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Come Dio Comanda

L’altra notte ho finito di leggere “Come Dio Comanda“, l’ultimo romanzo di Niccolò Ammaniti.

Sono passati cinque anni da “Io non ho paura” e non era possibile attendersi da Ammaniti un romanzo all’altezza del precedente.
Infatti non lo è.
Il solito stile avvincente, la trama che si srotola in modo imprevisto, la consueta bravura nel tratteggiare i personaggi.
Ma la storia mi è sembrata un po’ debole ed il finale deludente.

Se nelle opere precedenti proprio il finale riusciva a sintetizzare e a far incontrare le molteplici storie tratteggiate durante la storia, in “Come Dio Comanda” questo non avviene.
Leggi l’ultimo paragrafo, giri pagina e soltanto allora capisci che il romanzo è finito.

Detto questo, “Come Dio Comanda” resta un buon romanzo, che si legge tutto di un fiato.
Peccato che sia “incompiuto”.

Così Ammaniti presenta il suo romanzo in un messaggio nel suo sito ufficiale:

Fatta!

Finalmente fatta!
Cinque anni, tra una cosa e l’altra, sono passati da Io non ho paura. Sono successe un sacco di cose in tutto questo tempo ( a me e a voi), ho scritto e riscritto almeno una decine di storie che mi intasavano la mente. Zombie, Vampiri, Storie post-apocallittiche, avventure di fox terrier fra i licaoni. ‘Come Dio Comanda’ era quella che mi sembrava più difficile da realizzare. Un padre un figlio. Una banda di poveri mascalzoni. La nostra provincia sola e malinconica. Ho scritto e riscritto smaniando, come un malato di enfisema, ho amputato, come un malato di cancrena un sacco di arti di questa creatura che stava diventando un millepiedi. Adesso sono contento e spero lo sarete anche voi. Io vi ringrazio di avermi aspettato, di non aver dubitato che alla fine una altra storia l’avrei cacciata fuori. In silenzio, ogni tanto, vi ho spiato. Avete avuto grande pazienza.

Spero di ripagarvi.

C’è riuscito soltanto in parte.

Luca