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Sanremo e l'Italia che resiste

Ogni anno mi ripropongo di non guardare Sanremo, ma non ce la faccio.
E’ più forte di me.
Quest’anno ero stato invitato al boicottaggio da parte di un amico, al quale avevo promesso il mio sostegno. Il boicottaggio era la risposta alla indegna deroga inserita nella finanziaria per permettere alla RAI di pagare Baudo e la Hunziker.

Ci ho provato, ma il pollice finiva sempre li, sul numero 1 del telecomando.

Come ogni anno, Sanremo mi ha fatto schifo.
Sarà perché non ho sentito molte delle canzoni in gara.
O semplicemente perché raramente sono presenti canzoni che mi piacciano.
Ma non mi è piaciuto niente.
Non è il mio genere di musica.

La vittoria di Cristicchi, forse il meno peggio, è il solito tentativo retorico di far vincere la canzone impegnata. Tanto per far vedere che a Sanremo sono attenti alla qualità.

Il secondo posto di Albano (primo nel televoto) è invece la vittoria dell’Italia di Amici-Buona Domenica-Michele Cucuzza-C’è posta per te ed altre amenità. E’ la vittoria dell’Italia che si accontenta. Che ripiega sul passato remoto, piuttosto che cercare di guardare avanti.

Oltre Albano c’è l’Italia di chi magari non riesce a non guardare Sanremo, ma che prova a resistere agli attacchi del Maria De Filippi Pensiero.
E’ dura, ma ce la possiamo fare.

C’è tutto un mondo là fuori.
Ma non ditelo a chi ha votato Albano.

Luca

Oggi sono antipatico almeno quanto Matteo Bordone.