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diritti umani

Nuova luce sulle detenzioni segrete della CIA

Mentre in Italia alcuni politici sciagurati seguono le indicazioni di un ambasciatore altrettanto sciagurato che si augura un maggiore coinvolgimento delle truppe italiane in Afghanistan, Amnesty International pubblica un nuovo rapporto sulle cosidette “rendition” le detenzioni illegali operate dalla CIA ai danni di sospetti terroristi.

Cito dal comunicato di Amnesty:

Le informazioni provengono dalla testimonianza di un detenuto che ha accettato di parlare solo con Amnesty International: si tratta di uno yemenita di 31 anni, Khaled Abdu Ahmed Saleh al-Maqtari, rilasciato recentemente dopo un lungo periodo di detenzione segreta. Inizialmente ‘detenuto fantasma’ nel carcere iracheno di Abu Ghraib, e’ stato trasferito in una prigione diretta dalla Cia in Afghanistan e, da li’, in localita’ segrete, dove ha trascorso due anni e mezzo in completo isolamento, senza accusa, processo o accesso a una procedura equa.
[…] secondo il suo racconto, fu picchiato, costretto a rimanere sveglio, sospeso a testa in giu’ in posizioni dolorose, minacciato coi cani, sottoposto a freddo intenso e ad altre forme di tortura. […]
Mai, nel corso di 32 mesi di detenzione, a Khaled al-Maqtari e’ stato detto dove si trovasse e perche’. Non ha avuto accesso ad avvocati, parenti, funzionari del Comitato internazionale della croce rossa o qualsiasi altra persona al di fuori di quelle che lo hanno interrogato e di quelle coinvolte nella sua detenzione e nei suoi trasferimenti.
[…]
Amnesty International chiede alle autorita’ statunitensi di porre fine all’uso della detenzione segreta; chiamare a rispondere i responsabili degli abusi commessi nell’ambito di questo programma; rendere noti i nomi, le situazioni e i luoghi di detenzione di tutte le persone imprigionate nel contesto della ‘guerra al terrore’; incriminare tutti coloro che sono ancora detenuti per un reato di accertata natura penale e processarli di fronte a un tribunale indipendente, oppure rilasciarli.

Ecco in cosa consiste la guerra al terrore.
Si, vale la pena mandare più uomini per perseguire questi risultati.

Luca