad un COMPROMESSO che consideri e coniughi entrambe le esigenze.

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