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Isteria da referendum

Il referendum è ormai alle porte, lo scontro si inasprisce ed io sono sempre più confuso…
Perché la volontà di andare a votare c’è, ma è ormai alimentata da poca convinzione.
Anche perché, se come ci dicono i sapientoni è quasi sicura la vittoria del SI, in caso di raggiungimento del quorum i pochi cretini (come me) che andranno a votare NO faranno il gioco del SI.

Io resto dell’idea che i colpevoli della vittoria del SI saranno coloro che hanno spinto per l’astensione. Ma temo che invece saranno i pochi cretini (come me) che andranno a votare NO a prendersi la colpa per la vittoria del SI.

Accetto la sfida.
Mi prenderò le mie responsabilità.
Ma non accetterò la caccia alle streghe del comitato Scienza e Vita.
Spero di non essere sottoposto ai gridolini isterici dei cristianoni che mi accuseranno di aver fatto il gioco dei radicali.
Secondo me l’astensione rischia di fare il gioco dei radicali…

Ma probabilmente non succederà niente di tutto questo. I votanti non raggiungeranno il quorum. I cristianoni esulteranno. Pannella dichiarerà la fine della democrazia in Italia. Bertinotti piangerà i mitici anni settanta che non tornano più.
E qualcuno di noi forse farà una considerazione su come sia impossibile in Italia fare una riflessione su qualsiasi argomento senza essersi prima schierati da una parte.

La CEI ha difeso la legge 40, legge che va contro la morale cattolica, con una convinzione che non si spiega. Facendo sentire inadeguato chiunque provasse a pensarla diversamente. Quando sono in parrocchia mi trovo spesso nella situazione di vergognarmi a dire che andrò a votare.
Ditemi se questo è normale. Mi devo vergognare perché difendo la legge 40, legge che la CEI ha voluto e difeso.

E non voglio dire niente dei politici. Soprattutto di quelli che hanno votato la legge 40 in parlamento ed ora andranno a votare SI.
Siamo alla follia.
Tutto questo però mi convince che andare a votare è la scelta giusta. Io farò il mio. Se qualcuno non sarà contento del risultato che se la rifaccia con chi ha scelto di non dire la sua.
Perché nessuno è riuscito a convincermi che con l’astensione non rinuncerei ad esprimere la mia opinione.
Ed io, mi dispiace, la mia opinione la vorrei dire.

Luca