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Ora si mette in discussione pure la libertà di espressione

La blogosfera italiana è in subbuglio.
Alcuni giorni fa è stato approvato dal Consiglio dei Ministri un disegno di legge che Repubblica riassume così:

C’è scritto che deve iscriversi al ROC, in uno speciale registro custodito dall’Autorità per le Comunicazioni, chiunque faccia “attività editoriale”. L’Autorità non pretende soldi per l’iscrizione, ma l’operazione è faticosa e qualcuno tra i certificati necessari richiede il pagamento del bollo. Attività editoriale – continua il disegno di legge – significa inventare e distribuire un “prodotto editoriale” anche senza guadagnarci. E prodotto editoriale è tutto: è l’informazione, ma è anche qualcosa che “forma” o “intrattiene” il destinatario (articolo 2). I mezzi di diffusione di questo prodotto sono sullo stesso piano, Web incluso.

Se il disegno di legge fosse approvato, anche i blog si dovrebbero iscrivere al ROC, con implicazione di bolli, moduli e procedure varie, che limiterebbero molto la possibilità di dei blogger amatoriali di aprire il loro spazio di espressione.

Per approfondire leggetevi Punto Informatico.
Il miglior commento possibile è quello di Massimo Mantellini:

Gia’ una volta qualche anno fa il governo di questo paese e’ rumorosamente inciampato sulla definizione di “prodotto editoriale” su Internet, oggi decide di rifarlo con la smemoratezza e la pochezza che rende questo paese una landa tecnologicamente depressa.

Appunto.
Voi giocate a fare i governanti ed i legislatori.
A noi, lasciateci in pace.

Luca

19 risposte su “Ora si mette in discussione pure la libertà di espressione”

Domanda da inesperto: e se il blogger il suo blog se lo fa all’estero, può bypassare queste complicazioni?

Altra domanda tecnica. Ma come è vero che in paesi tipo la Cina sono riusciti a imbavagliare Internet? Ma come hanno fatto???

trovo semplicemente assurdo un simile provvedimento.

preceduto – guarda caso – dalla richiesta di risarcimento danni di Vauro e di un consigliere comunale del centrosinistra pugliese… quando cuffaro ebbe la dabbenaggine di proporre che avrebbe querelato quanti si permettevano di critcarlo anche via blog, giustamente il popolo della sinistra insorse… difficile non fare pensieri cattivi sulle reali motivazioni di una simile legge

@p Delprà: filtrano i risultati nei motori di ricerca e bloccano gli indirizzi dei siti “sgraditi”. Con la complicità dei vari Google, Yahoo!, MSN, etc…

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