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Il condono finale

Gianni Cuperlo dice cose giuste ed interessanti sullo sciagurato “Piano Casa” del governo Berlusconi, che altro non è che un condono globale che permetterà a tutti di fare più o meno quello che vogliono nel settore edilizio.

Detto ciò, noi facciamo benissimo a protestare ma che cosa accadrà? Succederà che il provvedimento sciagurato del governo darà fiato a un certo numero di artigiani e piccolissime imprese spesso proiettate sul nero. Nero della manodopera e nero della fatturazione. Il che alleggerirà per qualche centinaio di migliaio di persone il peso immediato della crisi. Nel senso che garantirà il reddito base e in alcuni casi qualcosa di più.
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Il punto dov’è? E’ nel fatto che noi dobbiamo contrastare lo scempio loro con una griglia di proposte che difendendo il valore (la dignità e i diritti del lavoratore come l’integrità del territorio) sia in condizione di scalzare il loro vantaggio in termini di utilità (alleviare per molti il peso della crisi). Allora va benissimo l’assegno per chi perde il lavoro e l’estensione degli ammortizzatori ma, come dice il mio amico Sposetti, ci sono altre cose che si possono fare. Una, per dire, è prevedere mutui a costo zero (vale a dire a carico dello Stato) per Comuni e Province che avviano da subito opere cantierabili di manutenzione. Strade, edifici, verde pubblico, edilizia scolastica e ospedaliera….tocca rimettere in moto la macchina anche nel pubblico e tutelare, per via legale viene da dire, quella mappa di imprese diffuse che altrimenti rischia di trovare sollievo unicamente nella deregolamentazione della destra. E’ solo un esempio ma la crisi, che sarà dura e lunga, ci metterà esattamente davanti alla necessità di inventare sbocchi, soluzioni, ammortizzatori in senso lato. A me pare che ci stiamo muovendo nel senso giusto. E che correttamente si stia muovendo il più grande sindacato italiano. Ma la marcia è solo all’inizio. Ricevo lettere dure anche solo da leggere. Ho scorso come voi le storie di nuova disoccupazione registrate da Repubblica. Tra due settimane inizia la primavera del calendario. Ma qui siamo all’inizio dell’inverno. E il Pd se non nasce adesso non nascerà più.

Luca