E’ tanto che non ne parlo.
Ma non mi sono dimenticato della storia di “Aldro”, Federico Aldrovandi.
Aldro era un ragazzo diciottenne di Ferrara, morto in circostanze misteriose.
Probabilmente morto sotto i pugni, i calci e le manganellate di tre poliziotti ed una poliziotta.
Probabilmente, perché il processo ancora non è stato celebrato.
Intanto, dopo quasi un anno, si è fatta avanti una testimone, che vide la scena dalla finestra del suo appartamento.
Dal blog della mamma di Aldro:
[…]ha raccontato di essersi svegliata a causa delle luci dei lampeggianti di due auto della polizia ferme sulla strada davanti alla sua casa. I poliziotti erano già quattro e, mentre Federico camminava a passi decisi verso di loro, una delle loro voci diceva: apri il baule! apri il baule!
Quando Federico è arrivato in mezzo a loro la signora l’ha visto fare una sforbiciata, a vuoto…, la reazione dei 4 è stata l’atterramento immediato di Federico mentre i 4 manganelli colpivano, colpivano, colpivano…
lo tenavano fermo a terra in tre gravando su di lui: la donna in fondo ai piedi, uno sulle cosce e uno sul torace. il quarto in piedi in corrispondenza del capo di Federico calciava e pestava.
Federico si dibatteva e la poliziotta ha detto: “mi ha dato un calcio!” … questo ha fatto aumentare la pressione e le botte… Federico si dibatteva e poi non si è mosso più… ma loro hanno continuato e hanno allentato la pressione solo quando hanno notato le luci degli appartamenti: “Attenti, stanno accendendo le luci” ha detto uno dei 4.
Poi l’arrivo dei carabinieri, ma ormai era tutto finito…[…]
Non servono strumentalizzazioni.
Serve che venga riconosciuta la verità.
Una volta tanto.
Luca