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Ma Scelli, che vuole?

Maurizio Scelli, ex commissario straordinario della Croce Rossa Italiana, è al centro di una vicenda tragi-comica.
Dopo essersi incensato per la liberazione degli ostaggi italiani in IRAQ, dopo aver fondato un emblematico movimento giovanile che credo sia già estinto, dopo averci torturato con la sua presenza continua a “Porta a Porta”, ha deciso di ritornare alla ribalta delle cronache.
Per dire quello che tutti noi sappiamo, ma che taciamo per intelligenza.
Cioè che gli ostaggi italiani, tra cui le due Simone, furono liberati in cambio di servizi resi ai rapitori.
Che poi questi servizi siano state cure mediche e non soldi, non può che renderci felici.
Perché anche un terrorista ha diritto a cure mediche.

La parte più politicamente scorretta delle dichiarazioni di Scelli è quella in cui afferma che le trattative fatte con i rapitori furono portate avanti ad insaputa degli Americani. Così come le cure mediche fornite ai terroristi.

Ma che bisogno c’era di dirlo? E poi dopo tanto tempo.
Mah…

Del resto di stronzate Scelli ne ha dette tante in vita sua.
Indimenticabile l’attacco isterico che ebbe durante un’intervista in TV nella quale attaccò Emergency con queste parole:

Quale cognizione di causa possono avere i rappresentanti di Emergency che sono scappati al primo scoppio di mortaretti? Se ne sono stati comodamente allo Sheraton di Amman e se ne sono andati in giro a fare convegni, a sentenziare e pontificare su una realta’ nella quale noi, ogni giorno e ogni notte, andavamo rischiando la vita.

Maurizio Scelli? Ma ci faccia il piacere!

Luca