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Il ritrovo dei perdenti

NaziOggi ho letto su Repubblica l’intervista ad uno dei convegnisti di Branau, cittadina austriaca, celebre per aver dato i natali ad Adolf Hitler.
Se non lo sapeste, nei giorni scorsi si è tenuta in questa cittadina austriaca una convention di naziskin di tutta Europa.
All’ordine del giorno era stato inserito il piano di battaglia delle varie tifoserie europee da realizzare durante i prossimi mondiali di calcio in Germania. Il piano prevede la messa in opera di manifestazioni neonaziste ed il pestaggio di polizia, ebrei, negri, islamici generici e, soprattutto, turchi.

Il naziskin nostrano intervistato dall’inviato di Repubblica è un romano, ultras della roma, che lavora come magazziniere in un supermercato. Si è fatto dodici ore di macchina con un suo amico per raggiungere in Austria i colleghi francesi, spagnoli, tedeschi ed inglesi.
Si dice deluso dalla politica, che non lo rappresenta. La visita di Fini alla sinagoga di Roma la ha interpretata come un vero tradimento. Non c’è più nessuno, secondo lui, che porti avanti i valori veri. Per cui ha deciso di scendere in campo e di dare il suo contributo, magari picchiando qualche immigrato turco durante i mondiali.

Io non saprei cosa dire a questa persona. Di che cosa vuoi parlare con uno che nega l’esistenza dei campi di sterminio nazisti? Come fai a comunicare la tua idea di fratellanza ad uno che trascorrerà le sue ferie estive in Germania per tentare di picchiare il maggior numero di immigrati islamici?

L’unica cosa che forse potrei dirgli è che lui è un perdente. La storia lo ha decretato tale.
Nessuna manifestazione nostalgica riuscirà a cancellare il messaggio di Primo Levi e di chi, come lui, ha conosciuto l’abominio nazista.
Non torneremo indietro.
Quella strada è stata abbandondata.
Per sempre.

Luca

Foto La Repubblica

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