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Il potere di Ricci

Antonio Ricci, il vate di Striscia la Notizia, ha iniziato una guerra per me incomprensibile contro Gad Lerner.
Ovviamente ha ragione Gad Lerner.
E lo sa anche Ricci, che ieri sera ha lanciato Ezio Greggio in un contrattacco assolutamente poco credibile.

Il tema di discussione è il corpo delle donne e l’uso spregiudicato che Ricci da sempre ne fa.
Per me Gad Lerner ha profondamente ragione.

L’inventore delle ragazze fast-food e delle veline non si sarebbe trovato spianata la strada della prima serata nelle tv americane, inglesi, francesi, tedesche dove non vige certo la censura, ma la dignità femminile è un valore bene o male acquisito. Insisto: se il gossiparo Alfonso Signorini è ormai l’intellettuale organico riconosciuto del berlusconismo, Antonio Ricci ne è il vero cantore (poco m’importa se volontario o involontario), con quella dose di furbizia che li unisce nel presentare come spiritosaggini le pulsioni peggiori del maschio italiano.
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Lui si fa scudo della parodia per riprodurre da un quarto di secolo sempre uguale l’immagine della donna-oca, seminuda in mezzo a uomini vestiti, zitta e sculettante. Proprio come piace a “papi”, che ogni tanto ne premia una magari portandola con sé in politica. Ho visto “Striscia la notizia” mettere alla berlina un mascalzone di Bari che chiedeva a ragazze in cerca di lavoro di slacciare la camicetta e alzare la gonna. Bene, bravi. Ma non ho potuto fare a meno di pensare che un’estate sì e un’estate no Antonio Ricci ne raduna a migliaia già spogliate davanti alle telecamere, gonfiando il portafoglio del premier e il suo ego di anziano mandrillo, aizzando la loro speranza di trovare un impiego da velina.

Luca