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Croci finlandesi

Mi segnalano questa riflessione sul crocifisso.
E’ un articolo di Michele Zanzucchi su Cittanuova.
Occhio sono Focolarini e sono molto pericolosi.

Detto questo, se guardiamo le cose da un altro punto di vista, bisogna costatare come i simboli religiosi, e cristiani in particolare, abbiano una “qualità” supplementare, che ci interpella non poco: anche se li si cancellano esteriormente, restano presentissimi nella vita dei cristiani, «crocifissi che parlano e camminano», diceva Thomas Merton. Lo testimoniano i cristiani di Nagasaki, che per secoli hanno continuato a professare la loro fede nelle montagne, pur senza nessuna manifestazione pubblica. Lo testimoniano le babuske russe che sotto il comunismo hanno perpetuato la fede cristiana pur in mezzo alla trasformazione delle chiese in magazzini per il grano. Lo testimoniano i cristiani come Bonhoeffer che, sotto il nazismo, hanno saputo rendere pregnante la loro fede. Il fatto è che il problema “culturale” nel fondo nasconde il problema della (scarsa) testimonianza dei cristiani europei: «C’è bisogno di crocifissi vivi», come diceva Madre Teresa di Calcutta, non di «crocifissi anneriti in fondo ad un armadio», come scriveva Margherite Yourcenar.

p.s. Ci scrive stamani con arguzia e con ragione un nostro lettore, Ciro Rossi: «Mi domando se la signora di origini finlandesi che ha chiesto la rimozione del crocifisso da una scuola italiana abbia chiesto al governo del suo Paese di togliere il simbolo della croce dalla bandiera nazionale»

finlandia

Luca

11 risposte su “Croci finlandesi”

@pdelprà: è fantastica. Se è vera(voglio lasciarmi il dubbio), siamo davvero alla frutta…

penso che sia “verosimile”, ecco…

se voi foste ancora nell’età della contestazione e foste in gita scolastica, non sfruttereste quella sentenza come scusa per costringere i prof a non portarvi per chiese e musei? io, sinceramente ci proverei…

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