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Le morti inutili

In un’ottica umana, la morte è sempre un avvenimento inutile.
Non porta a nulla.
Rappresenta la fine di un ciclo.

Ad alcune morti viene dato un significato particolare, come nel caso dei martiri, degli eroi o di coloro che si sacrificano per salvare altre vite.
La morte di queste persone appare meno dura da accettare per chi rimane in questo mondo.
“E’ morto si, ma la sua morte non è stata inutile”.

Ci sono poi tante morti inutili.
Morti che potevano essere evitate.
Morti causate dal comportamento sbagliato di altre persone.

In questi giorni alcune persone sono morte inutilmente.

  • I tre militari caduti a Nassiriya. Sono morti inutilmente, perché sono stati mandati a combattere un guerra inutile, che non aiuterà l’Iraq a costruire uno stato democratico nel quale vivere in pace.
    La vedova di uno dei militari ha detto di essere orgogliosa del marito, che il suo compito era importante per la costruzione di un mondo migliore. Chi è che ora ha il coraggio di andare a dirle che l’uomo che ha sposato è morto per assecondare una politica nefasta ed egoista di alcuni paesi che ritengono di poter assoggettare il pianeta alle loro logiche imperialistiche? Quella donna fa bene ad essere orgogliosa di suo marito. Ma sua marito è morto inutilmente.
  • I quattro ischitani sepolti sotto ad una frana. Vivevano in una villetta abusiva, che presto sarebbe stata condonata. Le forti piogge di questi giorni hanno scatenato l’evento.
    L’Italia può vantare alcuni tra i più stimati geologi del mondo. Le scienze della terra ci vedono da sempre protagonisti. Le nostre università hanno prestigiosi dipartimenti di geologia. Il nostro territorio è stato studiato, cartografato e descritto in lungo ed in largo. Conosciamo ogni metro della nostra nazione. Faglia per faglia, frana per frana. Da anni è stato consegnato uno studio enorme sul rischio idrogeologico del nostro paese, costato tanti anni di studi e di ricerche e svariati miliardi di lire. Avremmo tutte le carte in regola per poter gestire in maniera oculata il nostro territorio, ma non lo facciamo. E lasciamo che la gente costruisca le sue case dove vuole. Senza permessi. Senza logica. Magari sulle pendici di un vulcano o sotto un versante ad elevato rischio idrogeologico.
    Succede poi che ad Ischia una famiglia venga distrutta da una frana. Frana che qualunque geologo avrebbe potuto prevedere. Bastava consultare una carta geologica di quella zona. Ed impedire a quella famiglia di costruire quella villetta.
    Quella famiglia è morta inutilmente.

Ci sono le morti inutili.
E ci sono i vivi che con le loro scelte sbagliate hanno reso inutili quelle morti.

Luca

3 risposte su “Le morti inutili”

Nessuna morte è inutile, poichè tutto quello che fa parte di un ciclo è utile al ciclo stesso. Tutte le morti sono utili anche se non ne capiamo spesso il perchè, anche se ci opponiamo, ci accaniamo per ritardarle il più possibile spesso scordandoci di vivere nel frattempo troppo presi dal non morire. Ogni morte è utile anche solo per crescere e capire i nostri errori e cosa non bisogna ripetere anche se spesso vediamo che il silenzio dei morti nel pianto dei vivi non sempre è abbastanza forte.
Tu citi Ischia, io ti cito il Vajont, sembra impossibile che dopo avvenimenti simili continuiamo a fare gli stessi errori trascurando, per sciattezza e stupidità la geologia del territorio.

Ogni morte è un messaggio, un monito, purtroppo la nostra memoria è spesso debole e le nostre interpretazioni deviate—

Le morte inutili sono quelle che potevano essere evitate. Sono quelle che non sono state utili a nessuna causa.
La riflessione mi è stata indotta dell’orgoglio della vedova del militare di Nassiriya.

io spero che quella morte serva a far riflettere la gente, tutta la gente, sulla presenza del nostro esercito in Iraq. La morte di un soldato italiano, sui nostri schermi, per quanto ingiusto, risuona più di quella di 100.000 iracheni, spero che almeno questo scuota l’opinione pubblica, spero che qualcuno in più si chieda “Ma ne vale davvero la pena? Ma è necessario continuare a stare là?” farsi queste domande, incominciare ad avere dei dubbi è il primo passo per trovare le risposte… Sperando non prevalga un sentimento di rivalsa e vendetta.

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