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Cinque per uno. Ovvero cinque talebani per un rapito

MastrogiacomoLibero
Siamo tutti felici di aver visto Daniele Mastrogiacomo scendere la scaletta di quell’aereo.
Ho condiviso pienamente la scelta del governo di trattare con i talebani per favorire il rilascio del nostro giornalista.
Una vita salvata vale lo scambio con cinque talebani.

Sono in molti però in questi giorni a criticare la scelta di trattare con i sequestratori.
Ho avuto una discussione con Luca Ajroldi (ex inviato RAI ed ex direttore di TMC) su questo tema.
Ajroldi sostiene che sarebbe meglio sacrificare la vita di qualche sequestrato se questo servisse ad evitare altri futuri ricatti.
Lui è stato un inviato di guerra e quindi rispetto la sua posizione, ma non la condivido

Anche Luca Sofri suggerisce di non esultare troppo e di non dimenticare che abbiamo trattato con dei tagliagole.

Secondo me tra tutte le possibili alternative è stata raggiunta la soluzione migliore.
Anche se non è stata evitata la morte dell’autista di Mastrogiacomo.

La vita è fatta di compromessi.
Spesso al ribasso.
In questo caso il ribasso è stato vincente.

Luca

8 risposte su “Cinque per uno. Ovvero cinque talebani per un rapito”

condivido pienamente la tua analisi.
mi piace poco il piagnisteo di chi dice che abbiamo a che fare con tagliagole. innanzi tutto non è vero… loro combattono per un motivo, che noi definiamo sbagliato, ma che comunque è ben differente dal latrocinio… secondariamente abbiamo ceduto a ogni tipo di ricatto, non cedere a questo sarebbe stato idiota. terzo, alzi la mano chi veramente è senza peccato (e non solo a parole), in particolare francesi, inglesi, tedeschi e statunitensi…

Anch’io penso che bisogna fare di tutto per salvare una vita…però la storia ci insegna che qualche volta questo pensiero non è stato fatto…ad esempio nel caso di Aldo Moro, dove il Governo non trattò con le BR…

@yetiste: non volevo assolvere i talebani. Nessuna causa può giustificare l’uccisione a sangue freddo di un uomo.
@walter: è più facile scendere a compromessi con terroristi che stanno a 10.000 Km da casa nostra che non con chi vuole sovvertire la nostra democrazia.

luca, non voglio giustificare nessuno, ma non è nemmeno giusto guardare le altre culture con i nostri occhi: non è chiaro perchè abbiano ucciso quell’uomo, ma non l’hanno fatto per caso. altrimenti avrebbero ucciso anche l’altro afghano, no?
Pensa – nel 1945 – come sarebbe stato trattato un partigiano preso dai repubblichini mentre portava un giornalista americano… dubito che gli avrebbero donato pane e salame. o sbaglio?

sono pienamente d’accordo con te, in teoria.
se guardiamo quello che hanno fatto nella guerra di liberazione partigiana (o guerra civile italiana, se accetti il termine)… vedrai che anche in italia non siamo mai andati per il sottile!

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